Coldiretti Torino sulla progettazione della variante est di Carmagnola: “Sia salvaguardato il più possibile il suolo agricolo”

variante est coldiretti

“La realizzazione della nuova tangenziale deve salvaguardare i suoli fertili e le produzioni di peperone e di mangimi per gli allevamenti di carne piemontese, i due vanti agroalimentari della città” è l’esortazione che arriva da Coldiretti Torino in occasione della  presa d’atto dell’avvio della progettazione del secondo e terzo lotto della circonvallazione est di Carmagnola: per la nuova opera viaria  si dovrà risparmiare “il più possibile l’occupazione di suolo agricolo, senza creare disagi per gli agricoltori e indennizzando le aziende agricole interessate dagli espropri in tempi brevi e in modo congruo”.

“Grazie anche alle battaglie di Coldiretti si è scelto un tracciato che correrà parallelo all’autostrada Torino-Savona – osserva il presidente di Coldiretti Torino Bruno Mecca Cici – anche se rimaniamo convinti che si sarebbe potuta trovare una soluzione di indennizzo alla società autostradale per spostare l’attuale casello di Carmagnola e fare coincidere una parte della variante con l’attuale sedime autostradale. Ribadiamo che le aree agricole non sono semplici “spazi liberi” facili da espropriare ma sono i luoghi fisici dove si produce quel cibo che poi occorre trasportare sulle strade e sulle circonvallazioni. Senza i campi in produzione, quindi non occupati da asfalto e cemento, non si producono gli alimenti necessari a tutti noi”.

Coldiretti Torino chiede che nella progettazione definitiva si tenga conto delle richieste delle aziende agricole, senza creare ulteriori danni alle coltivazioni pregiate che rendono Carmagnola famosa in tutta Italia, a partire dal peperone su cui la città investe molto in immagine e promozione.

“Abbiamo presentato le nostre osservazioni al Comune – conclude Mecca Cici – chiedendo di trovare soluzioni che non danneggino l’agricoltura. Il territorio di Carmagnola ha la fortuna di includere i suoli più produttivi che si trovano a Sud di Torino dove si coltivano, con ottime rese, una buona parte delle orticole vendute a Torino e in mezza Italia, una quota importante del grano torinese e soprattutto del mais impiegato negli allevamenti bovini vanto di questo territorio famoso anche per la pregiata carne piemontese. Tutto questo patrimonio agroalimentare unico va salvaguardato anche quando si progettano nuove opere pubbliche”.

 




 

 

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