Politiche della casa più a misura dei cittadini, i nuovi criteri della Regione Piemonte

Politiche della casa

Le poltiche della casa seguiranno nuovi criteri e la Regione Piemonte ha varato in questi giorni una programmazione più a misura di cittadino per contrastare il disagio abitativo.
“ Le misure di programmazione degli interventi di edilizia sociale partono da un punto fondamentale della nostra programmazione in materia di politiche sociali: ovvero l’individuazione di 30 distretti della coesione sociale, coincidenti tra loro, sia per quanto riguarda i servizi sanitari, le politiche sociali e attive del lavoro e, appunto, le politiche per l’abitare”, ha sottolineato l’assessore Augusto Ferrari in occasionedell’approvazione della delibera in merito ai criteri per gli interventi nell’ambito delle politiche di welfare abitativo.



A questo proposito e al fine di prevedere un intervento sulla base del reale fabbisogno in tema di edilizia sociale, è stata predisposta una ricerca che analizzasse e rivedesse la mappa del rischio disagio abitativo per tutti i Comuni del Piemonte.
La rilevazione vede ai primi posti, nell’ordine, Torino, Novara, Alessandria e Asti, Vercelli, Cuneo, Moncalieri, Biella, Casale Monferrato e Collegno.
Per ogni distretto, individuato un Comune capofila, verrà creato uno sportello casa che sappia supportare le famiglie nella scelta del percorso di sostegno più consono alle loro esigenze.
La nuova programmazione prevede interventi diretti e indiretti a contrasto del disagio abitativo.
Degli interventi diretti fanno parte le Agenzie Sociali per la Locazione (ASLO): ad esse possono rivolgersi famiglie in difficoltà e aventi un Isee pari o inferiore a 26.000,00 euro, le quali possono recarsi al proprio comune di appartenenza per stipulare un contratto di locazione con un soggetto privato a canone calmierato. Le Agenzie sociali sono, dal 2013 ad oggi, più che raddoppiate e sonooggi 35.
A sostegno di esse sono stati stanziati circa 2 milioni di euro, a sostegno di una soluzione abitativa per 500 famiglie all’anno, abbattendo di circa 1/3 il canone al quale sarebbero soggette.
Tra le azioni dirette rientra anche il FIMI, il finanziamento per Morosità Incolpevole, destinato agli inquilini – morosi incolpevoli- che abbiano stipulato un contratto di affitto con un soggetto privato ma che, per problemi di natura non dipendenti dalla loro volontà, come per esempio la perdita del lavoro, sono destinatari di uno sfratto esecutivo. Questo fondo ha lo scopo di evitare la perdita della casa sanando la morosità pregressa, previo accordo con il proprietario dell’immobile, e concedendo contributi per il pagamenti dei canoni futuri, così da dare stabilità alla famiglia.
Le risorse stanziate nel 2019 per il FIMI sono di circa 2 milioni e 800 mila euro, che consentiranno ad oltre 700 famiglie sfrattate di non perdere la casa e di rinnovare il contratto a canone concordato.
I comuni attualmente aderenti al FIMI sono: Acqui Terme, Alessandria, Casale Monferrato, Novi Ligure, Asti, Biella, Cossato, Alba, Bra, Cuneo, Fossano, Mondovì, Racconigi, Saluzzo, Savigliano, Borgomanero, Novara, Trecate, Alpignano, Beinasco, Carmagnola, Chieri, Chivasso, Collegno, Druento, Giaveno, Grugliasco, Ivrea, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pinerolo, Piossasco, Rivalta, Rivoli, San Mauro Torinese, Settimo, Torino, Venaria, Volpiano, Domodossola, Omegna, Verbania.
Il Fondo Sociale, terza misura, è rivolto agli assegnatari di case popolari, riconosciuti come morosi incolpevoli e in possesso di un ISEE non superiore a 6.235,43. Il Fondo copre parte degli affitti e delle spese delle utenze non pagati dagli inquilini. L’impegno della Regione è quello di assicurare la copertura del 60 per cento dei mancati incassi da canone, come previsto dalla vigente legge regionale sulle case popolari.
I Fondi previsti per il 2019 ammontano circa a 7 milioni di euro, a beneficio di circa 8000 mila famiglie, morose incolpevoli.
E ancora la riserva alloggi di edilizia agevolata per famiglie in forte disagio. Con tale misura si stima di consentire a 200/250 famiglie in forte disagio di affittare un alloggio realizzato da soggetti attuatori privati, in edilizia agevolata, a un canone simile al canone sociale che l’inquilino avrebbero dovuto corrispondere, se avessero ottenuto in assegnazione un alloggio di edilizia residenziale pubblica. Il canone dunque previsto è di circa 200 euro/mese. Lo stanziamento è di circa 450mila euro all’anno.
Infine è stato predisposto l’affitto sostenibile. Si stima di consentire a 300 famiglie assegnatarie di alloggi di edilizia agevolata, realizzati con contributo regionale dalle cooperative edilizie a proprietà indivisa, di mantenere spese abitative sostenibili rispetto al reddito, qualora si verifichi nel corso dell’assegnazione la perdita o la consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo. Lo stanziamento previsto per l’attivazione della misura è di circa 400mila euro all’anno.
Tra gli interventi indiretti che sono rivolti a recuperare e mantenere in buone condizioni gli alloggi e gli edifici di edilizia pubblica esistenti, possono essere menzionati i fondi relativi al programma di recupero della legge 80 del 2014 e i fondi previsti per un programma regionale di manutenzione straordinaria di modesta entità.
Si tratta rispettivamente di 6 milioni e 200 mila euro per l’anno 2019, che verranno investiti per il recupero di oltre 700 abitazioni e di 5 milioni per la manutenzione straordinaria di 1000 alloggi.
Nei prossimi mesi è prevista l’apertura di un bando che metterà a disposizione circa 6 milioni di euro per la realizzazioni di 400 nuovi alloggi sociali da parte delle cooperative edilizie, in abbinamento a mutui con quota parte della rata a carico della Regione.

Condividi questo articolo

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.