Guardando al Carnevale – La lettera di Loris Di Chiara e Michela Bauducco, Gran Siniscalco e Castellana 2023

Loris Di Chiara e Michela Bauducco (foto Riccardo Guietti)

Guardando al Carnevale

Loris Di Chiara e Michela Bauducco, Gran Siniscalco e Castellana 2023, firmano la lettera che abbiamo pubblicato sul numero di febbraio di Ieri Oggi Domani (versione stampa)  e che qui riproponiamo.

Chi conosce il Carnevale di Carignano sa quanto complicato sia trovarne definizione esaustiva: meglio provare per credere! Esso è occasione di incontro e ritrovo, è senso di appartenenza, è festa per la città, è cultura, è costume, è tradizione ed è soprattutto pilastro portante della storia carignanese, perché fondato su avvenimenti e personaggi realmente esistiti e frutto di fantasia, diventando così leggenda. Scritta durante la ricostruzione post-bellica per la “voglia di aprire la città ad un momento nuovo e spensierato, ma rispettoso delle consuetudini, con lo sguardo volto ad un futuro di speranza”, questo spirito motivazionale ritorna oggi estremamente attuale, data la crisi pandemica, di cui siamo stati protagonisti.

Nonostante alcune interruzioni, la magia scaturita talvolta è mutata nella forma, come negli anni di “Perla ëd Po”, talvolta si è impoverita di alcune caratteristiche, come la superata “Giostra del Saracino”, ma è giunta sino ai giorni nostri senza svanire, poiché se ne sono salvaguardati gli elementi. Questi ultimi sono numerosi, eterogenei e tutti essenziali: non sarebbe magia se anche soltanto uno di loro venisse meno.

Non sarebbe Carnevale senza i colorati carri allegorici con i loro vivaci iscritti, non sarebbe Carnevale senza i curiosi spettatori al corteo e senza i “rumor” (da leggersi in piemontese) legati a tutto ciò che in questo periodo dell’anno diventa oggetto di vociferare, non sarebbe Carnevale senza le bugie delle botteghe artigiane…

Ma soprattutto, non sarebbe Carnevale senza costume, senza quello sgargiante, particolare e ricercato travestimento.

Il costume è arricchimento per chi lo indossa, in quanto frutto di ricerca, documentazione e studio del personaggio, del contesto in cui si colloca e dei particolari e dettagli che lo contraddistinguono.

Il costume è capolavoro ottenuto per unione di arte e mestiere, tecnica rigorosa e creatività, pensiero astratto e pratica. E’ opera maestra di mente perspicace, che coglie, interpreta ed elabora bozze su carta e fantasie nella testa del carnevalante, trasformandole in realtà con pezza e rocchetto.

E’ così che il sarto sta al Carnevale come il mago sta alla magia, ovvero autori di meraviglia e sorpresa.

D’altro canto, l’impronta tessile si colloca tra i cardini della storia carignanese, con l’industria di tessuti e filati di lana “V.E. Flli Bona”: molte concittadine erano lì tessitrici e poi sarte tra le mura domestiche. Ed ecco un altro intreccio, tra leggenda del Carnevale e storia della città. Seppur godendo di un passato sartoriale prospero, ben diverso è il quadro attuale, che vede ormai molto rari questi costruttori di prodigio!

Tra le mille sfaccettature del Carnevale, conserviamo questo tesoro che sconfina dalla realizzazione di un capo sartoriale, per affondare le radici nella storia della città: attingiamo dalla loro esperienza i trucchi e i segreti del mestiere, per continuare, in futuro, a stupire ancora con altre meraviglie!

I vestiti di noi maschere di questa edizione sono stati realizzati da mani esperte del Carnevale carignanese: Renata Pedrelli in Maggiore, che di cuore ringraziamo per il suo lavoro, per la sua disponibilità, per il suo impegno e per l’immensa passione con cui ha confezionato i nostri costumi.

Il Gran Siniscalco e la Castellana del Carnevale di Carignano 2023

Loris di Chiara e Michela Bauducco

carnevale

Loris Di Chiara e Michela Bauducco (foto Riccardo Guietti)

 




 

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