Maggiori risorse per realizzare piccoli invasi e far fronte all’emergenza idrica: ordine del giorno proposto da Paolo Bongioanni in Consiglio regionale

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Emergenza idrica in agricoltura:  il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Paolo Bongioanni, ha proposto sul tema un ordine del giorno all’Assemblea di Palazzo Lascaris. “Per far fronte alla sempre crescente emergenza idrica nell’uso agricolo e civile, la Regione Piemonte deve continuare – e ove possibile, incrementare – il sostegno alla progettazione e realizzazione di nuovi invasi e laghetti interrati di piccola e media grandezza: vale a dire quelli con un volume compreso tra 30.000 e 100.000 metri cubi.  Al tempo stesso  la Regione deve proseguire il sostegno nel miglioramento delle infrastrutture idriche già esistenti, aumentandone la profondità e la capacità di stoccaggio, valorizzandone l’uso plurimo e contrastando i fenomeni di eutrofizzazione, al fine di garantire l’efficienza delle opere idrauliche già funzionanti. Sono i punti attraverso cui l’ordine del giorno che ho proposto al Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta regionale su uno dei nodi strutturali nel sostegno alla nostra agricoltura e ai nostri territori: l’approvvigionamento idrico, che abbiamo visto negli ultimi anni come sia stato messo in grande sofferenza dagli eventi climatici e da norme burocratiche ormai superate”.

L’ordine del giorno trae la propria motivazione da una situazione che ha visto il verificarsi negli ultimi anni di eventi climatici estremi sempre più frequenti e dannosi per l’agricoltura italiana, tra i quali si possono ricordare le temperature elevate, anche durante la stagione invernale, e le scarse precipitazioni e nevicate che hanno provocato gravi situazioni di siccità anche in Piemonte. “Fattori concorrenti che hanno portato alla diminuzione dei raccolti di prodotti ortofrutticoli – sottolinea Bongioanni – in una regione che fa del comparto agroalimentare uno dei suoi punti di forza, con il 15% dell’export complessivo a livello nazionale e il quarto posto tra le regioni italiane. Il Piemonte è al terzo posto in Italia per numero di produzioni certificate con 86 prodotti Dop, Igt e Stg e ben 343 con marchio Pat (Produzione Agroalimentare Tipica), con un valore complessivo di oltre 1,8 miliardi di euro”.

La Regione Piemonte – è la considerazione di Bongioanni –  dispone già degli strumenti legislativi, amministrativi e finanziari necessari a sostenere la creazione di nuovi invasi piccoli e medi: il regolamento regionale 2/2022 che norma e definisce questo tipo di infrastrutture; la legge regionale 1/2019 che consente il finanziamento fino al 100% in conto capitale ai consorzi di bonifica e agli enti irrigui riconosciuti per la realizzazione o la sistemazione e ammodernamento gestionale dei laghetti artificiali e per le sistemazioni idraulico-agrarie del suolo; i 55 milioni di fondi europei stanziati sul Psr (Programma di Sviluppo Rurale) regionale per migliorare la gestione irrigua del Piemonte, di cui 12 per l’efficientamento dei sistemi di irrigazione e raccolta acqua piovana; 12 per estendere l’irrigazione a colture tradizionalmente non irrigate, 10 per ridurre la dispersione, 21 per accumulare acque stagionali nelle risaie.

“Tuttavia – spiega Bongioanni – le crescenti difficoltà del comparto agricolo in materia di approvvigionamento idrico rendono necessario continuare, e possibilmente incrementare, tali sforzi per realizzare tali opere in modo celere ed efficace. Accanto ai progetti di grandi opere come l’invaso di Serra degli Ulivi, occorre quindi accrescere l’impegno sul territorio piemontese per la costruzione di nuovi invasi medi e piccoli, perché di più rapida realizzazione come iter amministrativo e finanziario, e favorire l’uso plurimo della risorsa idrica di quelli già esistenti. In particolar modo nei territori collinari, i piccoli invasi potrebbero infatti contribuire a ridurre la dispersione idrica durante la stagione invernale e primaverile, consentendo di immagazzinare l’acqua necessaria per le colture agricole e vitivinicole durante la stagione estiva e autunnale. Tutto questo lo si può fare anche sviluppando modalità di joint venture con le imprese agricole e con il settore privato dell’agroindustria”.

 

 




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