Approvato il regolamento per i Distretti del Cibo in Piemonte: anche quello del Chierese e Carmagnolese

distretti del cibo

Giunge in porto il regolamento per i Distretti del Cibo in Piemonte, lo strumento che, attraverso il loro riconoscimento e formalizzazione, mette nelle condizioni di essere operativi i Distretti già costituiti, come quello del Chierese e Carmagnolese che vede, tra i Comuni che ne fanno parte,  Santena, Villastellone e anche Carignano. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa, ha approvato la settimana scorsa il nuovo Regolamento per l’individuazione territoriale, la costituzione, il riconoscimento e il funzionamento dei nuovi distretti del cibo. Il Regolamento è stato approvato dopo aver acquisito il parere positivo delle parti sociali, del CAL Consiglio delle Autonomie Locali e della III Commissione del Consiglio regionale.

Può così partire, l’iter di riconoscimento dei distretti del cibo in Piemonte,, come prevede il Testo unico dell’agricoltura della Regione Piemonte, la Legge regionale n.1 del 2019, art. 43.

Obiettivo dei distretti del cibo è favorire la valorizzazione delle produzioni agricole ed agroalimentari ed allo stesso tempo il paesaggio rurale piemontese. In questo modo verrebbero favoriti più soggetti di un determinato territorio: dalla filiera produttiva all’offerta turistica e culturale locale. I distretti del cibo devono inoltre  garantire la sicurezza alimentare diminuendo l’impatto ambientale delle produzioni, riducendo lo spreco alimentare e salvaguardando il territorio attraverso le attività agricole e agroalimentari.

I distretti del cibo, una volta ottenuto il riconoscimento da parte della Regione Piemonte, vengono iscritti nel Registro nazionale dei Distretti del Cibo potendo così beneficiare degli interventi di sostegno previsti dalla normativa vigente in materia.

I distretti agroalimentari di qualità già riconosciuti dalla Regione verranno riconosciuti quali Distretti del cibo qualora si adeguino entro sei mesi dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale ai requisiti previsti del nuovo Regolamento.

“Con la costituzione dei distretti del cibo, molto attesa dai nostri Comuni piemontesi, abbiamo l’opportunità di promuovere lo sviluppo di un territorio e l’inclusione sociale, valorizziamo la filiera agroalimentare e l’intero territorio rurale. Creiamo in concreto una rete tra mondo produttivo agroalimentare, offerta turistica, culturale e paesaggisticaha  sottolineato l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa  – I distretti del cibo sono un sicuro volano economico molto importante per l’auspicata ripresa post Covid 19 e pertanto era determinante arrivare all’approvazione del Regolamento da parte della Regione entro la fine di quest’anno”, conclude l’assessore Protopapa.

 




Cosa sono i distretti del cibo. I distretti del cibo individuano sistemi produttivi locali, che si caratterizzano per una specifica identità storica e territoriale omogenea e integrano attività agricole e altre attività imprenditoriali, in coerenza con le tradizioni dei luoghi di coltivazione.

Partecipano ai distretti del cibo enti pubblici, istituzioni ed imprese, la cui cooperazione può favorire ad esempio la promozione all’estero dei prodotti del territorio e l’offerta turistica. Inoltre la collaborazione tra piccole e medie imprese agricole e agroalimentari è in grado di accrescere la competitività delle imprese stesse attraverso la riduzione dei costi e l’innovazione.

Come si costituiscono. I distretti vengono costituiti mediante un accordo tra soggetti pubblici e soggetti privati che operano in modo integrato nel sistema produttivo locale.

Come funzionano. Fulcro del funzionamento del distretto del cibo è il Piano di Distretto che ha durata triennale e in esso vengono indicati il ruolo dei soggetti che hanno aderito all’accordo e le azioni che si andranno a realizzare a livello locale.

Condividi questo articolo

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.