Quali tempi ci aspettano – I NOSTRI LETTORI CI SCRIVONO

Posta di luglio

Riceviamo e pubblichiamo.

Quali tempi ci aspettano

Ancora auguri di un anno migliore (ma ci credo poco anch’io).
Sorvolo sulle criticità sanitarie a tutti evidenti e mi concentro sull’economia, colpita, non meno gravemente, da un virus che si diffonde altrettanto velocemente.
Entro la fine del 2021, forse, avremo vaccinato tutti ma: i giovani avranno perso un secondo anno scolastico; avremo perso definitivamente almeno un terzo delle nostre imprese (prevalentemente quelle piccole); avremo almeno un milione di disoccupati in più che si aggiungeranno agli attuali; avremo un calo del PIL intorno al 10%, con la conseguente riduzione del gettito fiscale (se non si guadagna non c’è base imponibile); avremo, forse, ricevuto 200 miliardi dall’Europa e sul loro impiego ho molte riserve; avremo un nuovo incremento della spesa pubblica con una esplosione del rapporto Debito/PIL che si avvicinerà al 200%.
Una qualunque impresa, con questi indicatori, verrebbe dichiarata fallita e gli amministratori arrestati.
Con queste premesse, che spero vengano smentite, mi chiedo cosa sarà di noi?
Non è che magari qualcuno se ne accorgerà e ci dirà: “cari italiani, così non va”?! E “Avete già pagato una tassa per entrare in Europa, ora dovete pagarne un’altra per restare e, visto che il vostro risparmio privato, almeno percentualmente, è il più elevato d’Europa attingete da lì per sistemare i conti (dimezzare il debito) con un nuovo blitz notturno sui conti o una patrimoniale non inferiore al 25-30%”?!
Magari il tutto inserito in un’ Europa a due velocità, con il gruppo di testa che va verso un vero stato federale e mantiene l’euro, mentre gli altri pian piano si allontaneranno e della cui sorte al momento non saprei dire.
Se facessimo parte del ristretto gruppo che costituirebbe uno stato federale vero, per quanto costoso, nel lungo periodo, potrebbe essere vantaggioso in quanto i tre elementi essenziali che caratterizzano lo stato – politica economica e fiscale, difesa e giustizia- sarebbero tolti ai nostri venditori di bibite, odontotecnici, studenti fuori corso (ricordando solo i migliori) ed altri meno noti ma altrettanto “capaci”.
Se venissimo esclusi dal gruppo di testa, a mio avviso molto probabile, all’uscita-cacciata dall’euro conseguirebbe una drammatica svalutazione della nuova moneta (circa il 50 per cento) rispetto alle principali monete mondiali (dollaro ed euro), con una equivalente spinta inflattiva che, contemporaneamente, mangerebbe il debito pubblico ed il risparmio privato, ma senza neanche toglierci i cervelloni di cui sopra che continuerebbero a far danni.
Comincio a rimpiangere quando eravamo governati da Piccoli, Preti, Storti e Malfatti: gli over 60 ricorderanno che erano brutti tempi ma questi sono peggiori.
Chi crede in Dio, ed anche chi non ci crede, preghi perché mi sbagli!

Lettera firmata




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