MAGGIO – Curiosità toponomastiche – Prima parte

L’argomento di questo mese, indubbiamente singolare, mi è stato suggerito dal signor Guido Settimo. Ho integrato alcune sue segnalazioni, consultando, quando c’era il riferimento, gli “Appunti per una lettura della Città”, vol.I, e aggiungendo qualcosa di personale: in alcuni casi si tratta di zone tuttora esistenti che negli anni hanno perso l’originaria denominazione, in altri la tradizione finora è continuata ma… prima che se ne perda la memoria… è opportuno “fissare” questi termini, soprattutto perché sono in piemontese.
I termini “antroponimica” e “toponimo” sono strati riportati come risultano dalle pagine degli “Appunti per una lettura della città”. Ritengo utili le seguenti definizioni: antroponimica è lo studio dei nomi propri di persona; toponimo è il nome proprio di un luogo geografico; toponomastica: studio dei toponimi.
PUNT RANDUN: all’incrocio tra le attuali via Salotto e Principe di Carignano, in passato esisteva un ponticello (probabile l’origine antroponimica da porre in relazione alla proprietà di certo Randone). (“Appunti”, pag.147).
PUNT ËD LË MASCHE: all’incrocio tra via Borgovecchio e l’attuale via Marconi (a cavallo dello scaricatore della Bealera del Molino). In passato, lo scaricatore, usato come fogna a cielo aperto, causava probabilmente fuochi fatui, da cui il toponimo “masche” (streghe). (“Appunti£, pag.147).
PUNT DEL MULIN: all’incrocio di via Salotto con via Umberto I.
MULIN BASS: vecchio mulino ad acqua posto nella parte terminale del corso della Bealera del Molino, demolito negli anni Trenta, era così denominato forse per distinguerlo da altri situati più a monte (“Appunti”, pag.144).
MÜLINËTTA: molino, già ad acqua, sorto agli inizi del 1600, sul Vuotasacco, all’altezza dell’attuale via Piave, forse era così denominato per le modeste dimensioni rispetto ad altri. Di proprietà comunale, veniva affittato e subì varie trasformazioni  fino al 1951 .Ultimo gestore Antonio Serafino dal 1948 che era subentrato a Giuseppe Gandiglio. (“Appunti”, pag.143).
ËL PULMUN: all’incrocio tra le attuali via Principe e corso Vinovo. Un tempo era caratterizzato dalla presenza di un ponticello in mattoni e si tratta forse di una contrazione del piemontese “punt ed mun” (“Appunti”, pag.146).
ËL GHET: agglomerato rurale (un tempo) prospettante su via XXIV Maggio. Nonostante il catasto Rabbini (1869) riporti “via del Ghetto”, non è stata trovata documentazione a sostegno dell’esistenza di una comunità israelitica riunita in un ghetto (“Appunti”, pag.140).
PIASA DEL BAL: si ritiene che vi si svolgessero i “giochi”; è stata piazza Albertina, ora è piazza Carlo Alberto.
BURG VEJ: comprende una parte originaria del borgo medioevale e la zona che ne costituisce il naturale prolungamento. Diverso l’andamento altimetrico del terreno: più alto nella zona dell’ex borgo fortificato rispetto al livello del sobborgo e questa differenza venne addirittura ripresa nel tempo del Carnevale quando ci furono due carri (Borgovecchio alto e Borgovecchio basso, anno 1955). (“Appunti”, pag. 133).
BURG NÖU: in contrapposizione al sobborgo di più antica origine (Borgovecchio), è però noto come “burg dij mat”. Posto a nord-est del concentrico, si ritiene che questo toponimo sia relativamente recente e sono comunque note le chiassose feste che lì avevano luogo per la presenza di numerosi buontemponi (“Appunti”, pag. 134).
RIVA FREIDA: ora via Zappata, che in effetti non riceve molto sole.
ËL SOL: via Silvio Pellico, zona sud (termine ripreso come Contrada nel Carnevale).
LORET: via XXIV Maggio angolo via Silvio Pellico, deve la denominazione alla presenza della cappella intitolata a Nostra Signora di Loreto (“Appunti”, pag.145).
VIA DEL MULIN: via IV Novembre, doveva la denominazione alla presenza del mulino di proprietà Serafino. fin dal 1920. Il mulino “nuovo” fu attivo dal 1952-53, proprietà Antonio Serafino.
PO CIT: primo tratto di strada Villastellone. Così era designato il corso d’acqua che aveva funzione di scaricatore delle acque di piena del Po, scorrente immediatamente a levante del capoluogo ma il termine è stato poi esteso a tutta l’area interessata al percorso del canale (“Appunti”, pag.146).
RICAJRET: la zona del cimitero (ved. Questa stessa rubrica, febbraio 2018, sul trasferimento dal vecchio cimitero situato presso la chiesa di San Remigio alla nuova sede).
LA MALBES: dove è stato costruito il Convitto (Vva Salotto, di fronte, ora, al Mercatò Local).
BRAS ED LA MADÒNA: tratto di sponda, sulla sinistra del fiume Po, sito ad est del capoluogo, caratterizzato da rilievi alluvionali (“Appunti”, pag.134).
(Fine prima parte – Continua a giugno).



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