“44 gatti in noir” in fila per 304 pagine.  Aperilibro con il Gruppo di Lettura Carmagnola, l’appuntamento di gennaio

44 gatti in noir

Gatti e scrittori noir sono un’accoppiata che va a braccetto da secoli, visto che il padre del racconto poliziesco Edgar Allan Poe aveva come compagna di lavoro la gatta Cattarina. Giovedì 31 gennaio tre giallisti hanno raccontato alla Trattoria della Vigna di Carmagnola come è stato scrivere un brevissimo racconto che avesse come protagonisti gatti e non solo.

E’ trascorso mezzo secolo, ed anche qualche giorno in più, da quando allo Zecchino d’Oro misero in fila per sei 44 gatti (con il resto di due).

Carlo Frilli, invece, i 44 gatti li mette in fila sulle 304 pagine di questa antologia in cui 49 autori propongono i loro racconti rigorosamente noir. Come i gatti neri, che porteranno anche sfortuna, secondo stupide superstizioni, ma hanno fascino da vendere, pari solo a quello delle pantere nere di cui sono gli emuli in sedicesimo.

Ma i gatti sono animali molto particolari. Morbidi, flessuosi, indipendenti, testardi, con unghie affilate. E hanno le loro regole, da cui non transigono di un millimetro. Insomma, sono l’unica razza animale che è riuscita ad addomesticare la razza umana. E per questo sono tanto amati.

Un’antolgia noir dedicata a Marco Frilli

E così l’editore genovese ha pensato di dedicare un’antologia al proprio padre, Marco Frilli, fondatore dell’omonima casa ,proponendo agli autori che vi compaiono regole molto precise. In ogni racconto deve essere presente un gatto, che deve in qualche modo relazionarsi con Marco Frilli, il tutto contenuto in poche migliaia di battute, dentro le quali il racconto deve nascere, svilupparsi e concludersi con la soluzione.
Mica facile.



Una vera sfida, che però ha intrigato decine di amanti del racconto noir, al punto che quella presentata dal Gruppo di Lettura di Carmagnola giovedì 31 gennaio alla Trattoria della Vigna è la seconda edizione del volume che ha riscosso un meritato successo. Già in preparazione una terza edizione, sempre con racconti nuovi.

Per ovvie ragioni di spazio e tempo non tutti gli autori si sono presentati all’incontro con i lettori carmagnolesi, ma Ivano Barbiero, Fabrizio Borgio e il carmagnolese Domenico Ippolito hanno ben rappresentato i loro colleghi. Hanno proposto un esauriente spaccato di come è nata questa antologia e quali ostacoli hanno dovuto superare per redigere il loro racconto.

Barbiero, Boggio, Ippolito

Ivano Barbiero ha trovato poche difficoltà a stare nei limiti degli spazi (ristretti) imposti dall’editore, avendo lavorato 35 anni presso Stampa Sera, La Stampa e Torinosette, scrivendo di nera, spettacoli, cronaca e arte. Gli spazi sui giornali, si sa, sono sempre ristretti, perciò stare in quelle misure non è stato un problema.

Come cronista di nera ha vissuto in contatto con la morte violenta per due decenni e quindi trasporre queste sue esperienza di vita vissuta sul file dell’antologia non è stato così difficile. Ma sicuramente stimolante.

L’astigiano Fabrizio Borgio è più appassionato di horror che di polizieschi, ma è difficile stabilire il confine fra il giallo ed il viola, e negli anni ha costruito un paio di personaggi come l’ispettore Giorgio Martinengo e l’agente speciale Stefano Drago, protagonisti dei suoi romanzi. Abituato a racconti di ampio respiro, ha trovato la sfida del racconto breve particolarmente accattivante.

Interessantissimo il percorso del carmagnolese Domenico Ippolito, che vanta una lunga militanza nel mondo del cabaret e della commedia, abituato quindi ad un linguaggio stringato che giunge immeditatamente la sodo. Pur lontano mille anni luce dall’intrigo del poliziesco, nel quale si è cimentato la prima volta.

Genova e la Ligura, le Langhe e il Piemonte

Nella serata carmagnolese tutti e tre gli autori hanno riconosciuto le intuizioni ed il carisma di Marco Frilli, personaggio al quale il noir italiano deve moltissimo,. Ha avuto infatti il merito di sdoganarlo da una sudditanza rispetto ai blasonati (spesso anche troppo) romanzi anglo-americani, francesi e ora anche scandinavi, insistendo sul far muovere i protagonisti delle opere da lui pubblicate nei nostri territori. 

Inizialmente Genova e la Liguria, ma anche le Langhe ed il Piemonte,  offrendo a questi paesaggi una riconoscibilità immediata che conquista il lettore e lo fa immergere nel territorio, quasi invitandolo a visitarlo e scoprirne le peculiarità che hanno fatto da palcoscenico a investigatori comprimari ed assassini.
Un’antologia leggera, nonostante le oltre trecento pagine, che accomuna tutti gli autori in un linguaggio snello, stringato, spogliato completamente da un’aggettivazione ridondante.

Un’antologia perfetta da leggere in queste serate d’inverno, seduti vicino al caminetto, in compagnia di un buon bicchiere di grappa delle Langhe accarezzando il nostro amico gatto. Non necessariamente nero.
“44 gatti in noir”, a cura di A. D’Amaro (Frilli Editore).

Tommaso M. Valinotti

(Foto di Cristina Tomaini)

Prossimo Aperilibro: appuntamento con Stefano Piedimonte

Prossimo Aperilibro: Stefano Piedimonte “L’uomo senza profilo”.
«Quello che so è che mi chiamo Piedimonte. Di più, non posso garantire.» Stefano Piedimonte, scrittore napoletano trapiantato a Milano tra molto alterne fortune, si è ridotto così, steso sul letto nel suo monolocale di periferia, a dubitare del proprio passato, del proprio presente e della propria stessa identità, in compagnia di un cucciolo di bassotto forse immaginario.
Giovedì 28 febbraio 2019, ore 19.30 – Trattoria della Vigna, Carmagnola (via San Francesco di Sales 188). Prenotazioni: tel. 392.5938504.

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