Sito per il nuovo ospedale unico Asl TO5, l’assessore Icardi. “Non ci affideremo ai rabdomanti”
“Non è vero che sul nuovo ospedale unico dell’Asl To 5 non ho sentito i sindaci, né che intendo dirottare i finanziamenti altrove”, ha sottolineato l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi a proposito della collocazione della struttura sull’area Vadò, tra Moncalieri e Trofarello, sito individuato dalla precedente Giunta ma ora messo in discussione.
In risposta alle considerazioni del sindaco di Moncalieri Paolo Montagna, Icardi ha spiegato prima di Natale: “Al contrario, sono stati proprio diversi sindaci di quel territorio ad esprimermi le loro perplessità sulla scelta del sito. Peraltro, agli atti della Regione non esistono perizie idrogeologiche che escludano su quell’area il rischio alluvionale, così come la stessa Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) segnala nello stesso luogo la presenza della falda acquifera ad appena cinque metri di profondità. Prima di dare avvio alla costruzione di un’opera così importante e costosa, mi pare legittimo, oltre che di buon senso, essere sicuri di procedere nella direzione giusta, possibilmente senza finire nell’acqua, evitando gli errori del passato, quando per i nuovi ospedali si sono scelte località dai nomi evocativi, come “Paciarina” a Verduno, “Ranè” a Calamandrana, “Millefonti” a Torino, “Fontanone” a Biella, “Fontanino” ad Asti… Non vogliamo che siano i rabdomanti a dirci dove costruire l’ospedale, nè limitarci ai parametri urbanistici del piano regolatore. Decideremo sull’esito di perizie appropriate, che ragionino su proiezioni temporali di duecento anni e non certo di un paio di mesi. Nulla vieta che l’attuale sito venga confermato, se risponderà ai requisiti di idoneità idrogeologica, altrimenti torneremo a sentire le proposte dei sindaci. Nel frattempo, però, sarebbe opportuno che il sindaco di Moncalieri si astenesse dall’avanzare insinuazioni assolutamente prive di fondamento”.
Questa la replica dell’assessore Icardi, in merito al progetto del nuovo ospedale unico dell’Asl To 5, dopo le dichiarazioni di Paolo Montagna. Il primo cittadino di Moncalieri via social si era così espresso commentando le ultime prese di posizione della Giunta di Alberto Cirio: “Il nuovo ospedale unico dell’Asl TO5 non è solo un’occasione storica per il nostro territorio. È un’esigenza, è ciò che serve urgentemente per dare un futuro al diritto alla salute delle prossime generazioni. Nel corso degli ultimi anni, tutti i sindaci che compongono l’Assemblea hanno scommesso su questa visione, candidato le aree, guardato al futuro senza pensare al proprio campanile. La Regione Piemonte ha successivamente scelto il sito, destinato i fondi e definito il progetto preliminare. Ora bisogna fare la gara e partire con i lavori. Purtroppo, però, ieri l’assessore regionale alla Sanità Icardi ha dichiarato che il nuovo ospedale unico dell’Asl TO5 non è una priorità. E con la scusa dell’alluvionabilità dell’area, smentita dagli studi idrogeologici e della storia recente, ha detto chiaramente che è tutto in discussione. Si torna indietro. Se l’Assessore pensa di utilizzare i fondi già destinati al nuovo ospedale in altre aree del Piemonte, lo dica chiaramente. Se pensa di mettere davanti a tutto gli interessi di bottega o di partito, lo ammetta chiaramente. Nel frattempo lo aspettiamo al Santa Croce, per incontrare medici, cittadini, operatori. E’ da mesi che evita il confronto, ma noi siamo persone pazienti con il telefono sempre acceso. Il problema vero è che le alternative sono due: partire in fretta coi lavori del nuovo ospedale già finanziato e progettato in via preliminare, oppure abbandonare per sempre le ipotesi di struttura moderna, baricentrica, comoda da raggiungere, con tecnologie all’avanguardia. Io non voglio che i cittadini di Moncalieri, Nichelino, Chieri, in futuro debbano andare a Torino o ad Asti per curarsi. Io sogno l’eccellenza per la mia città e per ognuno dei 300mila abitanti dell’Asl TO5.
Io sogno una struttura all’altezza per medici, operatori, per il personale che oggi si fa in quattro per garantire il servizio alle persone.
E non è solo un sogno, perché può diventare realtà. Ci sono i soldi, c’è il progetto. Bisogna partire con i lavori e non tornare indietro. Sarebbe sufficiente che la politica pensasse alle prossime generazioni e non alle scorse (o prossime) elezioni. Noi continueremo a batterci. Come facciamo da anni, come abbiamo fatto per salvare Emodinamica e la Terapia Intensiva Neonatale, quando la Giunta era di un altro colore politico. Perché sul diritto alla salute non esistono destra o sinistra, ma solo le cose giuste da fare”.