Quattro spettacoli per “Nessun dorma!” a Vinovo – Inaugura la stagione teatrale Debora Villa con “Venti di risate”

teatro nessun dorma!

Al Teatro  Auditorium di Vinovo  (via Roma 8) sta per alzarsi il sipario sulla rassegna teatrale “Nessun dorma!” stagione 2023: quattro gli spettacoli in cartellone,  da gennaio a marzo, tutti alla sera alle ore 21. Si inizia venerdì 20 gennaio con “Venti di risate”, con Debora Villa; si prosegue venerdì 3 febbraio con Dario Ballantini in “Da Balla a Dalla”; venerdì 3 marzo Tangram Teatro presenta “Caro Signor G.”; ultimo appuntamento  venerdì 24 marzo con Luisa Trompetto in “Confessioni audaci di un ballerino di liscio”.  Biglietti per i singoli spettacoli:  intero 15 euro, ridotto (under 18) 10 euro;  “Da Balla a Dalla” intero  22 euro, ridotto 8under 18) 15 euro. Informazioni e prevendite: Comune di Vinovo – Ufficio Cultura e Manifestazioni (piazza Marconi 1, piano terra – tel. 011.9620413- email: manifestazioni@comune.vinovo.to.it e cultura@comune.vinovo.to.it),

Deborah Villa, che festeggia con il nuovo recital Venti di risate vent’ anni di carriera, sale sul palco con gli sketch che l’hanno resa famosa e amata tra il pubblico In scena uno spettacolo che raccoglie il meglio del suo repertorio, dalle gag sull’universo femminile e sulla varia umanità alle favole raccontate con graffiante cinismo comico. Passando per Adamo ed Eva, Debora ci racconterà cosa succede ad una donna quando raggiunge i “nannaranannannanni”. Uomini, donne, affanni, sogni, illusioni, frastuoni, emozioni co(s)miche, tra favole e cronache.  Debora sarà un’onda travolgente, cinica e intelligente.

Da Balla a Dalla è un omaggio che Dario Ballantini rende all’amico e grande cantautore, reinterpretando una parte scelta della sua straordinaria produzione artistica. È uno spettacolo che ricorda Lucio Dalla visto attraverso il racconto di vita vera di Dario che, da fan imitatore giovanissimo e pittore in erba, aveva scelto il cantautore emiliano come soggetto di mille ritratti e altrettante rappresentazioni da imitatore trasformista. Vent’anni dopo ci fu il primo incontro tra i due i ruoli, come in un sogno si ribaltarono, con Lucio nella veste di sostenitore del successo di Dario, come pittore e trasformista. Ballantini coni musicisti, diretti da Gianni Caltran, racconta minuziosamente i passaggi della carriera di Dalla, cantando con la voce sorprendentemente fedele all’originale e trasformandosi “dal vivo” in lui.

Caro Signor G. è uno spettacolo. Ma in realtà è una lunga lettera scritta e cantata, indirizzata a Giorgio Gaber. Giorgio ci manca.. Ci manca la sua ironia, la sua capacità di leggere il mondo. Ci manca il suo Teatro. Quello che resta è un repertorio di oltre 300 monologhi e canzoni che sono la fotografia perfetta, acuta, intelligente delle contraddizioni e dei tic dell’italiano medio. Caro Signor G rimette in gioco, su un palcoscenico teatrale canzoni e monologhi, mescola in un disegno unico gli interventi sulla sfera personale, quella dei sentimenti, con gli attacchi sul piano del costume e della politica. Porta in teatro un piccolo capolavoro come “La Parola Io” registrata in studio da Gaber che non ebbe il tempo di inserirla in uno dei suoi spettacoli teatrali.

Confessioni audaci di un ballerino di liscio è tratto dall’omonimo romanzo di Paola Cereda. Il Sorriso dancing club, la balera più famosa del Polesine, compie cinquant’anni. Il suo proprietario, Frank Saponara, organizza una festa di compleanno alla quale partecipa l’intera comunità di Bottecchio sul Po. Frank è un ballerino di liscio che ha avuto tante donne quante sono le mazurche che ha ballato, ma quelle che hanno segnato la sua carriera sentimentale sono tre: Ivana, il suo primo amore, Kristelle , una star di “film senza trama”, e Barbara, fisarmonicista e cantante. Sulla pista del Sorriso, Frank ritrova le sue donne e ripercorre la propria vita che scorre insieme al Po, segnata dai dolori, dalle alluvioni, dagli odori e, soprattutto, da un ostinato bisogno di allegria . Il liscio è protagonista della scena: dalle prime composizioni di Carlo Brighi detto lo Zaclèn, fino alla contemporaneità.

 




 

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