Tappa piemontese per Calderoli – Il ministro al Consiglio regionale per parlare di autonomia differenziata
Tappa piemontese per il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, che nei giorni scorsi ha partecipato ad un incontro sull’autonomia differenziata con la Settima Commissione del Consiglio regionale alla quale erano presenti diversi consiglieri unitamente a sindaci e presidenti di Provincia.
“Ringrazio per la possibilità di svolgere un approfondimento su questa materia. L’ho già fatto in diverse regioni, perché voglio sfatare la mistificazione e falsificazione rispetto ai contenuti e ai numeri, che si sta attuando – ha detto Calderoli – Non posso accettare che mi si accusi di voler spaccare il Paese: sono assolutamente convinto che l’Italia oggi abbia molte divisioni che vanno sanate. Inoltre, la propaganda sui numeri che spesso si fa non è corretta. Non è giusto che ci siano osservatori o associazioni che diffondono numeri sbagliati o mischiati a piacimento”.
Parlando del “necessario processo verso l’autonomia differenziata”, ha sottolineato che può essere attuato “cum grano salis. Per esempio, ho visto che il Piemonte chiede 17 materie, come fanno anche altre Regioni ma sono molte di più, considerato che spesso sotto una dicitura si comprendono diverse altre competenze. Quindi, il mio consiglio è che le richieste possono anche non contenere tutte le materie insieme. Altrimenti l’impatto può essere difficile, si possono creare ostacoli. In generale, poi, le regioni devono dimostrare il merito, i conti in ordine e devono far vedere d’avere amministrato bene quanto a loro disposizione. Quando mi si chiede: le voglio tutte e tutte insieme, rispondo: sei in grado di reggere tutto questo subito?”. In quanto alle risorse ha ricordato che “il ministro Fitto ha calcolato che ci sono almeno 80 miliardi di euro destinati alla coesione fermi nel cassetto che, se non vengono utilizzati entro tempi brevi, andranno persi”.
Il presidente della settima Commissione Autonomia, Riccardo Lanzo, che ha voluto l’incontro, nell’introdurre i lavori ha definito questo “un momento unico per il Consiglio regionale e per la Regione. Non si era mai verificata la circostanza di un ministro venuto in Commissione a discutere di un provvedimento: questo ci spinge ancora di più a seguire il percorso dell’autonomia, un vocabolo non astratto ma un progetto politico e amministrativo concreto”.
Il presidente della Regione Alberto Cirio ha dichiarato di essere “grato al ministro Calderoli, perché per la prima volta il Consiglio dei ministri ha dettato delle regole chiare, con le giuste garanzie perché questo non diventi uno strumento di disuguaglianza. Al contrario, l’autonomia differenziata può essere uno strumento che lima le possibili storture e divisioni che oggi esistono tra le Regioni. Noi amiamo l’Italia e la sua bandiera: siamo convinti che la Costituzione vada attuata tutta e sappiamo che autonomia vuol dire responsabilità. Il fatto che sia proprio la nostra Carta costituzionale a prevedere l’autonomia differenziata è anche la migliore garanzia per tutti i cittadini del nostro Paese. Autonomia significa risorse usate in modo più efficace e con meno sprechi, perché responsabilizza di più gli amministratori mettendo i cittadini nelle condizioni di verificare da vicino il loro operato attraverso la qualità dei servizi dati al territorio”.
Il vicepresidente della Regione Fabio Carosso ha sostenuto che “ben venga una riforma che possa farci tornare alle Province. È importante avere un ente intermedio che colleghi la Regione ai piccoli Comuni. Noi abbiamo il 51% di territorio montano e quindi sappiamo quanto sia importante anche rivedere la normativa che riguarda questa fondamentale fetta del territorio piemontese e italiano”.
Il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha aggiunto che “questa è la legislatura dell’autonomia. Con l’approvazione della legge quadro da parte del Governo è iniziata una fase nuova del processo, che vede la Regione confrontarsi con il Governo per definire le materie e le relative risorse e che vede iniziare il confronto fra le strutture della Regione e quelle dei Ministeri per definire in modo puntuale la divisione delle competenze e anche i risparmi di risorse che potremmo avere”.