Safar, vite appese a un filo. Viaggio in Medio Oriente, fotografie di Farian Sabahi al MAO

Farian Sabahi_Uzbekistan 2002 Safar Viaggio in Medio Oriente

Esposti per la prima volta, una sessantina gli scatti realizzati dalla giornalista e studiosa Farian Sabahi in Libano, Siria, Iraq, Iran, Emirati Arabi, Azerbaigian, Uzbekistan e Yemen tra il febbraio 1998 e la primavera 2005 sono l’oggetto della mostra Safar: vite  appese a un filo. Viaggio in Medio Oriente al Mao – Museo d’Arte Orientale di Torino (via San Domenico 11). Fino al 30 giugno.



In persiano e in arabo, Safar vuole dire viaggio. Una parola che in sé racchiude i molteplici significati della mostra: racconta i viaggi di Farian Sabahi, le Terre e le persone ritratte e al contempo esorta il visitatore a compiere un viaggio, doppio, geografico ed emotivo. Così, i versi del poeta di lingua persiana Rumi ricamati dalla giovane artista Ivana Sfredda accolgono il visitatore: Anche se tu non hai piedi, scegli di viaggiare in te stesso, versi volti ad evocare l’importanza del viaggio e dell’apertura alle culture altre nel processo di crescita personale.

Safar Viaggio in Medio Oriente

Farian Sabahi ci restituisce un mondo visto e immortalato poco prima e immediatamente dopo che in alcuni di questi Paesi iniziassero terribili i conflitti, un mondo stravolto anche dove la guerra non si è combattuta, dove però permangono le cicatrici dei vecchi conflitti o dove il progresso si contrappone forte e arrogante agli aspetti più tradizionali del vivere quotidiano.

Corredo alle immagini sono i passaporti italiano e iraniano con i visti per quei Paesi, la macchina fotografica Nikon e gli obiettivi usati, il registratore. E ancora le pagine dei quotidiani dell’epoca, tra cui gli articoli e i reportage su Il Sole24Ore firmati da Farian Sabahi, fissate come in una bacheca.

Safar Viaggio in Medio Oriente

Arabo, persiano, italiano, francese e inglese sono le lingue che animano il tappeto sonoro. Le voci che abbracciano il visitatore e lo traghettano “dentro” la storia sono dello scrittore turco e Nobel per la Lettaratura Orhan Pamuk, di padre Paolo dell’Oglio, del poeta siriano Adonis, di un pescatore sul Tigri, dell’ex presidente iracheno Saddam Hussein, di un omosessuale a Dubai, dell’ex presidente iraniano Muhammad Khatami, dell’architetto Darab Diba, del filosofo Dariush Shayegan, dell’avvocata e attivista pachistana Bilqis Tahira, dello storico azerbaigiano Altay Geyushev, dell’artista e gallerista azerbaigiana Aida Mahmudova, di Pierpaolo Pasolini, dell’attivista yemenita insignita del Nobel per la Pace Tawakkol Karman, della scrittrice iraniana Azar Nafisi.

A congedare il visitatore ancora i versi di Rumi nei quali il viaggio è un’esperienza che porta alla conoscenza e, nel nostro caso, al rifiuto del dualismo tra Occidente e Oriente, a decidere di non dichiararsi appartenenti a un mondo o all’altro: Io non sono dell’Est né dell’Ovest./ Ho riposto la dualità / e visto i due mondi come uno.

Farian Sabahi (1967) – Giornalista professionista specializzata sul Medio Oriente, scrive per Il Corriere della Sera, il settimanale Io Donna e il manifesto. È lecturer in Political Science and Religion alla John Cabot University di Roma, dove insegna History and Politics of Modern Iran e Introduction to Islam. È anche titolare del seminario “Relazioni internazionali del Medio Oriente” presso l’Università della Valle d’Aosta.

Per ulteriori informazioni su Safar: Viaggio In Medio Oriente: www.maotorino.it

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