POSTA DI DICEMBRE – I nostri lettori ci scrivono

posta di dicembre montesquieu

Posta di dicembre. Le lettere pubblicate su IERI OGGI DOMANI, versione stampa

Punto Alzheimer
sempre vicino
alle famiglie

Il nostro Punto Alzheimer aveva ripreso in presenza, nel settembre scorso, le attività della palestra cognitiva, sospese con il precedente lockdown, ed inoltre aveva attivato un gruppo di prevenzione per il mantenimento della memoria. Purtroppo, come a tutti noto, con l’aggravarsi della situazione di contagio Covid 19, siamo stati costretti, dalla fine di ottobre, alla sospensione di entrambe le attività, oltre che del Caffè Alzheimer. Per quanto concerne la palestra cognitiva però gli incontri con la psicoterapeuta proseguono mediante videochiamate, al fine di continuare a dare un supporto, ancorché ridotto, alle persone più in difficoltà, mentre il gruppo di prevenzione sarà riattivato appena le norme lo consentiranno. In questo momento non è nemmeno possibile avviare il gruppo di sostegno psicologico ai familiari: in attesa del suo futuro avvio le iscrizioni sono tutt’ora aperte.
L’Associazione, ben consapevole del disagio che stanno affrontando le famiglie, è comunque reperibile telefonicamente per eventuali informazioni che possano essere utili ( telefonate al numero 392 2914471: sarete richiamati).
Quest’anno il Natale sarà forse più austero, ma non lasciamo venire meno il suo significato più profondo. Auguriamo a tutti di poter superare in salute questo periodo e di poterci ritrovare di persona nel prossimo anno.
Associazione AMA
Punto Alzheimer di Carmagnola

Una testimonianza
dalla Croce Rossa
di Carignano




Riceviamo dalla Croce Rossa di Carignano e volentieri pubblichiamo quanto diffuso sulla pagina FB del Comitato locale.
Abbiamo deciso di condividere, con il consenso del nostro volontario Rino, la sua testimonianza/lettera. In questo periodo i pensieri di ognuno di noi che saliamo in ambulanza sono diversi. La testimonianza del nostro Rino, corpo militare della Croce Rossa Italiana e addetto TLC, ci fa pensare. Mettendo da parte un attimo l’attuale emergenza, questa testimonianza è un tesoro nelle menti di ogni soccorritore o personale sanitario. Questo è il motivo di una condivisione così importante per noi, un tesoro spesso racchiuso nelle menti di ognuno di noi, Grazie Rino per la tua apertura.
Ti vogliamo bene,
Il Comitato di Carignano della Croce Rossa Italiana
Ed ecco il post diventato lettera.
Antonio, tu non leggerai questo post. Non lo leggerai perché non sei tra i miei amici, certo. Ma io oggi voglio scriverti perché io oggi sono entrato brevemente nella tua vita, intendiamoci non un ingresso ufficiale anche se un poco invasivo. Sono entrato a casa tua, ero vestito come un marziano e tu mi hai guardato stranito. Certo io scherzando ti ho detto che non ti dovevi preoccupare, non era un’invasione aliena, e tu mi hai sorriso. Ma maledizione tu non potevi vedere il mio di sorriso, Antonio! Tu potevi vedere i miei occhi ma solo quelli ma, ti giuro, io sorridevo sotto quella mascherina e dietro a quel visor che nasconde i miei sentimenti e la mia empatia.
Ti ho preso sottobraccio e insieme siamo saliti in ambulanza. “Se si sente stanco ci fermiamo” ma tu (scusami la confidenza Antonio) hai proseguito con un guizzo, come se fermarsi fosse segno di debolezza. E quanto ti capisco.
Perché anche se stiamo male noi non dobbiamo darlo a vedere, vero Antonio?
Siamo saliti insieme in ambulanza, nonostante il respiro si facesse affannato, un gradino dietro l’altro, e abbiamo viaggiato insieme, da soli verso l’ospedale. Mentre ero dentro la tua casa ho visto le fotografie, le ho viste Antonio e ti ho visto al mare con i tuoi nipoti, in acqua sorridente, fiero e felice. E allora mentre il nostro autista guidava in mezzo al traffico ti ho chiesto di loro, tre nipoti di cui due gemelli con i boccoli biondi. Tu mi hai detto, con gli occhi lucidi, perché subito sono diventati lucidi, che ti mancano i tuoi nipoti, che ti manca abbracciarli. Ed io cosa potevo dirti se non che li riabbraccerai forte come un nonno che si rispetti e li coccolerai, perché è quello che i nonni fanno. Siamo arrivati in ospedale chiacchierando e parlando. Ti ho aiutato a scendere dalla nostra barella, scomoda peraltro, e ti sei sistemato nel lettino dentro una cameretta, ti ho attaccato la mascherina all’ossigeno, perché hai bisogno dell’ossigeno Antonio. Ci siamo guardati e ti ho detto “Abbracci i suoi nipoti da parte mia, per favore” perché io voglio che tu possa e debba farlo. Tu mi hai guardato e mi hai detto grazie. Ebbene io e te (scusami il tu) non ci incontreremo mai più e tu non mi potrai riconoscere se ci vedremo per strada ma volevo dirti che il tuo grazie non sparirà in fretta. Sarà insieme a tutti gli altri. Giusta paga di tutti noi Volontari. Ciao Antonio, abbracciali i tuoi nipoti, per favore.
Rino

“Un lutto di tutti”
Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera aperta, così come ci è stata trasmessa.
Barbara e i suoi due figli, Aurora e Alessandro, sono stati uccisi dal marito e padre, lunedì 9 novembre, nella tranquilla cittadina di Carignano.
Lo hanno saputo la mattina presto i carignanesi, attoniti; poi, la tragedia di questi nostri concittadini, ha avuto una grande eco sulla stampa e nelle televisioni.
Come è avvenuta la narrazione di questo evento? Quasi sempre, il resoconto dei fatti ha posto l’accento sulla sua apparente inspiegabilità.
La stessa Amministrazione comunale, che bene ha fatto a proclamare il lutto cittadino, ha però parlato, attraverso le parole di un Sindaco sicuramente scosso e commosso, di una famiglia “falciata da una terribile e crudele sorte”.
Barbara, Aurora e Alessandro, non sono morti in un incidente stradale, non è un fatto inspiegabile che ha falciato le loro esistenze. Se le parole hanno un senso, come tali devono essere usate. Dobbiamo chiamare questo grave episodio di violenza “femminicidio” e “infanticidio”.
Perché è importante riportare la vicenda con parole della giusta intensità e dal chiaro significato?
Pensiamo a Maria, uccisa a Venaria, il 26 settembre, a Emanuela a Vinovo il 31 luglio, a Eufrosina a Carmagnola il 17 luglio, a Mihaela a Cuneo il 22 maggio, a Bruna a Beinasco il 13 marzo, ad Anna Seergevna a Piossasco il 6 febbraio.
Pensiamo a queste donne uccise quest’anno, in quella che chiameremmo “la nostra zona”: tutte hanno perso la vita per mano di un marito o di un compagno che non accettava una separazione, non accettava che la propria compagna facesse una scelta di vita divergente dalla sua.
Lutto e dolore sono di tutti, e noi ci inchiniamo di fronte ad esso: di fronte al dolore dei parenti e dei cari di Barbara e dei due bambini, e di fronte a quello dei parenti e degli amici dell’uomo che ha posto fine alla sua famiglia e alla sua stessa esistenza.
Barbara, Aurora e Alessandro saranno sepolti lunedì [16 novembre. La lettera ci è stata inviata domenica 15. Ndr] a Frossasco. Molti di noi Carignanesi avremmo voluto portare un saluto e far sentire la nostra vicinanza ai genitori, ai familiari, agli amici: la loro scelta è stata per una cerimonia strettamente privata, e questa scelta va rispettata. E avremmo voluto anche portare la nostra riconoscenza per la scelta di donare gli organi della piccola Aurora, che potranno salvare la vita ad altri bambini.
Ma non possiamo tacere il nostro dolore e il nostro sconcerto.
La morte di Barbara è il 57° femminicidio dall’inizio dell’anno in Italia, e questa settimana sono state uccise altre due donne, Maria a Caserta e Viktoria a Brescia.
Così come è vero che i femminicidî non sono fatti episodici o casuali, è altrettanto vero che non sarà un vaccino a porre fine a queste morti, ma un cambiamento di una mentalità, un diverso modo di concepire i rapporti familiari e quelli fra uomini e donne.
Chiediamoci, per noi e per i nostri figli, e per realizzare anche per i nostri figli una forma di educazione sentimentale, perché di questo si tratta, cosa possiamo fare perché cresca la capacità di rispettare l’autonomia della persona umana, perché la violenza non sia la prima risposta alle difficoltà della vita?
Chiamare le cose con il loro nome, potrebbe essere un primo passo perché la sequenza di vittime innocenti non resti solo qualcosa di episodico e inspiegabile.
Il nostro pensiero va a tutti coloro che hanno apprezzato Barbara, e che hanno voluto bene a lei e ai suoi bambini.
Seguono 54 nomi [I cognomi non sono presenti nella lettera aperta. Ndr]

Una poesia
per ringraziare
Una poesia, tenera e affettuosa, per ringraziarli per la presenza e l’operato. Ai volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Carmagnola, che davanti alle scuole collaborano nella gestione della viabilità e della sicurezza durante l’ingresso e l’uscita, gli alunni della scuola Rayneri hanno voluto manifestare la loro riconoscenza dedicando loro dei versi che poi hanno inviato all’Associazione.
Questo il testo della poesia che i bambini della scuola primaria di corso Sacchirone hanno scritto: “La divisa che si indossa /È una responsabilità assai grossa. / Ti distingue tra la gente C/ he non resta indifferente. / Il servizio che si presta / Va svolto con la testa / Non si può mai tralasciare / Quanto importante sia sorvegliare. / Ai bambini in entrata / Oggi una mano va data / Perché si possa tranquilli passare / Senza dover faticare. / E dunque grazie amici dell’A.N.Carabinieri / Per gli sforzi fatti oggi e ieri / Di certo continuerete con volontà /Ad offrire aiuto a chi lo chiederà”. Gli alunni della scuola Rayneri
Il presidente della sezione carmagnolese della ANC Domenico Palmiero a nome di tutta l’associazione ringrazia gli alunni per il bellissimo e graditissimo gesto e ci tiene a ribadire: “Noi siamo sempre presenti per collaborare per le attività che si svolgono sul territorio. Lavoriamo sempre dietro le quinte senza mai chiedere o pretendere visibilità o guadagno. Perché la nostra paga più grossa sono questi segni di ringraziamento e affetto, ancor di più come in questo caso che ha farlo sono dei bambini e delle bambine. Questo ci sprona a metterci sempre più al servizio della comunità ed a continuare con il nostro impegno”.

Gatti
avvelenati
Vi scrivo per portare a conoscenza una situazione spiacevole e gravissima. Abito a Carignano in regione Garavella e nelle ultime due settimane sono dovuta ricorrere a cure veterinarie per i mie due gatti (randagi accasati da me) avvelenati presumo da pesticidi-diserbanti usati in campi e giardini. Tengo a precisare che tale situazione si era già verificata in passato più volte.
Voglio pensare che questi avvelenamenti siano accidentali (dovuti a passaggi su terreni trattati) e non voluti (causati cioè da esche) perché se è vero che un gatto, specialmente se selvatico, tende a sconfinare è altrettanto vero che lo si può scacciare ma non uccidere. Questo è un reato perseguibile per legge.
Mi rivolgo a chi fa un uso indiscriminato di sostanze che possono nuocere sia agli animali sia a tutti noi umani.
Per quanto sia un’utopia, spero che queste persone inizino ad usare sostanze meno dannose, che sono attualmente in commercio, accontentandosi di raccolti meno abbondanti ma più salutari. Mi auguro che in futuro non vi sia più la necessità di fare simili appelli e auspico che da chi di dovere vi sia un maggior controllo e informazioni sul corretto uso di simili prodotti.
Grazie a chi ha dedicato un po’ del proprio tempo alla lettura di questa lettera e a chi rispetta gli animali.
Lettera firmata

Niente abbracci
ma auguri per un anno migliore

L’anno “bisestile” (dicevano i miei nonni “anno bisesto anno funesto”) volge ormai al termine ma nessuno (calendari che vanno per la maggiore compresi) aveva previsto che il 2020 ci avrebbe messi , avrebbe messo tutto il mondo, di fronte ad una nuova, terribile realtà. Un virus sconosciuto che ha causato molte, troppe morti; mascherine di ogni tipo per proteggere e proteggerci; distanziamento sociale (bruttissima espressione) ora spesso mutata in distanziamento fisico: niente più abbracci, neanche una stretta di mano, saluti frettolosi e non sempre ci riconosciamo. Abitudini consolidate, che da tempo facevano parte della nostra vita, sconvolte, speriamo “temporaneamente sospese”.
Interrotte le piacevoli, interessanti chiacchierate con i miei concittadini novantenni, impossibili le ricerche sui “vecchi libroni” nello stanzino dell’archivio dell’Ufficio Segreteria del nostro Comune, giustamente accessibile limitatamente alle strette e urgenti necessità. La mia ultima presenza sul giornale risale al mese di marzo scorso. Con rammarico.
Da allora ho seguito con estremo interesse, di mese in mese, quanto veniva esposto e colgo questa occasione per esprimere un sincero grazie a Cristina Cavaglià che ha continuato con coraggio a tenere vivo questo giornale, praticamente da sola o quasi. E’ riuscita con impegno e grande professionalità ad informarci puntualmente sugli sviluppi della pandemia e, nonostante le restrizioni, a fare in modo che il mensile raggiungesse i negozi disponibili alla distribuzione.
Intanto auguro a tutti Buon Natale, con la speranza in un 2021 … almeno migliore.
Marilena Cavallero

Questa la posta di dicembre 2020 su Ieri Oggi Domani, versione stampa. Per scrivere alla Redazione inviate le vostre e-mail, complete di nome e cognome, firma e recapito, a redazione@ierioggidomani.it. La Redazione ricorda che lettere anonime e prive di firma non vengono prese in considerazione.

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