Sanità piemontese, evitare il disavanzo attraverso il monitoraggio dei costi e la programmazione

I conti della sanità piemontese

Sui conti è necessario intervenire tempestivamente: lo ha chiesto l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi ai direttori generali delle aziende sanitarie piemontesi nell’incontro avvenuto ieri, 1° agosto.
In apertura di riunione l’assessore ha ricordato che nel 2018 i bilanci delle Asr hanno riportato una perdita complessiva di 161 milioni di euro e che per favi fronte la Regione ha dovuto utilizzare anche le risorse di gestione sanitaria accentrata accantonate negli esercizi precedenti: “Questa situazione di risorse correnti non sufficienti a coprire la spesa corrente non può e non deve essere il modus operandi del sistema sanitario regionale. I bilanci di previsione 2019, redatti a inizio giugno, prevedono perdite di esercizio per oltre 454 milioni di euro”.



Icardi ha ribadito le preoccupazioni per l’andamento economico del sistema sanitario regionale, rilanciando gli obiettivi di risanamento dei bilanci: “I conti vanno molto male e occorre intervenire subito – ha dichiarato – Quello che mi aspetto da voi è che vi sia una potente sterzata, con una riduzione delle spese. Questo Governo non assisterà passivamente alla generazione di un disavanzo in grado di minare la sostenibilità del servizio, finendo col privare i piemontesi della possibilità di effettuare le proprie scelte in tema di sanità pubblica”.

“La Costituzione Italiana  -ha ricordato -, a cui tutti siamo soggetti, prevede il pareggio di bilancio”. E ha ribadito:“Il disavanzo va evitato attraverso la programmazione e l’attento monitoraggio dei costi, mediante un atteggiamento proattivo nella gestione delle risorse. Le aziende sanitarie regionali facciano lavorare i propri controlli di gestione, proseguano o promuovano eventuali confronti fra i territori, e le attuali differenze di spesa, a parità di servizio, vengano presto ridotte. Mi aspetto uno sforzo maggiore da parte di quei territori che, compreso il finanziamento degli ospedali, hanno una quota capitaria più alta”.

 

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