REALE MUTUA maggio 2025 – QUESTO MESE PARLIAMO DI… L’assicuratore: “La pietra filosofale? Secondo le nostre analisi è un grosso rischio”
E se vi dicessimo che vivere troppo a lungo può essere un problema?
Mi prendereste per matto, è logico. Nella concezione umana, uno dei desideri più ricorrenti è proprio quello di poter vivere tanto e bene.
Ma è proprio quest’ultimo punto, il vivere bene, ad essere la variabile determinante, perché vivere cent’anni con tutte le capacità fisiche e mentali è un discorso, vivere anche solo gli ultimi 5 anni in uno stato di non autosufficienza è un altro (a prescindere dall’età finale).
È chiaro inoltre che, salvo brutte malattie che possono arrivare in qualsiasi momento della vita, salvo gli infortuni, che per loro natura sono imprevedibili, la vecchiaia comporta certamente un incremento della probabilità di diventare non autosufficienti.
E ormai i nostri lettori sapranno bene che quando nell’equazione abbiamo rischi + probabilità, la risposta non può che essere: “assicurazione”.
Pare strano però, cosa c’entrano le assicurazioni con il rischio di invecchiare o, in generale, di perdere l’autosufficienza (cioè, per dirla in parole semplici, quello stato in cui posso svolgere in autonomia tutte quelle semplici azioni quotidiane come alzarmi dal letto, cucinare, lavarmi, uscire di casa e andare a fare la spesa)?
Ne parliamo in questo articolo con il dottor Becchio, della Reale Mutua Assicurazioni. Ci può rispondere a questa prima domanda?
Certamente! Parto innanzitutto dicendo ai lettori che, qualora non avessero mai sentito parlare della polizza sulla non autosufficienza, in gergo tecnico anche chiamata LTC, dall’inglese Long Term Care, di non sorprendersi. Questa tipologia di assicurazione è una novità abbastanza recente in Italia, la primissima versione di LTC uscì timidamente verso la fine degli anni ’90, ciò può sembrare tanto tempo, ma è pochissimo se consideriamo che le prime assicurazioni, legate ai rischi della navigazione e del commercio, erano state create dalle popolazioni della Mesopotamia e dell’antica Grecia!
Paragoni storici a parte, bisogna considerare che l’uscita di una polizza non conta nulla se poi questa non viene recepita dal mercato.
Le polizze sulla non autosufficienza, infatti, hanno iniziato ad essere maggiormente richieste e sottoscritte in questi ultimi anni, diciamo dal post covid in avanti.
Come mai questo ritardo tra l’uscita in commercio e la richiesta da parte dei consumatori?
Il motivo è semplice: la società dal 2000 in avanti sta subendo una grandissima e rapida mutazione qui in Italia. Secondo i sociologi, le famiglie che avevano una gestione interna e un’economia auto assistenziale, dove sia i bambini, sia gli anziani potevano essere tutelati all’interno delle mura domestiche perché era sempre presente almeno un familiare in grado di prendersene cura, stanno diminuendo. Ormai non usa quasi più vivere vicino o nello stesso fabbricato dei genitori, dei fratelli o delle sorelle. Oggi si tende, spesso per motivi lavorativi, a trovare una sistemazione, se non all’estero, quantomeno in un’altra città.
Il risultato è che, sia per i bambini, sia per gli anziani, occorre esternalizzare i servizi assistenziali tipo: babysitter, badante o casa di riposo.
Possiamo quindi affermare che l’uscita in commercio delle LTC è stata precoce rispetto alle esigenze del mercato.
La cosa positiva è che in 20 anni, in Reale Mutua, abbiamo avuto modo di modificare e migliorare 3 volte la polizza sulla non autosufficienza, rendendola sempre più efficace e, soprattutto, alla portata di ogni tasca.
Parlando in termini pratici, la polizza LTC, come funziona?
Non voglio dilungarmi troppo o entrare in maniera noiosa sui dettagli tecnici perché farei addormentare il lettore!
Sarò breve perché effettivamente il meccanismo è semplicissimo.
La polizza prevede una tabella di valutazione sulla capacità di svolgere determinate attività quotidiane (più una valutazione su un eventuale deficit cognitivo).
Al raggiungimento di un limite minimo, che comporta quindi una effettiva non autosufficienza, scatta l’operatività della polizza, ossia l’erogazione di una rendita mensile e VITALIZIA.
Tale rendita ha lo scopo di:
- Integrarsi a eventuali assegni di mantenimento dello Stato, che sono tendenzialmente bassissimi (diversamente non ci sarebbe stata la necessità di creare questo tipo di polizze);
- Evitare di dover svendere case, macchine, terreni ecc… (perché quando si ha bisogno ricordatevi che i beni non si vendono, ma si SVENDONO);
- Potersi permettere una badante o la retta della casa di riposo (anche quella per i non autosufficienti totali che è la più cara).
Questo punteggio minimo di cui parlava, è su base percentuale di invalidità?
No. Lo Stato considera una invalidità grave a partire dal 66,66% di invalidità permanente. La percentuale noi la usiamo sulle polizze da invalidità permanente da malattia e infortunio. Qui, nella LTC, il parametro invece possiamo dire che è più “umano”, permettetemi il termine poco professionale, ma è così.
Il medico legale valuta direttamente la capacità di compiere determinate azioni, fine. Perché questo è ciò che comporta la presenza o meno della autosufficienza”.
Senza dubbio è un fattore rassicurante! Il funzionamento di questa polizza sembra molto umano-centrico ed è giusto che sia così. Anche il prezzo è “umano”? Oppure occorre indebitarsi per potersi garantire una copertura per la non autosufficienza?
No no assolutamente! Dal punto di vista economico questa polizza ha dei vantaggi e dei meccanismi unici.
Allora, iniziamo subito a dire che è detraibile. Si può detrarre il 19% fino ad un massimo di 1.291,14€ di premio. E questo è già un bel punto di partenza.
Poi c’è il punto che io preferisco: si può decidere come pagare!
Perché io posso decidere:
- di pagare a vita intera, quindi in maniera classica diciamo. Pago il premio fin quando sono in vita (o fin quando non mi capita di dover attivare la copertura chiaramente);
- di pagare per un numero di anni prestabilito (5, 10, 15, 20 o 25). Finito il periodo smetto di pagare, ma la polizza continuerà a coprirmi per tutta la vita;
- di pagare tutto in una sola volta e rimanere coperto per tutta la vita.
Terzo punto, si può decidere che rendita avere in caso di non autosufficienza. Posso decidere che mi vengano erogati da un minimo di 500€, ad un massimo di 3.000€, sempre mensili.
Ma veniamo al prezzo, quanto costa una polizza LTC?
Dipende da tutti questi fattori! Un giovane che sceglie una rendita tra i 500 ed i 1.500 euro spenderà circa 30 – 50€ al mese di premio.
Un trentenne che opterà per una rendita da 3.000€ al mese, pagamento per 25 anni, sarà intorno ai 160€ al mese.
Tengo però a precisare una cosa: con l’ultima versione della LTC è anche possibile avere una quotazione partendo dalla possibilità di spesa.
Se io quindi decido che posso investire, ad esempio, 80€ al mese per la mia non autosufficienza, il programma, in base agli altri fattori, calcolerà quale rendita mi potrà essere garantita.
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