Al Teatro Cantoregi di Carignano si alza il sipario su una nuova stagione: da ottobre a marzo cinque gli spettacoli in cartellone, grandi nomi e grandi titoli

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Sta per alzarsi il sipario sulla nuova stagione teatrale del Comune di Carignano, presentata in collaborazione con l’associazione E20inscena. Cinque gli spettacoli, e tanti i grandi nomi, in cartellone da ottobre a marzo, che andranno in scena al Teatro comunale “Pietro Maria Cantoregi” (via Frichieri 19). Primo appuntamento venerdì 29 ottobre con “Lettere d’amore” , protagonisti Barbara Derossi e Enzo Decaro; si prosegue il 18 novembre  con Anna Mazzamauro in “Come è ancora umano lei, caro Fantozzi“, il  10 dicembre con “Call center”, il 28 gennaio con “Volavo con lui” (spostata al 18 marzo); ultimo spettacolo il 25 febbraio con Sandra Milo in “Ostriche e caffè americano” (sostituita con “Cocktail per tre”, stessa data).

Gli abbonamenti ai cinque spettacoli, con posto fisso, sono in vendita tutti i giovedì e sabato dalle ore 10 alle 12 all’Ufficio Accoglienza del Municipio di Carignano (piano terra, via Frichieri 13). PLATEA 100 € (dalla prima alla quinta fila inclusa). PLATEA 90 € (dalla sesta fila in poi) GALLERIA 65 €. Per acquisto abbonamenti a distanza telefonare al numero 392.6405385 oppure scrivere anfo@e20inscena.it

SINGOLI BIGLIETTI. In vendita dal 21 ottobre tutti i giovedì e sabato dalle ore 10 alle 12 all’’Ufficio Accoglienza del Municipio di Carignano (piano terra, via Frichieri 13).PREZZI BIGLIETTI:  PLATEA numerata Intero 25 € – Ridotto* 20 €; GALLERIA numerata Intero 18 € – Ridotto* 15 € * Ridotto di legge (under 30 – over 60 – Unitre Carignano)
* Ridotto under 14 Platea e Galleria – 8 €

INFORMAZIONI e PREVENDITE: E20inscena – tel. 392/6405385 info@e20inscena.it; Ufficio Cultura del Comune di Carignano – tel.011.9698442.

 




  • Venerdì 29 ottobre ore 21 –  BARBARA DE ROSSI ENZO DECARO “Lettere d’Amore (Love Letters)” di A. R. Gurney. Regia EMANUELA GIORDANO; assistente alla regia Tania Ciletti; foto Marinetta Saglio; progetto grafico Giuseppe Tenore; service audio e luci Live Srl; produzione E20inscena.
    Love Letters possiamo definirlo un classico. È stato rappresentato per la prima volta in America nel 1988, con l’autore stesso nei panni del protagonista maschile. Due anni dopo l’opera è candidata al Pulitzer e, da allora, moltissimi grandi nomi del cinema e del teatro, continuano a confrontarsi con i personaggi di questo famoso racconto epistolare. Lettere d’amore è una delicata e spiritosa partitura per anime sole. Andy e Clarissa si conoscono da bambini, a scuola, e fanno subito amicizia. Andy è attratto da Clarissa ma non riesce ad esternare i suoi sentimenti anche perché la giovane amica riesce a smorzare ogni possibile avance, a colpi di stilettate caustiche. Per circa cinquant’anni si frequentano, si incontrano, si desiderano, ma soprattutto si scambiano bigliettini, cartoline e lettere che ci raccontano molto di loro e del mondo che, intorno a loro, cambia velocemente. I college, i campeggi, gli impegni di lavoro, i legami sentimentali, la guerra, le ambizioni e le difficoltà di trovare, ciascuno, la propria strada, mettono a dura prova la loro relazione ma nonostante tutto Andy e Clarissa continuano a scriversi, a confessarsi, ad avere bisogno l’uno dell’altra. Sono in fondo una “strana” coppia, lui timido e posato, metodico, con obbiettivi precisi che riesce a raggiungere, lei inquieta e fragilissima, disperatamente alla ricerca di una ragione per vivere. Se Andy mette su famiglia, Clarissa colleziona mariti e fallimenti, se lui si laurea in legge, diventa avvocato e affronta con successo la carriera politica, lei si perde in alcool, droghe ed interessi effimeri. Cos’hanno dunque in comune questi due?
    Una storia, un passato, un conoscersi fin da piccoli, il sapere tutto l’uno dell’altra, la fiducia reciproca, un‘attrazione contraddittoria ma sempre presente e un umorismo sottile che si palleggiano ad arte. Sono le due facce di uno stesso mondo borghese, sono due Americhe che si guardano allo specchio? Forse si. E noi, oggi, possiamo riconoscerci in questa storia fatta di appuntamenti mancati? Certamente. L’incontro carnale, la relazione vera e propria, tra Andy e Clarissa, arriva troppo tardi, quando nessuno dei due ha il coraggio di ricominciare da capo, rischiando di rovinare la bellezza della loro relazione “ideale”.
    La regia accompagna il testo senza forzature descrittive. Ovviamente non si mette in scena la classe di
    scuola, il college, le feste, i matrimoni. Sono le musiche e le luci ad evocare le atmosfere, i passaggi del
    tempo, le grandi e piccole vicende che scandiscono la storia di Clarissa e di Andy. L’idea, in questo allestimento, parte da una piccola intuizione: Andy, dopo mezzo secolo, deve fare i conti con ciò che ha sempre inconsciamente desiderato: avere una relazione stabile e matura con Clarissa. Coscienzioso, ai limiti del maniaco, nel catalogare e conservare ogni frammento di ricordo che lo lega alla sua amica, si dispone a ricostruire e a ricordare tutto ciò che è accaduto (o non accaduto) tra loro. Dal primo messaggio fatto volare in classe durante le lezioni, strappando un lembo del quaderno di scuola, alle ultime lettere in cui entrambi, finalmente, si dichiarano ma prendono atto di non essere riusciti a rischiare e investire fino in fondo nel loro amore. La presenza di Clarissa è un ricordo evocato che diventa sempre più incisivo e reale, il loro carteggio diventa un dialogo d’amore e di amicizia, in cui ciò che inizia a leggere l’uno, l’altro completa e arricchisce di altre sfumature, precisazioni, dettagli.
    Dal Boogie Woogie, con le Big Band che facevano ballare tutta l’America (e Glenn Miller, Nat King Coll e tanti altri) fino all’onda d’urto del Rock ’n Roll e più avanti ancora, una musica calda e leggera, ballabile, riverbera da lontano e scandisce i passaggi del tempo, volutamente in contrasto con la sottile malinconia che accompagna il racconto.

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  •  Venerdì 19 novembre,  ore 21,  ANNA MAZZAMAURO “Com’è ancora umano lei, caro Fantozzi”.  Parole e musica per Paolo Villaggio di e con Anna Mazzamauro Musiche eseguite da Sasà Calabrese – chitarra e pianoforte. Produzione E20inscena.
    Mi sono sempre chiesta legittimamente che nome avesse la signorina Silvani, alla quale Paolo Villaggio ha regalato eternità e che io, da tramite riconoscente e in debito, ho contribuito a mantenere. Ho provato un elenco di nomi tra i più vintage: Alma, Ada, Ludmilla, Cunegonda, Tecla, Moira, Iris, Ersilia, Genoveffa, Miranda, Dorotea, ma se provate a mettere dopo ognuno di loro il cognome della Silvani non vi apparirà quell’immagine, quel grottesco e paradossale rosso sesso, quell’impasto di donna e di solitudine. Allora, poiché quella signorina mi appartiene di diritto e poiché i personaggi non nascono casualmente ma raccontano, nascondendoli con l’ironia, i nostri segni, i nostri umori, le nostre inclinazioni, il nostro animo, allora la Silvani sono io! Adesso provate a chiamare la Silvani con il mio nome. Anna Silvani. È perfetto. Allora come Anna Silvani soltanto io posso, con il mio nome e col suo cognome, raccontare Paolo raccontando Ugo. E leggeremo insieme il nostro incontro, il suo primo film, il mio divertente impatto con il cinema e via via vent’anni della nostra vita professionale a puntate, vent’anni di solitudine della Silvani che non aveva capito che Fantozzi fosse stato l’unico uomo ad averla veramente amata.

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  • – Venerdì 10 dicembre ore 21 – “Call center. 4 donne appese a un filo”.  Una commedia di Chiara Porcu – Regia LUISELLA TAMIETTO.  Con Roberta Beforte, Maria Occhiogrosso, Chiara Porcu, Laura Righi.
    Produzione E20inscena.
    Quale mostro armato di cuffietta si celerà dietro le chiamate delle otto e trenta di sabato mattina? L’unica certezza è che non si tratta di un essere umano. Bensì una creatura mitologica in possesso di poteri magici capaci di chiamarti nel momento in cui ti siedi sull’amato gabinetto oppure quando, infilati i guantoni da cucina sei pronto a sfilare dal forno il gustoso pollo con le patate. E se invece ci fosse vita dietro quella cornetta? Se il call center fosse un luogo vero e non una caverna demoniaca e pestilenziale? Se le telefoniste fossero persone invece di insopportabili gatte attaccate agli stinchi?
    Un evento improvviso e sconvolgente solleverà le maschere di quattro giovani donne, svelando la complessità, le difficoltà e le ingiustizie di un mondo del lavoro scostante e troppe volte ancora maschilista. L’amicizia e l’unione di quattro donne inizialmente lontane, sarà l’arma pacifica in grado di avvicinare il pubblico a tematiche impopolari, che, soggette a qualunquismo e rigurgiti femministi hanno bisogno di essere esplorati e perché no modificati. In un’epoca dove le donne da sole avanzano in un cammino tortuoso e incostante loro: Agata, Mirabella, Diletta e Bianca saranno in grado di scontrarsi, allontanarsi e avvicinarsi in un luogo inadatto alle relazioni e in qualche caso addirittura pregno di cattiva competizione. Una dignità ridotta all’osso e una grande voglia di cambiamento e riscatto sono gli ingredienti di uno spettacolo scoppiettante, dalla risata contagiosa e dalla forza di un uragano. Un’opera tutta al femminile in grado di cambiare il mondo del lavoro… un call center alla volta.
  • -Venerdì 28 gennaio 2022 ore 21 “Volavo con lui –  Con Martina Costa, Vanessa Vanzetti, Adriele Chiango; Testo e regia Ivano Arena; Produzione Quelli dell’isola.
    Lo spettacolo celebra l’epopea del grande Fausto Coppi. Con un forte taglio emozionale lo spettacolo illumina l’immagine fragile e delicata di un uomo vincente che sboccia tra le figure di due donne importanti come la moglie Bruna e Giulia, la controversa Dama Bianca. Fausto, il piemontese dagli occhi tristi e dal naso affilato che se ne va dal mondo per una tragica fatalità. Coppi, l’eroe immortale, massima espressione dell’onnipotenza sportiva che si piega solo a un tragico destino. Uno spettacolo che si distribuisce su tre figure portanti: un giovane giornalista e le due donne di Fausto, dapprima narratrici quasi distaccate, algide e poi sempre più appassionate nel raccontare il campione. La loro trasformazione evocativa nel filage dello spettacolo raggiungerà l’apoteosi nel finale quando la scena si svuoterà lasciando alla sola Giulia, il racconto struggente dell’ultimo “volo di Fausto”. Emozionante, poetico a tratti energico, quasi come una scalata di Fausto. Fausto Coppi, il campione che sapeva amare ed essere amato follemente. Anche in questo spettacolo teatrale la sua storia vincerà per… distacco. La sua immagine di campione assoluto continuerà ad illuminare la strada dei posteri, con l’emozione di chi diventò campione del mondo senza sapere come indossare la tracolla della vittoria. Volavo con Lui: una storia d’amore di un eroe appuntito che di mestiere gonfiava il cuore della gente e tagliava il vento. AGGIORNAMENTO: questo spettacolo è stato rinviato: la nuova data è il 18 marzo.
  • Venerdì 25 febbraio 2022, ore 21,  SANDRA MILO in “Ostriche e caffè americano”. CALIBAN PRODUZIONI e EcoTeatro di Milano presentano una commedia musicale ironica e dissacrante.
    Con questo spettacolo, per la regia di Walter Palamenga, si celebra la donna in modo insolito e divertente. Un inno alla femminilità in tutte le sue declinazioni. George, un attempato signore e navigata drag queen (Sandra Milo) gestisce un locale per spettacoli “en travesti”. Nei camerini del locale, cinque drag queen che dividono il palco con George, si preparano per andare in scena. Il più giovane di loro, ultimo arrivato, sembra non riuscire ad integrarsi perfettamente con il gruppo, e nutre una sorta di venerazione-soggezione verso George. Durante lo spettacolo scopriremo legami inaspettati, storie appassionanti e improvvisi colpi di scena. Battute esilaranti, canzoni care alla memoria di tutti, balletti e numeri acrobatici, daranno vita a un affresco sulla vita, la passione, il dolore e l’amore e ci accompagneranno in un mondo colorato e dissacrante dove, nel rispetto di tutto, non si è mai contrari a nulla. AGGIORNAMENTO: lo spettacolo è stato annullato e sostituito, nella stessa data, con la commedia “Cocktail per tre” con Franco Oppini.

 




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