Uno spettacolo evento per sole donne al Teatro Erba: “Svelarsi” venerdì 28 e sabato 29 marzo, in scena le otto autrici

Svelarsi (Silvia Gallerano)
E’ uno spettacolo per sole donne (cis, trans, non binarie) e sarà in scena venerdì 28 e sabato 29 marzo ore 21 al Teatro Erba di Torino, per il cartellone Grande Prosa di Torino Spettacoli. La regia di Svelarsi è firmata da Silvia Gallerano che è coautrice del testo
insieme a Giulia Aleandri, Elvira Berarducci, Smeralda Capizzi, Benedetta Cassio, Livia De Luca, Chantal Gori e Giulia Pietrozzini. Le otto autrici sono anche le interpreti. Contributo di Serena Dibiase, voce di Greta Marzano, allestimento luci di Camila
Chiozza, consulenza per i costumi di Emanuela Dall’Aglio. Produzione Teatro di Dioniso in collaborazione con PAV nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe e Frida Kahlo Production, con il contributo del MiC – Ministero della Cultura, Regione Lazio e Roma Capitale, in collaborazione con SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori.

Svelarsi (Silvia Galleramo)
Svelarsi è uno spettacolo/esperimento/serata/happening/sabba/pigiama party/assemblea, qualcosa di indefinito e indefinibile, un momento di condivisione e di riflessione piuttosto allegro su temi come il femminismo, l’umiliazione, la rivalsa, il senso di colpa, l’autodeterminazione. É una serata per sole donne, che genera parecchie risate e una smodata sorellanza.
Si parte da vissuti diversi che hanno una nota comune: di umiliazione, di mutilazione, di invisibilità. Messi insieme, tutti questi vissuti, si mostrano per quel che sono: semplici soprusi, spesso meschini. Se ne vedono i contorni tragicomici, si impara a riderci su e a rispondere con una potenza che non è stata sopita. Il lavoro di scrittura è un lavoro condiviso: ogni attrice ha scritto con le parole o con il proprio corpo la sua presenza in questo lavoro. La scrittura non è solo di parole, è soprattutto una scrittura di corpi. Le parole a volte sono gli inganni, il rumore dell’abituale: i corpi, in questi momenti di svelamento rivelano la vera essenza, il discorso non articolato ma presente. Svelarsi è un percorso di ricerca. Per questo si rivolge a un pubblico esclusivamente di donne. Tutte quelle che si sentono e definiscono donne. Non si tratta di creare uno spazio sicuro per chi è sul palco, ma di indagare che cosa succede ai corpi simili di chi assiste, domandarsi se il proprio corpo risuona più profondamente con quello che vede, nudo, in scena.
Silvia Gallerano nelle sue note di regia spiega: “Solo corpi femminili: è questo l’esperimento. Si tratta di una chiamata. Risponde chi se la sente. Non è per tutti. È per chi ha voglia di incontrarci. Non ci mostriamo come animali di uno zoo. Accogliamo chi è interessata a rispecchiarsi. Ci sono parole. Tante. Che coprono, che proteggono i corpi. E poi ci sono i corpi. Così come li guardiamo allo specchio quando ci svegliamo. Prima di camuffarli per camminare in mezzo agli altri. Sai quando si dice: immagina una persona che ti fa paura mentre è nuda. Per smontarla. Per vedere che è composta dagli stessi pezzi che compongono te. Ecco, noi ci spogliamo proprio. I nostri pezzi li mostriamo tutti. E come i nostri corpi mostrati a pezzi, così si presenta il lavoro. Una composizione di quadri, fatti di immagini e parole. Una successione di tappe, per arrivare ad assemblare i giusti pezzi, per trovargli collocazione. Per trovargli visione. Quello che mi è chiaro è che Svelarsi non è uno spettacolo e basta. Potremmo definirlo una miccia: un evento che accende delle curiosità, delle domande, una visione che interroga. Potremmo definirlo un pretesto: una scusa per trovarsi in una platea separata e osservare l’effetto che ci fa. A me piace chiamarlo esperienza o un’osservazione, perché è ancora aperta dentro di me la domanda di quale sia il risultato finale di questo percorso. Credo che possa essere scritto solo con le persone che vi assistono. Che lo spettacolo, se vogliamo chiamarlo così, sia la risultante dell’incontro sempre diverso tra chi è sul palco e chi è in platea; che quello che desideriamo non sia la realizzazione di un oggetto artistico chiuso e definito bensì indagare quella zona fluttuante nella quale i corpi che sono sul palco incontrano quelli che sono seduti in platea”.
Perché Svelarsi è uno spettacolo evento per sole donne? “Lo sguardo maschile rimane fuori dalla sala per un po’, ci aspetta. Non è un desiderio di esclusione degli uomini, ma di un tipo di sguardo predatore, giudicante, sminuente. È uno sguardo che abbiamo tutte e tutti in diversa misura, è il frutto della nostra società fondata sulla supremazia maschile, secondo la quale chi non è maschio è meno: meno autorevole, meno importante, meno interessante. E come fare a levarselo di dosso? Noi abbiamo immaginato questo esperimento: creare un tempo e uno spazio in cui dei corpi femminili si trovano in una condizione anomala, non quotidiana. Per farlo ci concentriamo sui nostri corpi e sulle storie che si portano dentro. Le donne che hanno assistito al nostro lavoro ci hanno detto tutte la stessa cosa: che era una novità e un piacere il fatto di essere solo tra donne. Che questo permetteva una partecipazione al lavoro senza filtri, senza preoccupazione per il giudizio altrui. È qualcosa di cui non si parla molto, perché svela una debolezza, ma molte donne sono attanagliate dal giudizio maschile: giudizio sul proprio corpo innanzi tutto. Eliminare questa condizione quotidiana fa emergere quanto questo giudizio conti, quanto lo abbiamo introiettato dentro di noi, quanto ci limita e condiziona nella vita di tutti i giorni. Queste due ore non sono una risposta o una soluzione all’invadenza di questo tipo di sguardo: l’esperienza che proponiamo solleva una questione, pone delle domande, evidenzia dei dati. Tornate nel mondo, dopo questa piccola pausa, siamo più consapevoli di quello che viviamo, e possiamo decidere che cosa fare di quello che abbiamo scoperto, intravisto, sentito. Svelarsi è nato così, pensato per sole donne, per aprire un luogo che ci mancava, uno spazio un po’ clandestino in cui entrare lasciando a casa i ruoli, le posture che interpretiamo ogni giorno”.
Repliche al Teatro Erba (Torino, corso Moncalieri 241): venerdì 28 e sabato 29 marzo, ore 21
Prezzi biglietti: venerdì sera: posto unico € 22.50+1.50 – ridotto (under26, over60) € 16.50+1.50 speciale (abbonati*, conv, gruppi, persone con disabilità **) € 15+1 sabato sera: posto unico € 24.50+1.50 rid unificato (und26,ov60, abbonati*, convenzionati, gruppi, persone con disabilità**) € 17.50+1.50 * possessori di abbonamento 24/25 a qualsivoglia teatro italiano! ** la riduzione per persone con disabilità è estesa a 1 accompagnatore.
Prevendite:
– al sito www.torinospettacoli.it – via whatsapp al numero 320.9050142
-alla biglietteria del Teatro Erba di Torino (orari chiamando il numero 011.6615447) i
-tramite il circuito www.ticketone.it
Informazioni: tel. 011.6615447/011.6618404 -nfo@torinospettacoli.it ;