Il primo Aperilibro 2022 del Gruppo di Lettura Carmagnola va in tavola con Matteo Baronetto e Luca Iaccarino

(foto gruppo fotografico la Fonte)

Non c’è miglior modo di passare la serata che sedersi a tavola con gli amici, conversando a proposito di un buon libro. È stata questa la ricetta del successo dell’incontro inaugurale dell’annata 2022 dell’Aperilibro del Gruppo di Lettura Carmagnola, avvenuto giovedì 27 gennaio, che ha trovato la nuova collocazione presso la Locanda del Bussone per l’apericena e, subito dopo, nella sovrastante Sala Nobiliare di Casa Cavassa dove lo chef stellato Matteo Baronetto ha presentato il suo libro Cucina piemontese contemporanea duettando con il giornalista gastronomico Luca Iaccarino, stimolati da Maurizio Liberti del Gruppo di Lettura Carmagnola.

matteo baronetto

Matteo Baronetto, classe 1977 di Giaveno, ha percorso tutta la trafila della carriera dello chef, partendo dalla base del lavapiatti (“ricordo ancora le mani arrossate bollite dall’acqua”) fino ad arrivare nel 2014 a dirigere uno dei ristoranti più prestigiosi d’Italia. Parliamo del mitico “Del Cambio” di Torino, che dal 1757 è il punto di ritrovo dei buongustai sabaudi, frequentato dallo stesso Cavour, noto amante della buona tavola, sorgendo a pochi passi dal Parlamento Subalpino in piazza Carignano. Fermato nel suo lavoro quotidiano dalla pandemia del 2020, che ha fatto abbassare per mesi le serrande dei ristoranti, Baronetto ha colto l’occasione per mettere su carta quelle ricette che serve nel suo locale scrivendo il suo primo libro “Cucina piemontese contemporanea”, una raccolta di quarantacinque ricette che possono essere trasformate in piatti eccellenti anche da chi ha solo un po’ di dimestichezza con i fornelli.

“Uno dei miei maggiori sforzi da quando ho preso la direzione del ristorante Del Cambio  è stato cambiare l’immagine del locale, spesso frequentato solo perché è uno dei locali storici di Torino e non per la sua cucina. Era una tendenza andare a cena una volta nella vita al Cambio, perché era uno sfizio che la gente si toglieva. Ora sono riuscito a far passare il messaggio che al Del Cambio si va anche perché è un locale storico, che profuma di ricordi sabaudi e del Risorgimento italiano, ma si torna per gustare la sua cucina che è ricca e varia” sottolinea Baronetto che nella sua prima fatica editoriale ha voluto riallacciarsi alle sue origini piemontesi proponendo una serie di ricette che non hanno tempo.

matteo baronetto

(foto Gruppo fotografico La Fonte)

“Volevo realizzare un libro che non invecchiasse, quindi fosse assolutamente slegato dalle mode del momento. E la cucina piemontese da secoli offre questa possibilità, con i suoi piatti ricchi di fantasia e di sostanza che non tramonteranno mai”. Sono anche ricette spiegate in modo molto semplice e lineare presentate con un breve appunto storico, la lista degli ingredienti e la modalità di preparazione espressi in modo chiaro e schematico, e per finire un’emozione vissuta da Matteo Baronetto al cospetto di questo piatto. Il tutto realizzabile anche da chi non è uno chef stellato, ma ama mettersi ai fornelli.

“La passione per la cucina spesso arriva dalla necessità di cucinare quando si è ragazzi. Da studente tornavo da scuola e mia madre mi lasciviava sul fornello la pentola della pasta che era sempre troppo scotta e salata in modo approssimativo” afferma Baronetto che trova il sostegno di Iaccarino nel sottolineare che una madre pessima cuoca è il miglior stimolo per mettesi ai fornelli. “E così ho cominciato a cucinare, perché quella pasta non mi piaceva. Dal farmi la pasta al passare a sperimentare nuove ricette il passo è stato breve” dice ancora Baronetto, che in realtà di strada ne ha fatta parecchia passando dalle cucine del ristorante le Betulle di Trana a quelle di Gualtiero Marchesi, e Carlo Cracco fino ad approdare al timone Del Cambio di Torino.

“Lavorare al Cambio, che è stato ed è da sempre amato da artisti, imprenditori, politici e gente del bel mondo stimola l’ambizione di creare qualcosa che duri nel tempo, con rispetto del luogo, del passato e dei gusti della clientela di ieri e di oggi. Dando il proprio contributo a quella grande avventura che è la cucina piemontese (pensiamo solo al vitello tonnato, alla panna cotta, ai caponet o alla lingua in salsa rossa), che è una delle più ricche e saporite al mondo”. E per rendere senza tempo questo libro ha scelto di impiattare le sue ricette nelle antiche ceramiche di Mondovì, affiancate a pregiate stoviglie dei secoli scorsi, il tutto reso perfettamente dalle immagini realizzate da Davide Dutto. “Abbiamo scelto di usare piatti e stoviglie antiche perché essendo già storiche non possono invecchiare” afferma Baronetto che ha scelto come colore della copertina il verde piemontese che ricopriva i palazzi sabaudi dell’Ottocento con in primo piano un uovo rotto, un altro dei totem filosofici di Baronetto, realizzando un volume che trova il suo posto di onore fra i libri culto nella biblioteca del salotto, a meno che non lo si voglia avere sempre “a portata di mano” sulla mensola della cucina quando affrontiamo i fornelli.

Terminata la serata e vissuta la classica cerimonia del firmacopie, tutti a correre veloci verso casa e non solo perché la notte è gelida e nebbiosa, ma per la curiosità di capire se le ricette proposte da Baronetto sono realizzabili anche da chi non è un maestro della cucina. Magari partendo dalle uova ripiene della Bela Rosin. Ma non prendete sottogamba nemmeno le uova sode, che vanno curate con la massima attenzione e il massimo rispetto, come ha spiegato nel corso della serata Matteo Baronetto, perché un piatto da buongustai nasce dando spazio ai piccoli dettagli.

“Cucina piemontese contemporanea”, di Matteo Baronetto, illustrato da Davide Dutto, prefazione di Fulvio Pierangelini

I prossimi appuntamenti del Gruppo di Lettura Carmagnola:




  • Venerdì 11 febbraio ore 19.30 – incontro ore 21.00: Aperilibro ragazzi. Simone Saccucci: “La nota che mancava”. Un’avventura emozionante, una grande storia fatta da persone semplici e coraggiose
  • Mercoledì 16 febbraio: ore 16.30: Aperilibro bambini. Daniele Bergesio: “Il cuoco delle emozioni”. Un cuoco che serve piatti molto speciali e prepara ogni giorno una sola pietanza dedicata a una emozione. Chi la mangia, ride, si sfoga, riflette ed esce dal ristorante migliorato
  • Giovedì 24 febbraio: ore 19.30 – incontro ore 21.00: Aperilibro. Martino Coli: “Quattro metà”. Una commedia romantica che indaga e instilla il dubbio su un tema molto dibattuto: esiste davvero solo una metà della mela? Il romanzo ispirato all’omonimo film disponibile dal 5 gennaio su Netflix, scritto dallo stesso autore e diretto da Alessio Maria Federici.

Tutti gli incontri si svolgeranno presso il Salone Nobiliare di Casa Cavassa, Via Valobra 143 – Carmagnola, mentre gli Aperilibro si terranno presso la sottostante Locanda del Bussone, Via Valobra 143 – Carmagnola.

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