Amir Madih, studente del Bobbio: dalla scuola alla ribalta televisiva in una serie Rai: “Recitare è l’emozione più grande”

amir madih

Dall’Istituto  “Norberto Bobbio” alla ribalta televisiva. E’ la storia di Amir Madih, poirinese, studente del liceo di Carignano e tra gli attori protagonisti di “POV – I primi anni”, nuova serie Rai prodotta da Showlab e Rai Ragazzi in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte, attualmente in onda sul canale del digitale terrestre Rai Gulp e disponibile anche per lo streaming su RaiPlay.
Tra attori non professionisti e ragazzi delle scuole superiori, l’obiettivo della serie è quello di raccontare nei ben 52 episodi, la vita ipotetica di alcuni studenti delle superiori nel modo più realistico possibile, e questo intento si realizza anche grazie alle improvvisazioni del cast, incoraggiate dalla sceneggiatura degli autori, e dalla regia che occasionalmente presenta momenti in cui i ragazzi girano video dove raccontano i loro pensieri in quel momento.
Per comprendere meglio alcuni retroscena della produzione e farci raccontare la sua esperienza, abbiamo, fatto una chiacchierata con Amir Madih, che così si presenta: “Ho 18 anni e vivo in un piccola località di campagna vicino a Poirino. Frequento il liceo Norberto Bobbio di Carignano e l’anno scorso sono stato selezionato tra i protagonisti di questa nuova serie della Rai”.

Detta così, sembra semplice, invece è l’approdo di un percorso iniziato già da qualche tempo:

“Da quasi due anni studio presso l’Accademia di recitazione cinematografica “Studio Emme” a Torino, che funge anche da agenzia. Quando la mia scuola mi ha proposto di partecipare al casting per questo nuovo programma, ho accettato di buon grado, soprattutto perché ero interessato al tipo di lavoro che la produzione voleva svolgere”. Cioè? “Un programma libero e creativo, che poneva al centro i caratteri dei protagonisti (molto simili a quelli degli attori) e storie di vita adolescenziale.”.

E’ il tuo primo lavoro come attore?

“Questo è stato il mio primo incarico professionale come attore, ma dal punto di vista emotivo tutto è iniziato quando avevo sette anni. I miei genitori mi iscrissero ad un corso di teatro, che frequentai per altri sei anni. Lì è nata e si è sviluppata la mia passione per la recitazione. Ciò che mi ha spinto invece a voler intraprendere questa strada a livello lavorativo è l’esperienza che ho vissuto nel 2019, quando sono stato scelto come protagonista per due spettacoli contemporaneamente. Il primo è stato proprio con il “Bobbio”, cioè l’ “Edipo Re”, andato in scena al Teatro Cantoregi di Carignano; un progetto scolastico teatrale portato avanti dalla mia classe, non finanziato e sperimentale. Ha riscosso un discreto successo e negli anni successivi ha aperto le porte al Bobbio per corsi di teatro organizzati dalla scuola. Il secondo invece è stato uno spettacolo organizzato dall’Accademia Studio Emme che frequento, che è andato in scena al Teatro Matteotti di Moncalieri. Questa esperienza del doppio spettacolo da protagonista mi ha impegnato anima e corpo per un lungo periodo; un’esperienza forte, soddisfacente al punto da far maturare in me la convinzione di di voler fare quello per tutta la vita, ma a livelli più alti, e in televisione”.

Come hai trovato la serie? Attinente ad un’ipotetica vita da studente?

“La serie, come dicevo, affronta tematiche varie e molto importanti, toccando punti delicati ma molto comuni tra noi ragazzi. Quindi direi assolutamente di sì, la serie è attinente alla vita degli studenti e a ciò che loro vivono e provano ogni giorno”.

Puoi raccontarci le tappe che ti hanno portato ad essere scritturato?

“Dopo aver inviato materiale e partecipato a videoconferenze per i casting, con gli altri aspiranti attori siamo stati chiamati per l’ultima fase di selezione nel luogo in cui si sarebbero svolte le riprese, cioè a Torino al Campus ITCILO – Centro Internazionale di Formazione. A causa del l Covid-19, tutta la troupe e gli attori hanno dovuto soggiornare per tutto il tempo delle riprese all’interno del Campus. Questo ha contribuito a rendere la mia esperienza unica, condividendo tanti bei momenti con gli altri ragazzi.

Ti ha impegnato a lungo?

“Il tempo delle riprese è durato dal 12 luglio al 5 agosto, anche se questo progetto mi ha impegnato ancora più a lungo, considerando i casting iniziati ad aprile e alcuni materiali da inviare alla produzione dopo la fine delle riprese. Emotivamente mi sta impegnando molto anche ora che sta andando in onda, dal lunedì alla domenica alle 20.15 su Rai Gulp. Invece, quando non riesco a essere presente davanti alla TV, li posso guardare in streaming su Rai Play“.

In quale episodio appari per la prima volta? Quale parte del biennio racconta la tua storia?

“Appaio per la prima volta nell’episodio 1, ma la mia storia inizia a delinearsi dal 2, una storia che personalmente ritengo completa e interessante, con molte sfaccettature che aiutano a comprendere le caratteristiche del mio personaggio, Rami Zein, un ragazzino timido ma anche molto energico e sorridente che, come molti altri adolescenti, deve riuscire a capire la sua vera identità”.

Alla luce di questa esperienza, come vedi il tuo futuro e che progetti hai dal punto di vista professionale?

“Nel mio futuro vedo solo la recitazione, nient’altro. Ho anche altre passioni, mi piace scrivere canzoni e giocare a basket, ma niente riuscirà a superare le emozioni di quando recito”.

“Ovviamente – dice Amir Madih in conclusione della chiacchierata –  mi piacerebbe rivivere al più presto un’esperienza simile, e non vedo l’ora che ciò accada”.

Francesco Sommario




 

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