Non fa miracoli ma può fare bene: le virtù dell’olio di CBD

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olio cbd

Elisir di lunga vita? Attenzione alle facili soluzioni, alle pozioni magiche o a chi propone rimedi e promette guarigioni miracolistiche. Quando si tratta di salute, poi, solo la scienza e i medici hanno titolo per dare indicazioni. Ma che il CBD, cioè il cannabidiolo, sia un rimedio naturale utilizzato fin dalla notte dei tempi e abbia effetti benefici e proprietà terapeutiche non ci sono dubbi e che abbia, tra l’altro, un potere antinfiammatorio, altrettanto; non solo: è analgesico, antipsicotico, anticonvulsivante, neuroprotettore. Per provare il CBD, il modo più semplice ed efficace è assumerlo attraverso l’olio: l’olio di CBD, che si trova in commercio in varie concentrazioni da scegliere a seconda delle necessità e comunque sempre affidandosi a produttori e distributori seri e certificati, in grado di dare garanzie di sicurezza. Può essere ingerito per via sublinguale (per un effetto più rapido), o consumato in aggiunta ad alimenti e bevande o anche sotto forma di capsule.

Il CBD è uno dei principi naturali attivi presenti in una pianta dalle mille risorse: la canapa. É questo il nome comune che indica diverse varietà di Cannabis sativa. La canapa – i cui utilizzi sono svariati, dal settore tessile (stoffe ma anche cordami) a quello edilizio, alla cosmesi, all’alimentare, alla farmaceutica – “è originaria dell’Asia centrale, da cui si diffuse, fin dalla più remota antichità, in Cina e poi in Europa; era nota ai Romani. Oggi è coltivata in Francia, in Russia, nei paesi dell’Europa orientale (Ungheria, Polonia, Romania, Bulgaria) e dell’Asia meridionale (India e Pakistan) e orientale (Cina, massimo produttore mondiale) per la produzione della fibra e per quella dei semi, utilizzati per ricavarne l’olio di canapa” (Enciclopedia Treccani). Anche in Italia, dove esiste una tradizione secolare in alcune regioni in particolare (come il Piemonte, l’Emilia Romagna, la Campania) la coltivazione pressoché scomparsa è ripresa negli ultimi vent’anni.

L’apporto che il seme intero di canapa, il seme decorticato (privato della buccia), l’olio e le farine danno all’organismo umano è indiscusso da decenni perché è documentato da importanti ricerche ospedaliere ceche, statunitensi, inglesi, israeliane e più di recente anche italiane e di altri paesi. Già più di vent’anni fa sono addirittura state stabilite per l’olio di semi di canapa le posologie più adatte per le patologie più diffuse, a seconda che si intenda prevenire oppure curare; è considerato sicuro e non crea dipendenza.

Attenzione, un discorso a parte va fatto su un altro dei circa 140 cannabinoidi presenti nella canapa, cioè il tetraidrocannabinolo. Comunemente indicato come THC, è il responsabile, a seconda delle quantità, degli effetti tossici e stupefacenti.

Si rimanda comunque alla normativa sul CBD in Italia e in Europa, materia ancora confusa e controversa, ricordando che l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) e la Wada – World Anti-Doping Agency (Agenzia mondiale anti doping) ne hanno riconosciuto la sicurezza e che i Italia l’uso non è vietato in quanto non si tratta di sostanza stupefacente e psicotropa (per ogni approfondimento si rimanda al sito ufficiale del Ministero della Salute). É importante inoltre ricordare che non esistono “canape terapeutiche” e “canape non terapeutiche”, piuttosto ci sono canape diverse, con contenuti e proprietà diversi.

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