Canapa industriale, ritorno green e sostenibile – Un ordine del giorno del consigliere Davide Nicco, approvato all’unanimità, impegna la Regione a sostenere la filiera piemontese
Un grande risultato per il territorio e per Carmagnola in particolare, tra le patrie indiscusse della canapa italiana e da cui è partito il suo rilancio oltre due decenni fa: un ordine del giorno presentato dal consigliere regionale Davide Nicco e approvato all’unanimità promuove il ritorno green e sostenibile della canapa industriale e impegna la Regione Piemonte a sostenere la filiera produttiva piemontese.
“Grazie all’ordine del giorno che ho presentato come primo firmatario e che l’aula di Palazzo Lascaris ha approvato all’unaninimità la Regione Piemonte si impegna formalmente ad attivarsi per tutelare e proteggere la filiera di produzione della canapa industriale: una storica produzione agricola piemontese oggi ritornata strategica per lo sviluppo sostenibile e la creazione di nuova occupazione”: il consigliere regionale del Piemonte Nicco (Fratelli d’Italia) commenta con soddisfazione il voto dell’Assemblea regionale.
“La canapa tessile – spiega Nicco – è una coltura particolarmente importante per l’economia del Carmagnolese, che vanta due varietà autoctone: la Carmagnola e la CS (Carmagnola Selezionata), famose nel mondo al pari di altre eccellenze del territorio piemontese. Il Carmagnolese produce la gran parte delle sementi poi esportate a livello mondiale. Sviluppare e sostenere la filiera dei riproduttori piemontesi è anche un’importante opportunità di lavoro per un numero sempre crescente di aziende agricole e altri operatori del nostro settore della canapa industriale, ricercata non solo in ambito tessile ma anche edilizio, alimentare, cartario e farmaceutico. Grazie a questo impegno, il Piemonte si impegna a tutelare e valorizzare le sue due varietà autoctone di canapa e si propone come regione capofila a livello nazionale nello sviluppo di un modello di filiera della canapa industriale sostenibile, green, biologica, tracciabile e lecita”..
“Siamo orgogliosi – commenta la giovane neo residente di Assocanapa Carlotta Canavesio – che la Regione Piemonte abbia portato a compimento il primo ed essenziale risultato per lo sviluppo della canapicoltura nella nostra terra, che vanta una tradizione centenaria nella coltivazione di questa pianta. Mi piace pensare, aggiunge la Presidente, che quanto avvenuto oggi sia anche merito del lavoro della nostra associazione che dal lontano 1998 ha creduto in questo progetto e vi ha dedicato con determinazione tempo, passione e risorse. Siamo certi che dalla collaborazione con le istituzioni piemontesi la nostra filiera potrà crescere, rafforzarsi e diventare un modello replicabile anche nelle altre regioni italiane facendo da volano alla ripartenza di una economia agricola green e sostenibile”..
La canapa in Piemonte, una storia secolare dal grande futuro. Il Piemonte vanta una tradizione secolare di coltivazione della canapa industriale, in particolare delle varietà storiche del territorio carmagnolese: Carmagnola e CS (Carmagnola Selezionata), che hanno sviluppato le loro caratteristiche e peculiarità adattandosi all’ecosistema della regione.
Si tratta di varietà giganti (possono raggiungere anche i 7 metri di altezza), un tempo ricercate in Europa per la robustezza della fibra utilizzata a scopi militari e per la produzione di cordami e tessuti e oggi richieste in tutto il mondo per l’impiego dei fiori, soprattutto nel comparto farmaceutico data la loro naturale ricchezza di cannabinoidi in percentuale più alta rispetto alle varietà di canapa industriale presenti sul mercato.
La coltivazione si era interrotta alla fine degli anni ‘50 a favore di altre colture meno faticose per gli agricoltori. Si è iniziato nuovamente a coltivarla dagli inizi degli anni ‘90 su pochi ettari e da parte di agricoltori che hanno mantenuto vive queste varietà storiche negli orti familiari. Con il passare degli anni è cresciuto fortemente l’interesse per la coltivazione della canapa industriale. Sono ormai riconosciute da tutti le sue straordinarie possibilità di utilizzo in più settori (edilizia, alimentare, cartario, farmaceutico, tessile) nell’ottica di un’economia green. La canapa si è infatti rivelata un’ottima coltura da rotazione, con proprietà ammendanti per i terreni, tanto da beneficiare al pari di altre del contributo Pac.
A promuovere e incentivare la coltivazione della canapa industriale in Italia è una legge dello Stato, la 242/2016, che all’art. 8 recita: «Lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, negli ambiti di rispettiva competenza, possono promuovere azioni di formazione in favore di coloro che operano nella filiera della canapa industriale e diffondono, attraverso specifici canali
informativi, la conoscenza delle proprietà della canapa industriale e dei suoi utilizzi nel campo agronomico, agroindustriale, nutraceutico, della bioedilizia, della biocomponentistica e del onfezionamento». E la risoluzione approvata il 14 novembre 2019 dalla XIII Commissione parla di «costituzione di nuovi poli sementieri, a garanzia della qualità e della tipicità italiana delle varietà
selezionate».
Le superfici coltivate a canapa industriale sul territorio nazionale sono aumentate negli ultimi anni rispondendo al crescente interesse del mercato arrivando ad alcune migliaia. In Piemonte si è sviluppata negli ultimi tre anni la filiera specializzata di riproduttori di semente delle varietà storiche del territorio che è arrivata a coltivare nel 2019 300 ettari coinvolgendo oltre 80 aziende agricole principalmente nelle province di Torino, Cuneo, Asti e Alessandria. Accanto a questa si sta sviluppando da quest’anno anche la filiera delle sementi biologiche, prima e unica in Italia.
La canapa industriale in Piemonte, settore in forte crescita. Per la prima volta con la produzione 2019 di semente non si è riusciti a soddisfare la richiesta del mercato internazionale. Si è così reso necessario portare gli ettari ad almeno 500 nella stagione
2020, con il coinvolgimento di un numero sempre crescente di aziende agricole.
Contemporaneamente allo sviluppo della filiera di seme da riproduzione si sta creando anche quella edilizia con il conferimento delle paglie di canapa da parte degli agricoltori all’impianto di lavorazione situato a Carmagnola, che produce canapulo e fibra e serve quindi diverse aziende, cantieri e artigiani edili sia della regione che di quelle limitrofe.
Per ragioni tecniche e per le specificità della canapa industriale, soltanto filiere del tutto complete su base territoriale, che siano bene organizzate nelle attività di programmazione, supporto agli agricoltori e loro associazioni anche per la parte tecnico/burocratica ed agronomica e il monitoraggio delle attività di coltivazione, raccolta, prima e seconda lavorazione, filiere però unite nello svolgimento delle azioni più «strategiche» ormai individuate, potranno portare la coltivazione della canapa industriale in Italia ad essere una realtà significativa sotto l’aspetto produttivo, garantendo agli agricoltori il reddito che oggi non trovano o di cui non hanno sicurezza.