Scorie nucleari: i sindaci e la Città Metropolitana si mobilitano e chiedono un incontro con i parlamentari piemontesi
Dura presa posizione dei sindaci e della Città Metropolitana di Torino che, sui siti individuati per depositi di scorie nucleari e resi noti questa mattina. “Scavalcati da un annuncio a sorpresa, amareggiati per il rischio di cancellare in un colpo anni di promozione territoriale e di investimenti sui prodotti locali di qualità – si legge in un comunicato – Questo in sintesi quanto è emerso oggi dall’incontro convocato d’urgenza dalla Città metropolitana di Torino con i sindaci dei siti ricompresi nell’elenco pubblicato da Sogin, società pubblica di gestione del nucleare, dopo il nullaosta del Governo sulle pagine del sito www.depositonazionale.it/“.
Tra le 67 le località selezionate in Italia nelle quali esistono le condizioni tecniche per realizzare gli impianti, quattro sono sul territorio metropolitano torinese: Rondissone, Mazzè, Caluso e Carmagnola.
Nel pomeriggio di oggi, martedì 5 gennaio, i primi cittadini Ivana Gaveglio (Carmagnola) Maria Rosa Cena (Caluso) Marco Formia (Mazzè) e Antonio Magnone (Rondissone) con Claudio Castello (Chivasso) Francesco Principi (Villastellone) e Angelita Mollo (Poirino) hanno incontrato online il vicesindaco metropolitano Marco Marocco e hanno ribadito la preoccupazione che queste scelte possano avere ricadute sulle popolazioni, già spaventate dalla pandemia da covid.
“Si tratta – proseguono dalla Città Metropolitana – di amministrazioni comunali che negli anni hanno investito molto sui rispettivi territori per dare valore alle produzioni locali: basti citare il peperone di Carmagnola con l’intero distretto del cibo, la tinca gobba di Poirino, l’Erbaluce di Caluso e la nocciola di Caluso che sta per ottenere il marchio IGP”.
Accanto alla sorpresa e alla generale contrarietà dei Sindaci nell’apprendere dai giornali che il proprio territorio era stato individuato quale sede di un deposito nazionale nucleare, sono già forti i dubbi sui criteri utilizzati per l’individuazione dei 67 siti.
I Comuni di Carmagnola e Chivasso si stanno già muovendo per organizzare sedute aperte dei rispettivi Consigli comunali e tutti i sindaci hanno sottolineato il loro impegno ad approfondimenti tecnici nei prossimi 60 giorni.
“Intanto chiederemo un incontro ai parlamentari piemontesi – assicura il vicesindaco metropolitano Marco Marocco – e supporteremo i Comuni con gli approfondimenti tecnici necessari a comprendere la genesi delle scelte di Sogin. Resta grave il mancato coinvolgimento degli amministratori locali da parte del Governo centrale”.