Colamedici e Gancitano ci stimolano a vivere con filosofia

 

colamedici

(Gruppo fotografico La Fonte)

Attivatori culturali, non tranquillizzanti, ma stimolanti, iAndrea Cilamedici e Maura Gancitano hanno presentato  una materia, spesso compresa poco ai tempi delle scuole,  con leggerezza e simpatia attraverso una serie di esercizi che permettono di migliorare innanzitutto il rapporto con noi stessi. Quindi con il mondo che ci circonda.

Prendila con filosofia” e una pacca sulle spalle. È la taumaturgica soluzione che amici, parenti e conoscenti ci offrono quando non vogliono farsi carico di quello che per noi è un problema. Ma può diventare una regola di vita, come hanno ampiamente dimostrato Colamedici Gancitano, mercoledì 30 giugno davanti alla folta platea presente nel Cortile del Castello di Carmagnola per il quinto appuntamento con il “Il libro del mercoledì”, kermesse letteraria organizzata dal Gruppo di Lettura Carmagnola che proseguirà ancora per tutto il mese di luglio.

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(Gruppo fotografico La Fonte)

Attivatori culturali, non tranquillizzanti, ma stimolanti”, come loro stessi si definiscono, i due divulgatori filosofici (ammesso che sia corretta la definizione) hanno saputo raccogliere un pubblico che per la prima volta ha superato il numero delle sedie predisposte e, complice l’allentamento delle misure anti Covid (pur mantenendo rigorosamente il dovuto distanziamento), ha visto gente in piedi e seduta sul muretto del cortile, per assistere alla presentazione del loro libro “Prendila con filosofia – Manuale di fioritura personale”.

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(Gruppo fotografico La Fonte)

 




Un successo forse inaspettato anche dagli stessi organizzatori dell’evento, ma era difficile immaginare a priori che la filosofia, materia lasciata in disparte ai tempi del Liceo, avesse un così grande impatto sul pubblico. “Perché si ha bisogno di filosofia, scienza che torna prepotentemente di attualità nei periodi di crisi, di smarrimento” hanno sottolineato Colamedici e Gancitano “e in questo periodo di Covid, nel quale molte delle nostre certezze si sono sbriciolate, la filosofia ci aiuta ad affrontare il quotidiano”. Ma è fondamentale anche quel sottotitolo “manuale di fioritura personale” che ci porta non solo ad accettare “filosoficamente” (?) la quotidianità, ma a cercare la fioritura personale; che significa andare alla ricerca di quella felicità interiore che ci fa vivere meglio con noi stessi e soprattutto vivere meglio all’interno della società che ci circonda. Perché la fioritura è tale solo se condivisa, perché non si può essere, felici, sorridenti e ottimisti immersi in un mondo che è oscuro e ostile.

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(Gruppo fotografico La Fonte)

Un  progetto che può essere attuato attraverso tutta una serie di esercizi mentali che il libro propone, che servono a metterci in contatto con noi stessi, spogliandoci dalle sovrastrutture, giocando con la filosofia. “Troppo spesso viviamo nell’ansia della prestazione, puntando senza mezzi termini alla riuscita del progetto, inseguendone la perfezione, spesso effimera, senza badare alla nostra autenticità. Quindi ci ritroviamo spiazzati dal fallimento, perché spesso impegniamo a non essere noi stessi, solo per avere il consenso esterno della perfezione” che ha il suo ovvio rovescio della medaglia quando quell’ipotetica perfezione non viene raggiunta. “Il che comporta lo spreco enorme di energie, che meriterebbero ben altre finalità, solo per mostrarci perfetti”.

Non rincorrere la continua perfezione serve a superare il giudizio troppo stretto di chi ci sta attorno. “Impariamo a fare brutte figure; a porre domande incoerenti, a comportarci in modo non scontato, come ad esempio cercare di pagare la colazione al bar più di quanto è dovuto o provocare calzando sue scarpe diverse, superando le critiche di chi ci guarda con sospetto”.

Un percorso che può essere compiuto dedicandosi ai giochi proposti dal libro, ma anche dal nostro lasciare in un cassetto il dovere continuo di essere produttivi. “La risposta a questa imposizione può essere la Flanerie, termine coniato da Baudelaire a metà del XIX Secolo, riferendosi ai parigini che bighellonavano per le vie della città” sostengono Colamedici-Gancitano, dando nuovo valore al termine fannullone. “Girovagare per la città senza metà e soprattutto senza pensieri opprimenti, serve a pulire la mente da tutti quei grovigli che soffocano la nostra mente. Abbiamo proposto questo esercizio in uno stage aziendale e abbiamo avuto come ritorno seri e attemparti professionisti che hanno scoperto interi palazzi mai visti sulle strade che percorrevano tutti giorni, angoli che hanno scoperto essere bellissimi e di cui non avevano mai avuto cognizione”.

Filosofia come ricerca, ma anche come continua domanda per conoscere cosa ci sta attorno. “Mia nonna” sostiene Andrea Colamedici “si chiede ogni giorno com’è possibile che funzioni il telecomando della televisione, mentre per noi è un oggetto scontato. Domandarsi come funziona ciò che ci circonda ci porta a scoprire quotidianamente nuove verità, ma soprattutto ci obbliga a pensare, riflettere, non dare per scontato nulla di quanto ci sta attorno. E questo è vivere con filosofia”.

Ovviamente in questo Terzo Millennio anche la filosofia deve confrontarsi con i Social Network “che non vanno né demonizzati, né divinizzati. Semplicemente dobbiamo viverli per la loro utilità a renderci felici, non andando a impegolarci in discussioni che ci deprimono, che ci rendono rabbiosi o semplicemente depressi. Frequentiamo quelle pagine di Social che ci fanno sentire bene, confrontiamoci con persone che hanno i nostri stessi interessi, senza farci prendere da tutta quella massa di informazioni e offerte che soffocano la nostra capacità di pensiero libero”.

Avvicinandosi le vacanze estive Colamedici-Gancitano hanno una ricetta per trascorrere il tempo libero sotto l’ombrellone. “In vacanza si ha l’abitudine di portarsi appresso libri leggeri, poco impegnativi. Ma quand’è che si ha tempo, come quando si è in vacanza, di affrontare i classici russi o il voluminoso Conte di Montecristo? Un’occasione d’oro da non sprecare” sostengono.

Andrea Colamedici chiude la serata con una piccola perla di saggezza.

“Sotto l’ombrellone portatevi un libro di poesia”.

Perché filosofia e poesia sono gli strumenti migliori per alimentare la nostra personale fioritura.

Nei prossimi appuntamenti saliranno sul palcoscenico del cortile del Castello (via Silvio Pellico):

Mercoledì 7 luglio – Enrico Brizzi – La primavera perfetta

Mercoledì 14 luglio – Michele Riefoli – Rivoluzione integrale

Mercoledì 21 luglio – Filippo Nassetti – Molte aquile ho visto in volo

Mercoledì 28 luglio – Andrea Panciroli – 2K10, l’anno zero dei social

Per informazione e prenotazione dei posti a sedere: 392 593 8504.

 




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