Casa Faro apre a Torino – In via Botero un nuovo spazio della Fondazione dedicato a tutta la cittadinanza
Ristrutturata e arredata con cura e amore, è una vera e propria casa, bella e accogliente, quella che la Fondazione Faro ha inaugurato giovedì 16 maggio in via Botero 16 a Torino (tel. 011.18752562 -casafaro@fondazionefaro.it – www.fondazionefaro.it) , nel cuore del centro storico e a pochi passi da via Pietro Micca e piazza Solferino.
Casa Faro è uno spazio vitale e aperto a tutti, che nasce dal desiderio di creare in città un luogo di incontro, di lavoro psicologico clinico specialistico e di diffusione di cultura su tematiche di effettivo interesse sociale.
“Questo grande progetto è stato reso possibile dalla generosità di una nostra donatrice a cui siamo infinitamente grati – ha dichiarato Giuseppe Cravetto, presidente della Fondazione Faro, durante la conferenza stampa in occasione del taglio venerdì 16 maggio scorso – Finalmente la Faro avrà un luogo dedicato a tutte le famiglie, un posto in cui le persone possono ricevere un’accoglienza specializzata ma anche un luogo in cui si progettano spazi e risposte per la comunità tutta”. Il direttore generale Luigi Stella ha spiegato: “Abbiamo trasformato un’esigenza in una visione: dare una risposta concreta ed efficace a chi attraversa il momento della perdita e del lutto. Abbiamo elaborato un progetto, portato avanti con le competenze proprie della Fondazione FARO che lo hanno reso credibile. Quando si è credibili si viene creduti, ed è quello che hanno fatto i nostri sostenitori, dato che Casa Faro è un progetto che si autofinanzierà e che punta all’autosostentamento”.
E’ intervenuto alla conferenza stampa il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: “Questo luogo -ha osservato – è un tassello in più della grande casa che è la Faro: rappresenta l’importanza dell’umanizzazione, il rispetto delle persone e della loro dignità”.
Presente anche la vicesindaca della Città di Torino Michela Favaro: “Oggi è una giornata di speranza, con l’apertura di un luogo che si rivolge alle famiglie e alle persone che attraversano la fase del lutto, grazie alla FARO e ai suoi preziosi donatori”.
Come amministrazione abbiamo cercato da subito di accompagnare e comprendere l’elemento di innovazione e il modello operativo della Faro – ha commentato la presidente del Consiglio comunale della Città di Torino Maria Grazia Grippo -, un modello che mette al centro la relazione con la famiglia e la comunità per far sì che non sia mai la malattia a definire la persona”.
Casa Faro vuole realizzare una dimensione operativa di tipo culturale e divulgativo volta a strutturare percorsi orientati a favorire nella cittadinanza nuove occasioni di approfondimento e consapevolezza dei temi centrali che riguardano le crisi della vita. All’interno di questo spazio saranno organizzate e accolte iniziative formative, incontri culturali, laboratori espressivi ed esperienziali, sportelli di ascolto e di aiuto per i cittadini e le cittadine.
Nasce proprio da questa volontà “Rallentare è prendersi cura”, tra le prime iniziative a partire: il primo ciclo di incontri, tutti i giovedì di giugno alle ore 18.30, affronterà quattro diverse tematiche in compagnia di un ospite esperto sul tema e soprattutto di tutti i cittadini e le cittadine che vorranno dialogare e confrontarsi insieme.
Casa Faro ha anche tra i suoi obiettivi quello di costruire e ampliare lo spazio di supporto all’elaborazione del lutto attraverso il servizio Faro Dopo e le diverse iniziative che a esso afferiscono: il lavoro psicologico clinico di presa in carico delle persone, la rete di supporto psicosociale per le famiglie fragili, i gruppi di sostegno e le iniziative mirate a costruire reti sociali significative contro la solitudine e l’isolamento che nelle città risultano particolarmente presenti.
“La Fondazione Compagnia di San Paolo – ha affermato il segretario generale Alberto Anfossi – sostiene da sempre le attività della Fondazione Faro, con contributi annuali e con ulteriori risorse attraverso il Fondo Opera di Alfredo Cornaglia. Questo rapporto di collaborazione ci permette di stare accanto alle persone in fase avanzata di malattia e di garantire loro la massima qualità di vita possibile attraverso il ricorso a cure palliative specialistiche, a domicilio e in hospice. Oggi la Fondazione Faro si arricchisce di un nuovo importante spazio per la città di Torino: un luogo accogliente, di incontro, di lavoro e di diffusione della cultura delle cure palliative, per il supporto al lutto e alle famiglie in situazione di fragilità.
“Quello di cui si avverte il bisogno è inoltre una vera e propria rivoluzione culturale, anche per attrarre le donazioni di aziende del territorio, dimostrando come le cure palliative non si occupano di morte ma della vita nella sua globalità. Casa Faro è il luogo in cui ci si prende cura della vita, oltre a essere un luogo unico di benessere organizzativo, con una serie di misure e iniziative rivolte agli operatori. Il progetto Casa Faro nella sua globalità risponde in pieno alla mission della Fondazione, quello di garantire l’impatto duraturo nel tempo gestendo il presente e progettando costantemente il futuro” ha concluso Stella.
La Fondazione Faro ringrazia la signora Giuseppina Villani che ha reso possibile la realizzazione di questa start up dotando Casa Faro anche di un fondo per le iniziative che qui verranno realizzate e che ha aperto la porta ad altre donazioni finalizzate. Si ringraziano Gli Amici di Alessandra Ricca, il Rotary Club Torino Ovest, il Rotary Club Torino Dora, il Rotaract Club Torino Ovest e la Fondazione Rosolen per il supporto e la preziosa vicinanza.
Oltre e accanto agli obiettivi primari, Casa Faro si propone di allargare in modo graduale l’opportunità di supporto psicologico a nuove categorie di persone sofferenti – oltre alle famiglie che hanno usufruito della assistenza in cure palliative per un proprio congiunto – in particolare a genitori che hanno perso i propri figli, agli adolescenti e ai giovani adulti, con percorsi individuali e di gruppo.
L’orizzonte in cui rappresentarsi Casa Faro è quindi anche la costruzione di uno spazio culturale di confronto con un approccio globale che esplori anche le dimensioni sociali, psicologiche, collettive e culturali da affiancare allo sguardo e all’intervento più prettamente clinico. Costruire una Casa dunque, intesa come “un posto amico e familiare” in cui le persone possano ricevere un’accoglienza specializzata ma anche un luogo in cui si progettino spazi e risposte per la comunità tutta.
Casa Faro è una proposta di dialogo che vuole ricordare a tutti che mettere a disposizione i propri strumenti per favorire il bene comune e aprire spazi di socializzazione e inclusione, contro l’isolamento e la solitudine, è prezioso e fondamentale per una comunità capace davvero di prendersi cura delle persone.