Carmagnola Insieme, con Angelo Elia – Il ritorno dell’ex sindaco, candidato alle Amministrative 2021

angelo elia

Entusiasmo, consapevolezza, grande determinazione, con questo spirito Angelo Elia si prepara ad affrontare le elezioni comunali 2021 a Carmagnola (previste per ottobre) come candidato sindaco della coalizione di centro sinistra Carmagnola Insieme. Già alla guida della città dal 1995 al 2006, Elia torna sulla scena politica locale dopo un periodo come consigliere comunale e dopo un decennio di assenza. “Ma di fatto, anche se sono stato lontano per otto anni in cui non ho più svolto un ruolo attivo, non ho mai smesso di seguire le vicende carmagnolesi e quelle della nostra coalizione, un termine quest’ultimo che mi sembra riduttivo, è molto di più, è il gruppo degli amici. Quello che mi è interessa – sottolinea Elia all’inizio della nostra intervista – è la vita sociale, l’impegno, e fare il volontario in un’associazione significa comunque fare politica. Quando decidi di dedicare un po’ del tuo tempo, fai una scelta di vita, decidi di impegnarti per cercare di migliorare la società”.

Perché ha deciso di riproporsi?
La pandemia è stata senz’altro una delle principali ragioni. Ho visto troppa sofferenza, tanti amici in difficoltà. Nella prima fase mi ha colpito tantissimo il silenzio degli anziani, chiusi in casa e impauriti. E poi la sofferenza dei giovani, con tutti i loro progetti sospesi, costretti a seguire le lezioni dal pc, devastante per la loro crescita. Una condizione che ha amplificato a dismisura i problemi, come la sindrome da isolamento hikikomori. Dopo il secondo lockdown è sopravvenuta invece la rassegnazione e ci ritroviamo con un’intera generazione che si è persa per sempre l’adolescenza, con tutto quello che significa in termini di sperimentazione e di crescita. Sto leggendo Helgoland, di Carlo Rovelli, un libro bellissimo che racconta la storia di Werner Heisenberg che, ad appena ventitré anni, ha dato il via alla fisica quantistica. Non so che conseguenze avrà la pandemia sui ragazzi di oggi. E credo che si sia sbagliato nel dettare troppe imposizioni; ad un certo punto, con tutte le attenzioni del caso, sarebbe stato giusto dare loro fiducia e trasformare la pandemia in occasione di crescita”.

Negli ultimi dieci anni non ha mai pensato di ritornare?
Assolutamente no, avevo gli incubi degli ultimi periodi, delle denunce, dei processi. Per me era un capitolo archiviato.

E poi?
Poi il 6 gennaio di quest’anno, proprio qui a casa mia, in una riunione di famiglia figli e nipoti mi hanno chiesto provocatoriamente se, mentre la loro intenzione era quella di impegnarsi, la mia fosse quella di starmene in disparte Da lì la spinta, e dagli amici. Mi sono preso ancora un po’ di tempo per riflettere e poi ho sciolto le riserve.

Qual è la Carmagnola che ha lasciato?
Al nostro progetto abbiamo dato l’anima, tutti insieme, non ce l’avrei mai fatta senza gli amici con cui ho condiviso anche i momenti difficili. Ho sempre potuto contare sulla loro solidarietà. Gli amici sono , insieme alla famiglia, la mia forza più grande. Ma devo dire che ognuno lascia un pezzo nella città che amministra, ognuno a modo proprio. Io ad esempio ho voluto incontrare l’ex sindaco Felice Giraudo perché per me è sempre stato un punto di riferimento. Credo che abbiamo lasciato un po’ di creatività., una creatività che ha puntato e dovrà continuare a puntare su tanti elementi, tenendo conto della caratteristica di Carmagnola di essere “multi”. Multiculturale, multieconomica, multi geografica. Multianime, ecco il termine che conierei. Siamo per certi aspetti provincia di Cuneo, per altri periferia di Torino. Poi certo c’è la gestione ordinaria, ma quella è competenza dei tecnici che sanno fare bene il loro lavoro. Ma pe realizzare i progetti bisogna dare fiducia alla persone, lasciarle libere. C’è un potenziale enorme che bisogna lasciare esprimere, nella consapevolezza che insieme è meglio. Non credo, anzi è un segnale che mi preoccupa, nell’esigenza di tenere tutto sotto controllo. Io mi voglio fidare, comunque vada, e lasciare spazio alla creatività, soprattutto quella giovanile.

Qual è la Carmagnola che trova?
Trovo una viabilità che non è cambiata, i camion continuano a passare, più di mille al giorno in via Torino. Siamo soffocati dal traffico. C’era una cosa sola da fare, dopo la realizzazione della bretella esercitare ogni pressione possibile per ottenere dall’autostrada il casello Carmagnola Sud, invece nessuno si è mosso. La tangenziale per cui ci si sta battendo è un’assurdità , i tempi si allungano, altro consumo di suolo. Dalla grande distribuzione e dalla logistica, poi, verso cui si è orientata Carmagnola negli ultimi anni, non abbiamo avuto grandi ricadute: dobbiamo consumare di più o consumare meglio? Abbiamo prodotti d’eccellenza da promuovere, il futuro è la qualità.

Sull’ipotesi di sito nucleare?
Al di là di altre questioni, mi preoccupa la pericolosità, ciò che mi allarma maggiormente sono le speculazioni, chi realizza queste opere. In ogni caso, se si ripresenterà questa ipotesi, la valuteremo con serietà, coinvolgendo la popolazione e non cedendo a istinti di pancia.

La viabilità sembra il tema che più le sta a cuore.
No, il tema più importante è la sanità, viene prima di tutto e la pandemia non ha fatto che rendere più evidenti le la necessità di lavorare sull’assistenza territoriale e domiciliare. Certamente è indispensabile l’ospedale unico, ma è altrettanto indispensabile garantire i servizi di zona, a partire dal pronto soccorso. E’ una partita delicata e importantissima da giocare, che si può vincere soltanto se c’è collaborazione tra gli amministratore. Sono scandalizzato dalle liti tra Comuni, all’epoca siamo riusciti a salvare tre ospedali unendo le forze . E’ fallimentare pensare al proprio Comune come ad un feudo, si deve ragionare in termini di una rete territoriale, che funziona se c’è collaborazione, indipendentemente dalle posizioni politiche. Noi magari non eravamo d’accordo, ma ci mettevamo d’accordo.

Come vi preparate alla campagna elettorale?
Stiamo elaborando già da tempo il programma, siamo almeno una cinquantina, con una parte rilevante di giovani. Ci siamo suddivisi in gruppi di lavoro, ognuno dedicato a un grande tema, come i beni comuni, lo sviluppo della città, la cultura in senso lato, perché cultura significa anche cura del territorio, valorizzazione del nostro patrimonio artistico, ambientale, agricolo, gastronomico. E poi c’è la ricchezza del terziario, delle piccole e medie imprese; il commercio e le produzioni locali hanno grandissime potenzialità per emergere. E a proposito di ambiente, in conclusione, vorrei ricordare il bosco del Gerbasso, lo straordinario polmone verde a cui hanno dedicato risorse indistintamente tutte le Amministrazioni, da quella di Giraudo che l’ha voluto e creato trent’’anni fa, a oggi. Tutti ci hanno creduto, è stato oggetto di investimenti e ampliamenti anche recenti.

Cristina Cavaglià

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