Torino la città al lavoro nelle fotografie di Vittorio Zumaglino – In mostra sulla cancellata storica della Mole Antonelliana

vittorio zumaglino

Operaie nello stabilimento dell’industria dolciaria torinese Venchi Unica Vittorio Zumaglino, 1940 Collezione Museo Nazionale del Cinema

Il Museo Nazionale del Cinema ospita fino al 26 giugno sulla cancellata storica della Mole Antonelliana (lato via Montebello)  Torino la città al lavoro di Vittorio Zumaglino, a cura di Roberta Basano ed Elena Boux.
Sono esposte 25 fotografie in bianco e nero scattate negli anni ’30 da Vittorio Zumaglino e di cui il Museo conserva l’archivio fotografico.

 




vittorio zumaglino

Struttura portante della Torre Littoria ripresa da piazza Castello e da via Pietro Micca
Vittorio Zumaglino, 1933
Collezione Museo Nazionale del Cinema

Il tema del lavoro è uno dei soggetti privilegiati dalla fotografia: autori anonimi e firme celebri hanno infatti definito un’enciclopedia visiva delle grandi trasformazioni urbane, industriali e sociali tra Ottocento e Novecento.
Anche il Piemonte ha celebrato queste tematiche attraverso l’occhio dei suoi fotografi: tra questi Vittorio Zumaglino che ha raccontato, con il gusto del suo tempo, i cambiamenti di Torino e del territorio durante il ventennio fascista, ritraendo cantieri, stabilimenti, macchine e uomini al lavoro, tutti simboli della modernità.
Il periodo a cavallo tra le due guerre è per Torino il momento di grande espansione, e le immagini documentano il nuovo ciclo di urbanizzazione, con la città che si trasforma profondamente per diventare pienamente novecentesca, con edifici e modelli architettonici che la rendono ad uso e consumo della borghesia, la nuova classe emergente, figlia della forte crescita industriale della città.

vittorio zumaglino

Comparse in pausa durante la lavorazione del film Dora Nelson diretto da Mario Soldati Vittorio Zumaglino, 1939 Collezione Museo Nazionale del Cinema

Le fotografie in mostra non si esauriscono nella semplice documentazione ma rivelano lo sguardo di Zumaglino sulla città o sulla fabbrica intese come organismi viventi in cui ogni parte è in relazione con l’altra, l’operaio e il suo lavoro, un passante e la città. In questa relazione, non sfuggono al suo occhio le tracce lasciate dall’umanità che ha attraversato quei luoghi, come le scarpe e gli attrezzi vicino a un tombino che ci ricordano la presenza, al suo interno, di un fognaiolo al lavoro.

vittorio zumaglino

Cantiere in via Cesare Battisti Vittorio Zumaglino, 1935 ca. Collezione Museo Nazionale del Cinema

“Questo omaggio vuole essere il primo passo verso la valorizzazione di uno dei più importanti fotografi italiani
della prima metà del ‘900, la cui opera in realtà è praticamente sconosciuta – sottolineano Enzo Ghigo e
Domenico De Gaetano, rispettivamente presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema -, in attesa
di dare alle stampe nel 2024 un volume con un’ampia selezione delle più belle immagini del fondo Zumaglino,
che conta oltre 28.000 fotografie ed è stato donato nel 1992 al Museo Nazionale del Cinema dalla figlia Piera,
figura centrale del movimento femminista italiano”.
Vittorio Zumaglino (Torino 1904 –1967), noto anche come Zuma, è stato giornalista del quotidiano “La Stampa”, inviato sportivo e fotografo amatoriale (sono celebri le sue cronache e i reportage fotografici del Giro d’Italia e del Tour de France). Passò successivamente al cinema come produttore per la Taurus, fino al suo fallimento nel 1956.
Le sue fotografie -realizzate tra l’inizio degli anni ’30 fino alla fine degli anni ’50 – sono state esposte in diverse
mostre e pubblicate su “La Stampa” e in libri fotografici.

vittorio zumaglino

Cantiere in Piazza Carlo Felice Vittorio Zumaglino, 1935 ca. Collezione Museo Nazionale del Cinema

 




 

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