Il prezzo del latte, quanto costa ai produttori e quanto ai consumatori – Contratti di filiera come alternativa

latte

“Quando il consumatore scopre che il prezzo del latte allo scaffale è aumentato di oltre 2 euro deve sapere che non è colpa di esose richieste degli agricoltori: il prezzo di 50-60 centesimi, pagato solo negli ultimi tempi, agli allevatori copre appena una parte dei costi di produzione”: lo ricorda il presidente di Coldiretti Torino Bruno Mecca Cici.

A causa della guerra e della scorsa annata siccitosa la razione di mangime (fieno e cereali) per produrre un litro di latte è arrivato a costare all’allevatore circa 57 centesimi. “A questi –  elencano da Coldiretti –   si devono sommare alcuni centesimi per l’energia elettrica necessaria per mungitrici, frigoriferi per la conservazione del latte, ventole per il benessere animale, drenaggio lettiere. Un altro esempio? I rotoloni di carta da 1000 strappi per pulire le mammelle prima della mungitura pochi mesi fa si pagavano 13 euro ora si pagano 20 euro. Anche il costo dei disinfettanti per le mammelle è aumentato di un terzo. A questi vanno aggiunti i costi dei coaudiutori senza contare il costo del lavoro dell’imprenditore che rimane sempre escluso da qualunque conteggio”

” 57 centesimi al litro che vengono riconosciuti alle stalle – spiega il presidente Mecca Cici – bastano appena per ripagare i costi di mangimi, paglia per le lettiere, energia che hanno raggiunto importi letteralmente impazziti con la guerra. Non accettiamo più che una parte dell’industria alimentare cerchi di riguadagnare quote di mercato sulla pelle degli agricoltori. Il nostro lavoro va pagato: dal latte alla carne, dalla frutta ai cereali non lasceremo che industria, grande distribuzione e grossisti non riconoscano i costi di produzione e i costi del lavoro di chi produce il cibo. Abbiamo ottenuto da pochi mesi la legge contro le pratiche sleali e la faremo rispettare. Proprio la legge vieta, tra le pratiche sleali, anche i pagamenti sottocosto ai fornitori e le offerte di sconto allo scaffale che ricadono sui produttori. Per mettere insieme le esigenze dei produttori e dell’industria alimentare Coldiretti promuove i contratti di filiera. Proprio sul latte esiste un esempio virtuoso proprio in Piemonte con il contratto di filiera del latte piemontese Coldiretti-Inalpi. Questo accordo resiste nel tempo e ogni anno conferma sempre di più il valore dei contratti di filiera che garantiscono qualità ai consumatori, margini all’industria ed equo compenso agli allevatori”.

 




 

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