Grande Torino sempre: il 4 maggio 1949 la tragedia di Superga ma il cuore granata continua a battere
Il Grande Torino, indimenticato e indimenticabile, è nella storia, una leggenda, anche per chi non è del Toro, non vive sotto la Mole e non ha la passione per il pallone. Ma per tutti coloro che, come chi scrive, hanno un cuore granata che batte, allora è amore senza fine, incondizionato e assoluto.
Ricorre oggi l’anniversario della tragedia che si portò via l’intera squadra
di calcio: era 4 maggio 1949 e, alle ore 17,05: il trimotore I-Elce di ritorno da Lisbona si schiantò contro la Basilica di Superga.
La leggenda del Grande Torino non è solo l’orgoglio di una città e dei tifosi granata, è patrimonio di un Paese e di chiunque ami il calcio. Dal 2015 la FIFA ha proclamato il 4 maggio “Giornata mondiale del giuoco del calcio”.
Nell’incidente di Superga persero la vita i giocatori Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti, Giulio Schubert; gli allenatori Egri Erbstein, Leslie Lievesley; il massaggiatore Ottavio Cortina; i dirigenti Arnaldo Agnisetta, Andrea Bonaiuti ed Ippolito Civalleri. Nell’incidente aereo persero la vita anche tre i giornalisti sportivi Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport), Renato Tosatti (Gazzetta del Popolo) e Luigi Cavallero (La Stampa) ed i membri dell’equipaggio Pierluigi Meroni, Celeste D’Inca, Celeste Biancardi e Antonio Pangrazi.
“Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta.” (Indro Montanelli).