“Geniale sregolatezza” al Museo Accorsi Ometto – Omaggio a Carol Rama, la grande artista torinese di fama internazionale

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carol rama

Carol Rama, Senza titolo (Ritratto), 1986 – Collezione privata

La Fondazione Accorsi-Ometto rende omaggio, attraverso una vasta retrospettiva, a Carol Rama (1918-2015), la grande artista torinese di fama internazionale, premiata con il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia del 2003.

La mostra “Geniale sregolatezza”  (Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto, via  Po 55, Torino; fino al 14 settembre –  fondazioneaccorsi-ometto.it ), realizzata In occasione del decimo anniversario dalla sua scomparsa,  è curata da Francesco Poli e Luca Motto e presenta un’accurata selezione di circa un centinaio di opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, che documentano le principali tappe della ricerca dell’artista dagli anni Trenta ai primi anni Duemila.

L’esposizione si apre con una serie di acquerelli della fine del decennio Trenta, caratterizzati dalla libertà espressiva del segno grafico e da un’esplicita carica erotica, nei quali l’artista riversa le fantasie e le inquietudini della sua adolescenza, raffigurando personaggi e oggetti, allusivi ed emblematici, tratti dal suo vissuto. Si affianca la parallela produzione espressionista degli anni Quaranta di oli denotati da una densa materia pittorica e di disegni raffiguranti volti, figure e paesaggi.

La sezione successiva inquadra le ricerche di Carol Rama all’inizio degli anni Cinquanta che, in linea con i nuovi linguaggi pittorici del dopoguerra, si avvicinano all’astrattismo di matrice concreta. Nel 1953 aderisce, unica donna insieme a Paola Levi Montalcini, alla compagine torinese del Movimento Arte Concreta (Biglione, Galvano, Parisot, Scroppo).

Alla fine del decennio Carol Rama, come la maggior parte degli artisti della sua generazione, si rivolge all’Informale: in mostra sono esposti una serie di dipinti denotati da una spessa materia pittorica dove emerge una prepotente carica cromatica e segnica.

Viene presentata poi la nota serie dei Bricolage (così definiti da Edoardo Sanguineti) prodotta dalla metà degli anni Sessanta: l’approccio pittorico a macchia di derivazione informale è integrato con il collage di oggetti quali occhi di bambola, scarti della lavorazione del metallo, siringhe, pietre, tappi in gomma e molto altro: materiali e oggetti di recupero, carichi di vissuto, che entrano nella composizione del dipinto. Vi sono poi i lavori della fine del decennio Sessanta composti da smalti, vernici nebulizzate e inserzioni di oggetti che, attraverso l’allusione a figure con gli arti protesi e ad ombre atomiche, rimandano alla condizione umana in piena Guerra Fredda.

La sezione successiva considera la produzione degli anni Settanta dove l’artista con la serie delle così dette Gomme, prende le distanze dalla produzione precedente e propone opere di impronta completamente rinnovata. Viene abolito il pittoricismo di base, a favore dell’esperienza del quadro in sé, ridotto ai suoi minimi termini: su superfici monocrome bianche o nere Carol Rama dispone porzioni di camere d’aria, talvolta pendule, in bilanciate composizioni astratte, animate soltanto dalle differenze cromatiche e dalle tracce dell’uso.

Segue il ritorno a una rinnovata figurazione, tipica degli anni Ottanta e Novanta, dalla tecnica complessa e raffinata, cromaticamente accese: mondi popolati da figure umane, angeli e animali, geometrie, paesaggi e prospettive fantastiche su carte prestampate, spesso del secolo precedente.

La mostra si chiude con la produzione più recente tra gli anni Novanta e i primi Duemila: figure umane, volti, animali, parti anatomiche costellano, anche in questo periodo, l’intricato linguaggio allusivo dell’artista. In particolare Carol Rama sviluppa, a partire dalla metà degli anni Novanta, un altro tema che sarebbe divenuto una costante fino agli anni duemila: dopo aver visto in televisione immagini legate alla vicenda del cosiddetto “morbo della mucca pazza”, su di esse costruisce una nuova serie di opere dal forte impatto.

Attraverso fotografie e filmati di interviste, il pubblico potrà approfondire ulteriormente la conoscenza della straordinaria personalità dell’artista.

Carol Rama nasce a Torino il 17 aprile 1918. Autodidatta, fin da adolescente coltiva la passione per il disegno e la pittura. La prima opera risale al 1936 e da quella data fino al 1946 compone acquerelli dalla forte carica erotica i cui temi attingono dal vissuto personale. Parallela è la produzione di opere ad olio espressioniste (1937-1950). Nel 1948 è presente alla Biennale di Venezia, dove espone anche nel 1950, 1956 e nel 1993. Segue poi la fase di astrattismo concreto (1951-1958). Dalla metà degli anni Cinquanta aderisce al gruppo torinese del Movimento Arte Concreta (con Biglione, Galvano, Parisot, Scroppo e Levi Montalcini). Verso la fine del decennio la sua ricerca vira verso l’informale con lavori molto materici (1959-1963) per poi rivolgersi alla serie dei Bricolage (1962-1968) opere che combina l’inserimento di oggetti alla pittura a macchia. Sono della fine del decennio (1968-1969) alcune opere dai forti connotati politici.

Negli anni Settanta  nella serie delle Gomme (1970-1979)  impiega camere d’arie e copertoni per costruire opere dove sono combinate in modo più statico e pittorico oppure penzolano simulando budelli e interiora di corpi.

Dal 1980 vi è il ritorno alla figurazione (1980-1995) su carte prestampate che sono popolate da un fantasioso microcosmo di corpi, oggetti e animali. La serie più rilevante degli anni Novanta è quella de La mucca pazza (1996-2001).

Espone fino agli anni Ottanta a Torino e in Italia. Diventa maggiormente nota al pubblico grazie alla mostra del 1985 a Milano curata da Lea Vergine, da quella data si susseguono importanti personali in Italia e all’estero.

 

 




 

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