VERBAVOLANT 2019 – Un anno (anche) di parole

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VERBAVOLANT 2019. UNA FRASE AL MESE SU IERI OGGI DOMANI. GENNAIO. Il passato è bello perché è passato, prima era bello perché era presente. Se cercate di far diventare presente il vostro passato, come minimo sbagliate la coniugazione dei verbi. Andrea G. Pinketts, da “Lazzaro, vieni fuori”.  FEBBRAIO. (…) Ho compreso, infine, /  che nel bel mezzo dell’inverno, /  ho scoperto che vi era in me / un’invincibile estate. (…). Albert Camus, “Invincibile estate”. MARZO.  La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.. Charles Bukowski, da “Storie di ordinaria follia”. APRILE. (…) Ma dimmi come si può stare bene anche quando si è lontani / E non sento la tua voce ormai da troppe settimane / Dimmi come si può stare vivi / Anche senza respirare / Posso soltanto deglutire / Singhiozzare / Cantare nella testa / Questo motivo che mi fa / Stare come una gatta che guarda dalla finestra (in un vaso) / La luna che cade in un lago dipinto di blu / E ci caschi anche tu (…). Edoardo D’Erme, Tommaso Paradiso, Lorenzo Cherubini, da “La luna e la gatta”. MAGGIO.  Le merendine di quand’ero bambino non torneranno più! I pomeriggi di maggio! (…) gli ultimi giorni di scuola prima delle vacanze… Nanni Moretti, dal film “Palombella rossa” (1989). GIUGNO. (…) Dalla finestra aperta / entra un sole bizzarro / e spensierato. / Mentre laviamo i piatti / parliamo. / Le nostre parole / sono lievi e morbide / come la schiuma. / Il pensiero diventa / trasparente e variegato e lucente / come le stoviglie / lambite dall’acqua e dal sole. Vera Durazzo, da “Poesie all’ombra del cielo”(raccolta “Viole in un bicchiere”). LUGLIO/AGOSTO. Lì dove il mare diventa più scuro. Più denso. Mi ero detto che la soluzione a tutte le contraddizioni dell’esistenza era lì, in quel mare. Il mio Mediterraneo. Jean-Claude Izzo, da “Solea” (1998). SETTEMBRE. Guardare non significa vedere, vedere non significa capire. La lezione ancora bruciava a Santamaria fermo dietro uno steccato (…). Fruttero & Lucentini, da “A che punto è la notte” (1979). OTTOBRE. Non uccidete il mare, / la libellula, il vento. / Non soffocate il lamento /(il canto!) del lamantino. /Il galagone, il pino: / anche di questo è fatto / l’uomo. E chi per profitto vile / fulmina un pesce, un fiume,/ non fatelo cavaliere / del lavoro. L’amore / finisce dove finisce l’erba / e l’acqua muore. Dove / sparendo la foresta / e l’aria verde, chi resta / sospira nel sempre più vasto / paese guasto: Come / potrebbe tornare a essere bella,/ scomparso l’uomo, la terra. Giorgio Caproni, “Versicoli quasi ecologici” (1972). NOVEMBRE.  Baratterei tutta la mia tecnologia per una serata con Socrate. Steve Jobs, da Newsweek, 29 ottobre 2001, DICEMBRELe parole sono fatte, prima che per essere dette, per essere capite. Tullio De Mauro.

VERBAVOLANT 2019.



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