CARMAGNOLA – I ricordi di Emanuele Bella diventano teatro

Aperilibro con il Gruppo di Lettura.  Possono i ricordi dell’infanzia, vissuta nei borghi dell’Alta Langa, diventare una pièce teatrale? Assolutamente sì, se all’aperilibro di febbraio del Gruppo di Lettura Carmagnola  sull’improvvisato palcoscenico della Trattoria della Cascina Vigna si esibiscono Emanuele Bella (scrittore) e Luca Occelli (attore), entrambi originari di Farigliano.
L’occasione è stata la presentazione del libro “Camminavamo a testa alta”, ricordi di infanzia di Emanuele Bella, una serie di quadri mnemonici trasformati in racconto dallo scrittore langarolo, ambientati a Farigliano e ad Igliano, piccolo paese di 1500 abitanti (forse) abbarbicato sulle colline che guardano verso il mare. Ricordi senza melensa nostalgia, senza esaltazione del bel tempo perduto, ma illuminati da gioia e da piacere di rinverdire i pensieri di un’infanzia felice (per lo meno fino a quando fu costretto ad andare a scuola) riportati su carta con precisione fotografica colorata da sottile ironia.
“Quando è nata mia figlia, che ora ha otto anni, ho pensato di mettere su carta i ricordi più salienti della mia infanzia, un periodo in cui i bambini correvano spensierati per i boschi, non avevano il cellulare né Internet e si divertivano un sacco giocando tutti insieme” racconta Emanuele Bella, oggi manager di una multinazionale che da quel momento ha cominciato a fissare su carta i ricordi man mano che gli tornavano in mente. “Oggi abbiamo un’immagine della Langa terra di vino, ricca e opulenta. Ma quella è la bassa Langa, di Monforte, Barolo ed Alba, una terra che attrae turisti da tutto il mondo, che esporta vini pregiatissimi serviti nei migliori (e più cari) ristoranti di Inghilterra, Stati Uniti e Giappone. L’Alta Langa di Murazzano, Farigliano e Igliano non ha vigne e negli anni Settanta era particolarmente povera, arretrata rispetto alla Bassa Langa di venti o trent’anni”.
Ed ecco all’ora emergere visioni di Farigliano, con l’unico palazzo di sette piani dover abitava la famiglia Bella, mamma e papà impiegati alle poste, con i suoi pavimenti di marmo che mamma lucidava quotidianamente e rendeva scintillanti. Un palazzo che era un vero Empire State Building per una piccola cittadina dell’Alta Langa, che aveva già una sua piccola realtà industriale, con la sua tipografia di proprietà del sindaco che stampava i libri per Mondadori e la sua fornace che aveva attirato maestranze da Muro Lucano, al punto che nel paese si festeggiavano due feste patronali: San Nicola il 6 dicembre per Farigliano e il 2 settembre San Gerardo per la cittadina potentina. Ancora più rurale la vita a Igliano, con un’unica maestra per le cinque classi delle elementari, e tanti personaggi caratteristici che popolavano la vita di un bambino curioso di tutto quanto gli stava intorno tanto da ricordare, quarant’anni dopo, tratti caratteristici e simpatiche anomalie di un parroco, disprezzato da tutta la sua popolazione per il suo passato fascista, ma tanto sobrio da attrarre la simpatia del padre mangiapreti dello scrittore, un contadino che custodiva e venerava la sua unica vacca quanto e più della moglie, bottai, fabbri, calzolai e le maestre che cambiavano ogni anno. E le nevicate che sommergevano tutto e richiamavano un giallo spartineve che fendeva la coltre bianca come un Nautilus langarolo.

“Ho scritto questo libro per raccontare a mia figlia della mia infanzia; perché la sua memoria non vada perduta. Perché sappia che anche noi siamo stati bambini felici, senza videogiochi e telefonini e forse lo siamo più dei ragazzi di oggi. Perché sappia che certi valori del passato si possono recuperare, sappia che è bello fare gruppo stare insieme, condividere e solidarizzare, sentimenti che oggi sono rari, ma si possono recuperare”. Un gran bel messaggio da parte di Emanuele Bella. E se a leggere le sue storie sarà Luca Occelli, la bambina si divertirà un mondo, come si divertivano i bambini della Langa di quarant’anni fa alle storie raccontate nelle stalle dai loro nonni.

Tommaso M. Valinotti

Il prossimo appuntamento proposto dal Gruppo di Lettura Carmagnola è giovedì 29 marzo, Trattoria della Vigna (via San Francesco di Sales 188, Carmagnola): Cristina Rava, “L’ultima sonata. Un’indagine di Ardelia Spinola”. Con i suoi romanzi Cristina Rava ha saputo conquistare migliaia di lettori L’amatissimo medico legale Ardelia Spinola, il personaggio da lei creato, dovrà confrontarsi con una donna intrigante dalla mentre acuta, proprio come lei.  Un romanzo in cui le ragioni del presente hanno il loro seme nel passato, perché è da lì che veniamo e da lì inizia la nostra storia.
La serata inizia alle ore 19.30: apericena a buffet più un prelibato primo a sorpresa con acqua e caffè inclusi al costo di 12 euro; a seguire una chiacchierata informale con la scrittrice e firmacopie.
Prenotazioni: tel. 392.5938504.

Foto Cristina Tomaini

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