“Luce e contoluce”: le fotografie di Guglelmo Bauducco in mostra a Vigone ancora domenica 1 maggio
Guglielmo Bauducco è nato e risiede a La Rotta (Moncalieri), frazione sita nella pianura a sud della città, lungo il percorso del Po. Dopo il diploma alò liceo classico, ha conseguito la laurea in ingegneria nucleare.
Ha lavorato in aziende del settore nucleare, della termodinamica e del trattamento acqua. Parallelamente alla sua attività di Ingegnere, ha continuato ad amare le discipline umanistiche, interessandosi alla pittura della
grande tradizione medioevale e rinascimentale e restando particolarmente colpito dalla narrazione dei soggetti inseriti in un contesto paesaggistico ed architettonico armonioso nelle forme e nei colori.
Dal punto di vista dell’ispirazione fotografica, Bauducco è rimasto successivamente molto influenzato dall’arte
dell’Impressionismo e da Van Gogh: i personaggi vivono e vengono visti in un campo di luce e di colori delicati od anche più forti nel loro ambiente, in strada, nei campi, nei cortili, nelle stanze o sulle piazze.
Bauducco ha presto cercato di trasferire queste sue emozioni nelle sue diapositive, scattate con le sue Pentax; non ha mai abbandonato questo marchio, caratterizzato da ottiche che gli hanno sempre assicurato colori caldi e tonalità ”pastello” a lui congegnali.
Il succedersi delle stagioni nei campi e sull’argine del fiume, il lavoro dei contadini, i volti intensi degli anziani, ritratti quasi sempre in primo piano, le tradizioni delle feste religiose di campagna, il colore forte ed emozionante dei papaveri, la delicatezza dei fiori di pesco, i campi di fiordalisi sono certamente i soggetti principali di Bauducco e formano la parte “ forte” della mostra.
E ancora il fascino delle piazze davanti alle chiese di paese, i portici medioevali, con la loro luce diffusa e con le scene di vita e di lavoro quotidiano, le vie puntellate di lampioni che si perdono nella nebbia, le vecchie cascine abbandonate, gli sguardi sereni e dignitosi delle persone colti proprio su queste piazze, magari la domenica dopo la messa.
Negli ultimi tempi Bauducco si è avvicinato al bianconero, ispirato, anzi colpito, dalla conoscenza del grande fotografo e poeta Mario Giacomelli, solitario artista marchigiano che ha descritto la sofferenza degli uomini e della terra con forza, emozione e pietà.
A questo nuovo percorso, che Bauducco ha dichiarato di voler continuare ad approfondire, appartiene la sezione più concettuale e simbolica “Abbandono del bosco vecchio sul Po” presente nella mostra ed ispirata dagli ultimi quattro versi della poesia “Cuore dell’inverno” di Tomas Transtromer. C’è un mondo senza suoni / Una fessura / Attraverso la quale i morti / Passano clandestinamente il confine.