Banda ultra larga in Piemonte, l’impegno della Regione per recuperare i ritardi nella realizzazione del piano

Piano per la banda ultra larga in Piemonte

Banda ultra larga in ritardo in Piemonte con la provincia di Torino appena al 18% di stato di avanzamento dei lavori: la Regione si impegna a sostenere il superamento delle criticità e raggiungere al più presto gli obiettivi.“La nuova Amministrazione regionale intende creare le condizioni per scardinare e superare le attuali criticità e raggiungere gli obiettivi previsti per il Piemonte dalla realizzazione del piano per la Banda ultra larga, perché si rende perfettamente conto che per molti territori poter disporre di questa infrastruttura è come essere raggiunti da una strada o da una ferrovia”: è quanto ha garantito l’assessore regionale alla Ricerca e Innovazione, Matteo Marnati, al termine di un incontro avuto con i rappresentanti degli enti locali convocati per un’analisi della situazione.



Erano presenti Marco Marocco, vicesindaco della Città metropolitana, Michele Pianetta, vicepresidente di Anci Piemonte, Marco Bussone, vicepresidente di Uncem, rappresentanti delle Province di Cuneo e Vercelli e del Consorzio TOP-IX. Assenti invece, anche se convocate, le altre Province.

“Siamo in ritardo sulla tabella di marcia – ha dichiarato Marnati – Mi aspetto quindi l’impegno di tutti gli enti interessati perché entro il 2020 si arrivi alla conclusione di un investimento del valore di 282 milioni di euro, 90 dei quali attinti dai fondi europei gestiti dalla Regione e il resto stanziati dallo Stato. Nella fornitura del servizio occorre dare priorità agli uffici pubblici, alle scuole e alle attività produttive. Cercheremo quindi di fare da regia alle esigenze del territorio e rinvigorire il rapporto con gli enti con i quali l’interlocuzione può rivelarsi più difficile, come con Rfi quando si tratta di attraversare il sedime ferroviario. Importante sarà limitare i tempi burocratici per il rilascio delle autorizzazioni”.

Lo stato di avanzamento dei lavori previsti, aggiornato al mese di luglio, varia considerevolmente da provincia a provincia: si inizia dal 93% di Vercelli e dal 70% del VCO per passare al 50% di Biella e al 47% di Alessandria e scendere verso il 18% di Torino, il 16% di Cuneo, il 14% di Novara e l’11% di Asti.

Il piano di Open Fiber (la società incaricata dell’effettuazione dei lavori) prevede per il 2019 di avviare la posa dei cavi in 276 Comuni, che si aggiungono ai 122 dove si è partiti lo scorso anno, completare le opere in 113 Comuni e collaudarle in 50.

La Strategia italiana per la Banda ultra larga intende portare la connettività ad almeno 100 Mbps fino all’85% della popolazione italiana garantendo al contempo una copertura ad almeno 30 Mbps in download a tutti cittadini entro il 2020; la copertura ad almeno 100 Mbps di sedi ed edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare); la fornitura del servizio nelle aree industriali. Gli strumenti utilizzati semplificazioni amministrative, riduzioni degli oneri, creazione di strumenti di defiscalizzazione per gli interventi di infrastrutturazione, stimoli per l’innesco della domanda, realizzazione diretta da parte del settore pubblico nelle aree cosiddette “a fallimento di mercato”, ovvero quelle dove gli operatori non hanno convenienza ad investire.

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