Da romantica a scapigliata – La Milano dell’Ottocento in mostra  al Castello Visconteo Sforzesco di Novara

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Giovanni Migliara Veduta di Piazza del Duomo in Milano, 1828 olio su tela, 47 x 61 cm Collezione Fondazione Caripl

La nuova  esposizione autunnale ideata e prodotta da Comune di Novara, Fondazione Castello e Mets Percorsi d’Arte con il patrocinio di Regione Piemonte, Commissione Europea, Provincia di Novara, Comune di Milano propone un affascinante viaggio nella Milano dell’Ottocento. Accanto ad  alcune opere indimenticabili degli artisti più noti, come Francesco Hayez e Tranquillo Cremona, molte altre di grande qualità di artisti considerati minori ma da riscoprire, realizzate in un periodo di vivace transizione, dal Romanticismo alla Scapigliatura, che ha segnato la storia dell’arte milanese e lombarda.

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Tranquillo Cremona In ascolto, 1874-1878 ca. olio su tela, 112 x 128 cm Collezione privata

Attraverso  oltre settanta capolavori eseguiti dai maggiori protagonisti della cultura figurativa ottocentesca attivi a Milano, la mostra  “Milano. Da romantica a scapigliata” in corso al Castello Visconteo Sforzesco di Novara (www.ilcastellodinovara.it; fino al 12 marzo 2023)  intende illustrare  i mutamenti susseguitesi nel capoluogo lombardo tra gli anni dieci e i primi anni ottanta dell’Ottocento. Milano ha visto in quei decenni turbolenti  la caduta del Regno napoleonico d’Italia, la costituzione del Regno Lombardo Veneto e la seconda dominazione austriaca, le prime rivolte popolari e le guerre d’indipendenza che nel 1859 avrebbero portato alla liberazione. Le trasformazioni che già in epoca teresiana avevano iniziato a modificarne sensibilmente l’aspetto monumentale e urbanistico erano proseguite durante gli anni della Repubblica Cisalpina, del Regno d’Italia, della Restaurazione e del Risorgimento e avevano fatto di Milano una città moderna e bellissima, crocevia di genti, di culture, di arte. Una città elegante che avrebbe continuato a rinnovarsi anche nei decenni postunitari, si pensi alla costruzione della Stazione Centrale, inaugurata nel 1864 dal Re d’Italia Vittorio Emanuele II, alla demolizione del Coperto dei Figini in Piazza Duomo (1864), alla costruzione della Galleria Vittorio Emanuele (1865) e all’ideazione della Piazza del Teatro, nel 1865 battezzata Piazza della Scala, all’abbattimento del Rebecchino (1875). Una città culturalmente assai vivace, frequentata da viaggiatori stranieri e abitata da un facoltoso ceto borghese, ma nel contempo anche un luogo in cui le differenze sociali cominciavano via via a farsi sempre più marcate e nella quale gran parte della popolazione viveva in povertà. Il percorso espositivo, concepito dalla curatrice Elisabetta Chiodini coadiuvata da un Comitato scientifico di cui fanno parte Niccolò D’Agati, Fernando Mazzocca, Sergio Rebora, è articolato in otto sezioni che seguono l’andamento delle sale del Castello Visconteo Sforzesco e ripercorre l’evoluzione della pittura lombarda dal Romanticismo alla Scapigliatura, fenomeno culturale nato a Milano negli anni sessanta dell’Ottocento che coinvolgeva poeti, letterati, musicisti, artisti, uniti da una profonda insofferenza nei confronti delle convenzioni della società e della cultura borghese.

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Angelo Inganni Nevicata ai Navigli, 1852 olio su tela 73 x 90,4 cm Collezione privata

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Gerolamo Induno La fidanzata del garibaldino, 1871 olio su tela, 65 x 85 cm Collezione privata

 




 

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