ELEZIONI REGIONALI DEL PIEMONTE 2019 – Intervista al candidato Davide Nicco
DAVIDE NICCO candidato alle Regionali 2019
Urne aperte, domenica 26 maggio dalle 7 alle 23, per il rinnovo del Parlamento Europeo e per le elezioni regionali del Piemonte, oltre che per numerose Amministrazioni comunali (per quanto riguarda la nostra zona a Villastellone, Vinovo, Piobesi Torinese, Pancalieri) . I cittadini piemontesi sono chiamati ad esprimere il proprio voto per eleggere il Consiglio regionale e il Presidente della Giunta.
Pubblichiamo su queste pagine le presentazioni e le interviste ai candidati del territorio al Consiglio regionale del Piemonte che hanno manifestato la loro disponibilità a rispondere alle domande della Redazione e rinnoviamo ancora una volta il nostro invito: la Redazione di “Ieri Oggi Domani – Cronache, arte e cultura sul filo del Po” è disponibile a intervistare tutti i candidati interessati, che possono contattarci scrivendo a redazione@ierioggidomani.it.
SCHEDA DI PRESENTAZIONE
Nome: Davide
Cognome: Nicco
Età: 50 anni
Titolo di studio: laurea in Economia e Commercio
Professione: dottore commercialista e revisore legale
Note personali: per 10 anni Sindaco di Villastellone
Nome della lista: Fratelli d’Italia
Schieramento: Centro Destra
LA NOSTRA INTERVISTA A DAVIDE NICCO
Si presenti agli elettori. Può raccontarci della sua provenienza ed esperienza politica?
Ho fatto per 10 anni il sindaco a Villastellone. Fino ad oggi non avevo mai militato in un partito, pur avendo chiare idee politiche di centrodestra di ispirazione liberale.
Giunto al termine del mio mandato, Guido Crosetto e Fabrizio Comba, persone per le quali nutro profonda stima a quanto pare ricambiata, mi hanno chiesto di candidarmi per la Regione.
Ho accettato, sperando di poter rappresentare il mio territorio e i suoi cittadini in Consiglio Regionale.
Secondo lei, quali sono le urgenze per il Piemonte in questo particolare frangente storico?
Il Piemonte deve sviluppare le sue grandi potenzialità in termini di manifattura di qualità, agricoltura e turismo, andando oltre il tradizionale distretto della grande industria automobilistica, che negli anni ha perso di importanza per il trasferimento delle lavorazioni in paesi con più basso costo della manodopera.
Per far questo la Regione deve incentivare le piccole imprese artigianali e commerciali, non solo in termini di contributi economici, ma soprattutto in termini di snellimento della burocrazia.
Faccio il commercialista e vedo quanto tempo devono perdere i lavoratori autonomi per questioni burocratiche assolutamente lunari, sia per la farraginosità delle procedure, sia per i tempi sudamericani di risposta di alcune pubbliche amministrazioni, i cui funzionari troppe volte si rimbalzano l’un l’altro responsabilità e competenze, per non assumersi rischi.
Quali nuove esigenze ha riscontrato in questi anni da sindaco in termini di servizi?
La gente chiede lavoro. Non reddito di cittadinanza o sussidi economici, ma di poter lavorare.
Il lavoro non è solo denaro: il lavoro è una primaria necessità umana per trovare una propria ragione di vita all’interno della società. Senza lavoro non c’è dignità.
Un Sindaco questo lo capisce abbastanza in fretta, perché vive ogni giorno in trincea, insieme ai propri cittadini, e non in palazzi dorati.
Un Ministro che non ha mai amministrato neppure il suo condominio e si trova proiettato senza alcuna esperienza nella stanza dei bottoni, questo principio di base non lo capisce.
E si inventa il reddito di cittadinanza, invece di investire nelle realtà che possono creare occupazione, ovvero non solo uno stipendio ma soprattutto dignità umana.
Perché, ad esempio, non estendere i lavori socialmente utili? Se nel mio Comune avessi a disposizione il lavoro di una decina di disoccupati retribuiti con i fondi del reddito di cittadinanza, la trasformerei in una piccola Svizzera per pulizia, cura del verde e manutenzione perfetta.
E invece no, si dà loro una somma di denaro, ma non la dignità di un lavoro.
Cosa può dirci sul tema della sanità e del sociale?
La Regione aveva promesso due ospedali nuovi, la Città della Salute e quello dell’Asl To5. Il primo è fermo, del secondo si sono perse le tracce da due anni, ed è stato finanziato meno del 20% dell’opera.
Continuiamo quindi a curare i piemontesi in strutture troppo vecchie che per questo richiedono spese di manutenzioni astronomiche ogni anno, e sono tutti soldi sottratti ai servizi sanitari.
La sanità funziona esclusivamente per merito di operatori che, seppur in infrastrutture inadeguate e con risorse insufficienti, buttano il cuore oltre l’ostacolo e prendono a cuore le sorti dei pazienti, facendo miracoli.
Gli operatori sanitari sono da ringraziare, e molto, non invece la Regione.
E sul fronte di trasporti e mobilità?
E’ chiaro che l’opera fondamentale per il Piemonte è la Tav.
Se vincerà il centrodestra, in cui tutte le componenti sono a favore, la Tav si farà. Nella coalizione di centrosinistra esistono invece esponenti che sono dichiaratamente No Tav, e quindi la sua realizzazione sarà a forte rischio, con gravi conseguenze per lo sviluppo della nostra Regione.
Quali sono gli obiettivi che si propone di perseguire se sarà eletto?
Vorrei rappresentare un punto di riferimento in Regione per la provincia sud di Torino, che ormai da trent’anni non ha in Regione un suo rappresentante.
Quando un cittadino, un Comune o un imprenditore ha bisogno di qualcosa in Regione non sa a chi deve rivolgersi, fosse anche per informazioni o per sollecitare la risposta a una pratica magari ferma da tempo. Io vorrei essere la persona a cui potersi rivolgersi in questi casi, con la possibilità di potermi rintracciare in tempo reale in qualsiasi momento. Il mio motto sarà “cosa posso fare per te?”
Secondo lei in quale ambito si è fatto poco fino ad oggi in Piemonte?
Nello snellimento delle pratiche burocratiche, a danno dei Comuni, delle imprese e quindi dei cittadini.
Lei pensi che per intervenire con un’opera nel raggio di 150 metri da un fiume, un cittadino, un’impresa o un Comune deve chiedere 3 successivi permessi, due dei quali agli uffici regionali, e aspettare tra i tre ed i sei mesi. Una pazzia.
E, inoltre, gli uffici regionali sono assolutamente carenti dal punto di vista informatico: pensi che per la valutazione di un’opera la Regione ha chiesto di far avere fisicamente a Torino tre copie cartacee del progetto, ciascuna di un metro per un metro. Nell’era del digitale si deve lavorare su file informatici, non sprecare tempo e risorse in anacronistici progetti cartacei.
Il punto cardine del suo programma elettorale?
Ovviamente il programma è quello della coalizione di centrodestra, a partire dalla realizzazione della Tav.
Per quanto riguarda me personalmente, vorrei proporre su base regionale l’aiuto alle famiglie in difficoltà per sovraindebitamento incolpevole. Le famiglie che, per cause a loro non imputabili, quali la perdita del lavoro, dissesti finanziari o patologie come la ludopatia, hanno contratto debiti che non riescono più a pagare, possono uscire dalla loro situazione grazie alla legge 3, così detta “Salvasuicidi”, poco conosciuta e ancor meno applicata.
Villastellone, primo Comune del nord Italia, ha aperto un centro di aiuto e in 2 anni abbiamo fatto ritornare a vivere 30 famiglie, prima davvero disperate.
Immagino quante famiglie potremmo aiutare se estendessimo l’esperienza di un piccolo comune a tutta la Regione.
L’astensionismo sembra essere in crescita…. Perché i piemontesi dovrebbero andare a votare e dare il voto a lei e al suo schieramento?
Il Piemonte è una Regione in declino, e non per colpa dei piemontesi.
E’ governata da 5 anni da persone con mentalità del secolo scorso, che vivono nel chiuso dei propri palazzi per uscirne fuori solo in campagna elettorale.
Chi ha mai visto Chiamparino far visita al proprio Comune prima di questa campagna elettorale?
Negli ultimi anni lo si vedeva fotografato in smoking ai party della Torino altolocata, con imprenditori, banchieri e personaggi dello spettacolo, ma mai a far visita in un Comune per capirne le esigenze e ascoltare la gente.
Occorre un ricambio, occorre dar fiducia a gente che vive con i cittadini, ad amministratori locali e Sindaci che ne condividono e ne conoscono problemi ed esigenze quotidiane.
Credo che l’elettorato piemontese l’abbia capito e sarà capace di dimostrarlo il 26 maggio.