Sì o no sulla giustizia – Referendum abrogativo domenica 12 giugno: cinque i quesiti
L’Italia torna alle urne. Domenica 12 giugno, dalle ore 7alle 23, si voterà in tutto il Paese per i cinque referendum abrogativi ammessi dalla Corte Costituzionale. Il voto referendario si terrà in concomitanza del primo turno delle elezioni amministrative, che riguarderà però solo un numero limitato di comuni, circa 900, tra cui alcuni importanti capoluoghi di regione e provincia (tra cui Genova, L’Aquila, Catanzaro e Palermo).
Per la validità della consultazione è necessario che si rechino alle urne metà degli aventi diritto al voto più uno. In questo caso la maggioranza dei voti validamente espressi, escluse schede bianche e nulle, determinerà l’abrogazione o meno della norma oggetto del referendum.
Sebbene tutti e cinque i referendum riguardino la giustizia si riferiscono a norme tra loro diverse e distinte tanto da avere quesiti completamente differenti oltre che complessi ed in alcuni casi anche molto lunghi.
Senza riportare il testo integrale dei quesiti l’oggetto dei singoli referendum è sintetizzabile in base allo scopo prevalente.
Legge Severino. Il primo, riferito al decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 (meglio conosciuto come legge Severino) riguarda i politici condannati e richiede l’abrogazione o meno del Testo Unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto a ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi.
Misure cautelari. Il secondo, relativo alla limitazione delle misure cautelari e riferito all’ultima parte del art. 274, comma 1, lett. c), del codice di procedura penale, chiede l’abrogazione o meno di alcune specifiche norme in materia di misure cautelari e di esigenze cautelari nel processo penale.
Separazione delle carriere dei magistrati. Quello inerente la separazione delle “funzioni” dei magistrati si riferisce all’abrogazione di quelle norme dell’ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati.
Consigli giudiziari. Il referendum inerente i Consigli giudiziari, definito in taluni casi equa valutazione dei magistrati, si riferisce alla partecipazione dei membri laici (quindi non appartenenti alla magistratura) a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei Consigli giudiziari (organismi territoriali ausiliari del Consiglio Superiore della Magistratura). Abrogazione quindi di norme che limitano le attività dei membri laici (normalmente avvocati e professori universitari) che ne fanno parte.
Consiglio superiore della Magistratura. Il quinto ed ultimo quesito fa riferimento invece al Consiglio superiore della Magistratura (CSM) l’organo di autogoverno dei magistrati e che ne regola la carriera. Si richiede l’abrogazione di quelle norme che prevedono limitazioni per poter presentare le candidature nelle elezioni dei componenti togati del CSM.