Noi… non erano solo canzonette. Una mostra alla Promotrice per raccontare con 100 brani musicali e molte immagini l’esistenza collettiva dell’Italia dal 1958 al 1982

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Sono solo canzonette, sosteneva Edoardo Bennato in una celebre canzone del 1980. Sappiamo che quasi mai è così e non ci credeva nemmeno lui. Dal 1958 di “Nel blu dipinto di blu” cantata da Modugno sul palco di Sanremo al 1982 dell’abbraccio di Paolo Rossi nella notte di Madrid in cui l’talia divenne campione del mondo: meno di un trentennio in cui il nostro Paese ha vissuto una profonda rivoluzione dei propri sistemi sociali, etici ed economici. Anni in cui anche la musica ha svolto un ruolo importante. La mostra Noi… Non erano solo canzonette, alla Promotrice delle Belle Arti di Torino (viale Diego Balsamo Crivelli 11) dal 22 marzo al 7 luglio è proprio il racconto di questi anni cruciali del secolo scorso attraverso, oltre che le immagini, quella musica che ha saputo parlarne il linguaggio, descriverne i fatti, respirarne il clima e restituirne le emozioni. Tutt’altro che canzonette.



La mostra è a cura di Gianpaolo Brusini, Giovanni De Luna, Lucio Salvini, con la partecipazione di Fabri Fibra, Giorgio Olmoti e Omar Pedrini, e si propone come una grande rappresentazione della storia italiana recente e della nostra esistenza collettiva in anni in cui la “musica d’autore” diviene strumento di esplorazione e interpretazione delle grandi trasformazioni che caratterizzarono  l’epoca.
Patrocinata da Regione Piemonte, Comune di Torino, Camera di Commercio di Torino, RAI, SIAE, FIMIed SCF, la mostr è prodotta da Bibibus Events con il supporto di Intesa Sanpaolo.

A costante contrappunto 100 opere musicali italiane, selezionate nel repertorio di quel periododa Peppino di Capri a Francesco Guccini, da Patty Pravo a Fabrizio De André, costituiscono una chiave di lettura e approfondimento in grado di trasmettere, anche a chi non c’era, il senso profondo di quella musica e di quegli anni. Un “passo a due” fra musica e società, dove gli stili di vita, le mode, le relazioni interpersonali e perfino le stesse istanze sociali sono influenzati l’uno dalle altre.
Pur utilizzando un criterio di massima inclusività, i 100 brani scelti sono il frutto di una selezione non esaustiva ma comunque in grado di trasmettere, anche a chi non c’era, il senso profondo di quella musica e di quegli anni.

Il percorso espositivo è suddiviso in dodici aree tematiche. Dalla grande immigrazione verso le città del Nord della fine degli anni cinquanta, sino al disimpegno che ha configurato gli anni ottanta, vedremo il mutare del profilo delle città e delle campagne (“Il Boom”), l’avvento del consumismo (“Carosello”), la conquista del tempo libero e delle vacanze di massa (“Abbronzatissimi”), l’emancipazione femminile (“Pensiero Stupendo”) e giovanile (“L’Esercito del Surf”), le rivendicazioni sociali e i movimenti studenteschi (“C’era un ragazzo che come me”), le contrapposizioni laici e cattolici (“Dio è morto”) le lotte operaie (“Contessa”), il terrorismo (“La locomotiva”), le radio libere (“Musica ribelle”), le discoteche (“La febbre del sabato sera”) ed infine il riflusso che darà inizio agli edonistici anni ’80 (“Splendido Splendente”).
l repertorio iconografico a corredo della mostra   proviene  in gran parte dalla Sezione fotografica dell’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo. Le immagini, destinate ai quotidiani, ai rotocalchi e ai settimanali illustrati dell’epoca, restituiscono lo sguardo dei fotoreporter di cronaca e la loro grande abilità nel rappresentare le molteplici realtà italiane.
Le opere video provengono dagli archivi delle Teche RAI, oltre che dall’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa di Ivrea, che nelle sue collezioni conserva opere di: Michelangelo Antonioni, Alessandro Blasetti, Paolo e Vittorio Taviani, Bernardo Bertolucci, Luciano Emmer, Dino Risi, Valentino Orsini ed Ermanno Olmi, alcune delle quali trovano il loro posto nel percorso espositivo.

Ulteriori informazioni: www.mostranoi.it

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