DICEMBRE – Il tramway e una famiglia carignanese
Il tramway e una famiglia carignanese. Nel corso delle ricerche relative al tramway, sono venuta a conoscenza dell’incidente mortale occorso al “piccolo Allocco”: mi sono allora rivolta al signor Aldo Allocco che, gentilmente, non solo mi ha confermato il fatto ma mi ha pure consegnato un pro-memoria sulla sua famiglia.
Qui leggo: “il 18/6/1930 nasce il quarto figlio, Renato, e nel settembre 1931, all’imbrunire, mio padre si attarda sul lavoro (materassaio-tappezziere) e mia madre con i figli gli viene a dare una mano per finire. Renato, che appena cominciava a camminare, esce dall’androne, poi, non visto, attraversa la strada proprio nel momento in cui sopraggiunge un autocarro: viene ucciso sul colpo. Ho nei miei ricordi quel corpicino a terra, la disperazione di tutti”. Da uno schizzo del signor Aldo, risulta che papà Allocco svolgesse il suo lavoro nella casa all’angolo di via Isonzo con via Umberto I (ora via San Remigio), dove adesso ha sede uno studio legale; allora c’era un portone che dava accesso al cortile in fondo al quale abitava la famiglia Allocco.
Ma la breve storia scritta dal signor Aldo riporta un altro episodio inquietante, con il tramway tragico protagonista. Già sapevo, da quando mi ero interessata alle “scole veje”, che Lorenzo Allocco era morto a soli quarant’anni, lasciando la moglie e quattro figli ma solo ora scopro come: “a La Loggia, salendo di corsa sul tramway in movimento, era finito sotto le ruote: amputate entrambe le gambe, muore dopo tre giorni di agonia, invocando i nomi dei figli, il 13/9/1933 alle Molinette e viene sepolto a Torino”, purtroppo per difficoltà economiche, lontano dai suoi cari. Alla domanda “Perché questa tragedia a La Loggia?” il signor Aldo risponde: “Mio padre tornava dal lavoro a Torino, scese a La Loggia per salutare un amico”.
Lorenzo Allocco era nato a Bra il 7 aprile 1893 e comincia a lavorare come tappezziere su automobili in diverse carrozzerie (gli interni delle auto erano in stoffa). La famiglia (padre Guglielmo, madre Domenica Fiore ed i figli Antonia, Giovanni e Lorenzo) si trasferisce a Carignano il 10/7/1905 e Lorenzo continua il suo lavoro in una carrozzeria a Torino. Riprendo il testo: “Mio padre si riscopre un ottimo atleta con tante gare vinte nelle corse a piedi, entra a far parte della locale formazione di calcio ed ottiene la licenza elementare a 19 anni dopo un corso serale. Parte militare di leva il 20/9/1913 e viene assegnato al 243° regg. Fanteria a Novara ma dal servizio militare passa direttamente al fronte: viene congedato il 9/9/1919 a Fiume, a 26 anni. Ricompense? Si, medaglie, diverse. Il 25/12/1920 sposa Maria Bonessa e si trasferiscono a Torino dove nasce il 22/1/1922 Mariuccia (Nuccia): è operaio in Fiat Carrozzerie, anni difficili, anche politicamente con l’avvento del fascismo (da testimonianze risulta la sua avversione a quel Partito) e ritorna a Bra dove nasce, il 4/8/1925, Aldo. L’anno seguente, dopo la morte del padre, Lorenzo viene a Carignano, vicino a sua madre, Meca, e si mette in proprio: conosce bene il suo mestiere e spera di migliorare la situazione della sua famiglia”. Negli anni precedenti già erano scomparsi la sorella Antonia, il fratello Giovanni ed anche sua figlia Domenica: viene quindi accolta con gioia la nascita di Giuseppina (3/10/1927) ma “per Lorenzo crescono problemi e responsabilità e si butta nel lavoro, senza badare a orari e fatiche”. Segue purtroppo la triste parentesi del piccolo Renato ed il padre “trova sfogo nel bere” (del resto, al fronte, erano dosi di alcool che “davano il coraggio per le azioni”).. La nascita di Pietro (27/1/1933) porta una nota lieta ma solo pochi mesi dopo per papà Lorenzo si chiude il cerchio della vita.
Come eravamo
Rubrica a cura di Marilena Cavallero