La Sindone in diretta tv e sui social, liturgia speciale dalla Cattedrale di Torino Sabato Santo 3 aprile

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Per Pasqua si torna a pregare, come già l’anno scorso, di fronte alla Sindone in diretta tv-sat e social.  L’appuntamento è per Sabato Santo 3 aprile, alle ore 17, dalla Cattedrale di Torino.

La speciale liturgia  sarà trasmessa in diretta su TV2000 e il segnale raggiungerà, tramite i satelliti, il mondo intero, grazie alla collaborazione della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede e del Centro televisivo vaticano. Alla diretta televisiva si accompagnerà la presenza sui social media (diretta dalle ore 16.30, pagina Facebook della Diocesi di Torino,e pagina Sindone Official) per permettere a un pubblico il più vasto possibile di partecipare a questo momento.

In Duomo con l’Arcivescovo ci sarà anche una rappresentanza dei lavoratori a rischio di licenziamento nell’ex fabbrica Embraco di Riva presso Chieri. Una presenza che avrà un doppio significato: da un lato la testimonianza di chi sta vivendo una “passione” che dura ormai da tre anni e mezzo; dall’altro, la vicinanza a mons. Cesare Nosiglia, che sin dall’inizio ha avuto a cuore le sorti dello stabilimento piemontese che occupa 407 addetti.

Monsignor Nosiglia, Arcivescovo di Torino e  Custode della Sindone,  spiega come e perché si terrà la contemplazione davanti al Sacro Lino: “Torniamo anche quest’anno di fronte alla Sindone, a pregare per la nostra comunità e per il mondo intero ancora assediato dalla pandemia. La Segreteria di Stato della Santa Sede ha autorizzato questo momento, che non è una ostensione vera e propria ma una contemplazione del sacro Lino deposto nella sua Teca. La Sindone non viene spostata in nessun modo: ma le immagini della diretta televisiva permetteranno a tutti di partecipare alla preghiera da casa e dagli schermi dei computer. Un grazie per questa collaborazione va alla rete TV2000 e al Centro Televisivo Vaticano, che diffonderà il segnale in tutto il mondo. Questo giorno del Sabato Santo è centrale, nel cammino della Chiesa; la Sindone infatti, oltre che specchio del Vangelo, ci offre non solo il corpo martoriato di Gesù nei segni della sua passione ricordati dai Vangeli, ma è anche icona di questo giorno che prelude alla Pasqua di risurrezione. Papa Francesco ci ha detto che non siamo noi che guardiamo il volto di Gesù nel sepolcro, ma è Lui che ci guarda e ci invita a vederlo vivo in tanti fratelli e sorelle che soffrono a causa del coronavirus, o per ingiustizie e violenze o soprusi vari ricevuti, ma anche poveri come sono tanti senza dimora e immigrati”.

La prima parte della celebrazione (dalle 17) – prosegue l’Arcivescovo – vedrà pertanto esporre alla nostra attenzione i vari segni della passione (dalla corona di spine, alla flagellazione, ai chiodi nelle mani e nei piedi e alla lancia che penetra nel costato del Signore) commentati da alcune persone scelte tra quanti si prodigano per alleviare le sofferenze del loro prossimo o hanno sperimentato la pandemia o altre forme di malattie o di ingiustizie e violenze. La seconda parte del pomeriggio (17,30) sarà dedicata alla preghiera presieduta dall’arcivescovo. Quest’anno, a differenza dello scorso anno, abbiamo impostato la preghiera secondo una tradizione millenaria che ha segnato il Sabato Santo, giorno di silenzio e di meditazione e di preghiera davanti alla tomba di Cristo. Si tratta dell’ora di Maria, che richiama la Madre di Dio che sta davanti al sepolcro del figlio in attesa della sua risurrezione e ricorda le parole del Vangelo che annunciano la sua passione e morte e quelle pronunciate sulla croce che parlano di perdono, di fiducia nel Padre suo, di accoglienza del buon ladrone, di abbandono alla volontà del Padre e, in particolare, di invito a Giovanni apostolo a considerarsi figlio di Maria e accoglierla nella propria casa e a Maria di considerarsi madre di Giovanni e dunque di tutti noi”.

“Mi auguro che tutto ciò – considera monsignor Nosiglia – aiuti le nostre comunità, ma anche ogni persona di buona volontà ad accogliere nella speranza, e per i credenti nella fede, questo messaggio pasquale di morte e risurrezione per non arrendersi e scoraggiarci mai di fronte ad ogni tragedia e difficoltà che dobbiamo affrontare nella vita, ma anche a operare perché tanti nostri fratelli e sorelle bisognosi di sostegno e aiuto trovino in ciascuno di noi il coraggio di imitare il Signore che non si è lasciato vincere dal male ma lo ha vinto con il bene e per questo ha sconfitto anche la morte. Il messaggio che la celebrazione vuole offrire a tutti è questo: il tuo amore è per sempre. Facciamo nostra così la certezza dell’apostolo Paolo ai Romani: chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, la miseria? Ma in tutte queste cose noi otteniamo la completa vittoria, grazie a colui che ci ha amato. Niente e nessuno ci potrà mai strappare da quell’amore che Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù nostro Signore (8,35-39)”.

European Heritage Award/Premio Europa Nostra 2019

L’arcivescovo Nosiglia conclude con un riferimento alla Cappella: “Celebriamo questa contemplazione nella nostra Cattedrale: e qualche metro sopra di noi possiamo vedere, finalmente restaurata, la Cappella inventata da Guarino Guarini, che fu la prima «casa» della Sindone qui a Torino. In questi giorni sono stati completati anche i restauri dell’altare del Bertola, al centro della Cappella: ed è un segno importante, che ci dà coraggio sulle nostre capacità di riprenderci anche dagli eventi più gravi. A quella Cappella si accede ora da Palazzo Reale, ed è compresa nel percorso museale. Ma essa rimane un luogo di culto, di preghiera e di riflessione: anche per questo mi auguro che non mancheranno, presto, occasioni per portare anche lassù la presenza di una liturgia che ricollega la nostra cultura e il nostro passato al «presente» della preghiera della Chiesa”.

 




 

 

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