Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario: i Bizantini dal Mann di Napoli a Palazzo Madama

bizantini

Lezionario miniato Seconda metà dell’XI secolo, pigmenti, foglia d’oro, tavolette di legno rivestite in pelle, carta
pergamena Provenienza: Monastero di Chozoviotiss, Amorgos) Amorgos, Eforato delle Antichitàdelle Cicladi

Centinaia di prestiti provenienti da importanti musei italiani e da oltre venti musei greci sono giunti a Torino a narrare il millenario sforzo di un Impero teso al dialogo tra la cultura classica e quella orientale:  Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica (piazza Castello;  www.palazzomadamatorino.it presenta, fino al 28 agosto 2023, la mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario, a cura di Federico Marazzi con il contributo del MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, di Palazzo Madama e del Ministero Ellenico della Cultura e dello Sport e la collaborazione nell’organizzazione generale di Villaggio Globale International.

L’esposizione, già proposta al MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, arriva a Torino, come seconda sede, per illustrare il “millennio bizantino” con il corpus espositivo principale integrato da una sezione dedicata al rapporto con l’area piemontese. Bisanzio  infatti  vedrà nel Principato d’Acaia, fin dalle origini proiettato verso l’Oriente greco e bizantino, l’origine della dinastia dei Savoia-Acaia  formatasi dal matrimonio nel 1301 tra Filippo di Savoia e Isabella di Villehardouin, principessa d’Acaia.

Oltre 350 opere – sculture, mosaici, affreschi, vasellami, sigilli e monete, straordinari manufatti in ceramica, smalti, oggetti d’argento, preziose gemme e oreficerie, pregevoli elementi architettonici – danno conto delle strutture, dei sistemi organizzativi, dei commerci e dei rituali di una complessa realtà politica, testimoniando nel contempo le eccellenze delle manifatture bizantine, gli incroci di cultura, gli stilemi e i simboli dell’Impero d’Oriente attraverso i secoli. È la creatività artistica del mondo antico che transita verso il Medioevo, con un linguaggio rinnovato dalla fede cristiana e con gli innesti del mondo orientale, in particolare della cultura iranica e araba.

 

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(foto Perottino)

 




 

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