Taglio del nastro per l’hospice dedicato alle cure palliative – Nell’ex ospedale di Carignano trova casa la nuova struttura della Faro

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Giornata importante per il territorio e, in particolare, per Carignano che vede rinascere a nuova vita il suo vecchio ospedale idi via San Remigio: si è svolta nella mattinata di giovedì 28 ottobre, la cerimonia di taglio del nastro del nuovo hospice della Fondazione FARO onlus,  a conclusione dei lavori partiti nel giugno dell’anno scorso.

La struttura è stata ufficialmente consegnata alla FARO, che renderà operativo l’hospice, dedicato alle cure palliative,  una volta acquisito il via libera da parte della Commissione di Vigilanza. La Fondazione auspica quindi di poter avviare l’attività  e accogliere i primi pazienti entro la fine dell’anno.

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Il nuovo hospice FARO, situato presso un’ala dell’ex ospedale in via San Remigio, è intitolato alla memoria di Alfredo Cornaglia, che con la sua generosità ha permesso il raggiungimento di questo grande traguardo: la struttura è stata infatti realizzata grazie al lascito del professore a favore della FARO e al supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo,  che gestisce il Fondo Opera Alfredo Cornaglia. 

L’hospice Cornaglia si sviluppa su un’area di 1.500 metri quadrati e dispone di 14 camere da letto (che si aggiungono alle 34 già esistenti delle due strutture FARO di Torino “Ida e Sergio Sugliano” e “Ida Bocca”), tutte singole e dotate di bagno privato, oltre che di poltrona letto per un familiare. Come per tutti gli hospice FARO, è stato infatti ricreato un ambiente accogliente per assistere il malato e i suoi cari con un piano di cura specialistico, continuamente rimodulato sulle esigenze dei pazienti. Per lo stesso motivo, grande importanza è stata data alle aree comuni, come la sala del silenzio (uno spazio adibito al raccoglimento e alla riflessione per tutti coloro che ne sentano il bisogno), il salottino per i familiari e la chiesa interna, restaurata e resa finalmente di nuovo agibile. Di prossima realizzazione, l’area verde dedicata anche ad attività espressive di giardinaggio, un vero e proprio luogo di cura all’aria aperta. Sempre all’interno del complesso, inoltre, verrà avviato un ambulatorio di cure palliative.

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Il costo complessivo dell’opera, comprensiva di arredi e attrezzature, è di 4 milioni e 250mila euro.

Ad assumere la guida del nuovo hospice in qualità di responsabile medico sarà la dottoressa Gloria Gallo, affiancata dalla coordinatrice infermieristica Giuseppina Esposito.

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Da sinistra: il sindaco di Carignano Giorgio Albertino; il segretario generale della Fondazione Compagnia di San Paolo Alberto Anfossi; il presidente della Fondazione Faro Giuseppe Cravetto; il direttore generale Asl TO5 Angelo Pescarmona

“Si tratta di un progetto a cui la FARO ha lavorato per lungo tempo – ha dichiarato il presidente della Fondazione Giuseppe Cravetto – e che permetterà di rendere sempre più accessibili le cure palliative alla cittadinanza, mission primaria della nostra Fondazione. Siamo felici di aver realizzato così una delle volontà del nostro consigliere Alfredo Cornaglia, che desiderava che il suo lascito fosse utilizzato per sostenere l’apertura di nuovi hospice sul territorio. Il suo desiderio è stato assecondato grazie anche all’ottima collaborazione che si è instaurata fin da subito con l’Asl TO5 e al supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo. Ricordiamo con gratitudine che alla realizzazione di quest’opera si era dedicato con particolare impegno e profonda dedizione il dottor Paolo Ravizza, direttore generale della FARO, scomparso improvvisamente nel mese di ottobre”.

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E ha proseguito: “La Fondazione FARO onlus  è da oltre trent’anni che assiste con cure palliative specialistiche le persone con malattia in fase avanzata, aiutandole a dare valore a ogni loro giorno attraverso il lavoro delle nostre équipe multidisciplinari. Ribadiamo che il servizio della FARO è totalmente gratuito per i malati e le loro famiglie: ciò è possibile con il contributo delle Asl, la solidarietà di enti e fondazioni, e grazie alle donazioni e ai lasciti dei tanti sostenitori che ogni anno decidono di supportare il progetto di assistenza specialistica della FARO, la ricerca nelle cure palliative e lo sviluppo di nuove iniziative per aiutare i pazienti e i loro familiari. Nel 2020, pur con le notevoli  difficoltà dovute alla pandemia, la FARO ha seguito nelle loro case oltre 900 pazienti e sono state erogate più di 30000 giornate di assistenza domiciliare. Negli hospice FARO, dove non è mai venuto meno l’ambiente confortevole che caratterizza l’accoglienza, la Fondazione si è presa cura di oltre 400 persone, fornendo più di novemila  giornate di assistenza residenziale”.




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Alberto Anfossi e Giuseppe Cravetto

“La Fondazione Compagnia di San Paolo, con la missione Diventare comunità dell’Obiettivo Persone, sostiene progetti che offrono ai soggetti con bisogni di cura gli strumenti utili a garantire una piena libertà di scelta – ha  spiegato il segretario generale della Fondazione Compagnia di San Paolo Alberto Anfossi -. Il nuovo hospice è stato realizzato grazie al lavoro sinergico di professionisti della Fondazione FARO, dell’ASL e della nostra Fondazione, per garantire alle persone in fase avanzata di malattia la massima qualità di vita possibile, offrendo loro uno spazio di cura simile alla propria casa, una risposta accogliente e un’adeguata ed efficace assistenza per il controllo della sofferenza. Il progetto è stato interamente finanziato grazie ai proventi generati dal Fondo Opera di Alfredo Cornaglia, gestito dalla Compagnia di San Paolo secondo le volontà del medico e benefattore Alfredo Cornaglia. La gestione finanziaria del fondo , la cui consistenza odierna è pari a oltre 25 milioni di euro , ha permesso di realizzare questo intervento e consentirà di svilupparne altri per gli anni a venire. Il  Fondo  rappresenta un modello nella relazione tra Compagnia di San Paolo e i benefattori privati, consentendo alla Fondazione di agire come una piattaforma filantropica aperta, che mette a disposizione le proprie professionalità e competenze per il bene comune”.

La scelta di Carignano non è stata casuale: si trattava infatti di una zona che fino a questo momento non disponeva di strutture simili al nuovo hospice, che contribuirà a soddisfare il bisogno di cure palliative sul territorio, riducendo i tempi di attesa e migliorando l’assistenza offerta. “L’Asl TO5 esprime soddisfazione per il risultato ottenuto –  ha dichiarato il direttore generale dell’Asl TO5 Angelo Michele Pescarmona – che unendo gli sforzi della Fondazione FARO con i contributi economici della Fondazione Compagnia di San Paolo ha consentito di riportare l’ex ospedale di Carignano a svolgere, dai prossimi mesi, la funzione di hospice di cui l’Azienda sanitaria, fino a ora, era sprovvista. Si tratta di un’offerta di un servizio sanitario connotato da grandi risvolti di umanità sia nei confronti degli assistiti oncologici e non, sia nei confronti dei loro familiari”.  Punto di partenza di un intervento che prevede, nello stesso immobile, la collocazione  dell’ospedale e della casa di comunità dell’Asl  nell’ottica del potenziamento dei servizi sul territorio.

La ristrutturazione dell’edificio è stata completa sia dal punto di vista edilizio che impiantistico e ha permesso anche di mettere in evidenza il grande valore storico-artistico dell’ex ospedale San Remigio e di restituire alla comunità una struttura a cui è particolarmente legata, dove tra l’altro, prima della chiusura nel 1984, sono nati la grande maggioranza  dei carignanesi: “Per la città di Carignano  –  ha sottolineato il  sindaco Giorgio Albertino nel suo intervento – questo è un momento importante e anche molto emozionate. Accogliamo con entusiasmo questa riapertura che ha il significato di restituire, dopo decenni, l’edificio alle sue funzioni e rendere il complesso un vero e proprio polo sanitario, utile per la popolazione di Carignano e  dei centri limitrofi. Ringrazio per la scelta della FARO di realizzare proprio qui l’hospice e mi congratulo anche per la celerità, oltre che per la qualità, con cui si sono portati a termine i lavori. Questa ristrutturazione, per i modi e i tempi in cui è avvenuta, deve essere un esempio per tutti noi amministratori”.

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