Sale in zucca? Anche troppo! Meno sale, più salute. Regole e istruzioni

Un pizzico di sale è più che sufficiente. Anzi, “meno sale, più salute”: ne bastano 5 grammi. Sale in zucca? Anche troppo. E’ sempre valido l’invito dei medici a limitarne l’utilizzo e a non superare questa soglia giornaliera.
Anche il servizio di Igiene e Nutrizione dell’Azienda Sanitaria Asl TO5 ha fatto proprio lo slogan “Meno Sale Più Salute – 5 vie per 5 grammi” della Settimana Mondiale per la riduzione del consumo di sale (12-18 marzo 2018) proposta ogni anno dalla World Action on Salt and Health (WASH).

Si tratta di una campagna mondiale di sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso una scelta consapevole di alimenti meno ricchi in sale alla quale aderisce l’Asl TO5, promossa sul territorio nazionale dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) e dal Gruppo Intersocietario per la Riduzione del Consumo di Sodio in Italia (GIRCSI).

Quest’anno la campagna è stata dedicata a sensibilizzare i consumatori sulle modalità pratiche per la riduzione del consumo di sale; tale campagna indica 5 vie per portare il cittadino al consumo massimo di 5 grammi di sale al giorno (come raccomandato dall’OMS – Organizzazione Mondiale per la Sanità): 1 – eliminare dalla tavola la saliera, 2 – fare uso abbondante di erbe e spezie, 3 – preferire frutta e verdura fresca, 4 – controllare le etichette dei prodotti, 5 – scegliere pane e prodotti da forno meno salati.
Durante questo ultimo decennio, la presa di coscienza sui danni causati dall’abuso di sale è notevolmente aumentata e in molti tentano di adottare un’alimentazione equilibrata modificando positivamente il proprio stile di vita. Tuttavia, l’obiettivo posto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ossia di un consumo individuale di sale non superiore a 5 grammi al giorno (corrispondenti a 2 grammi di sodio) è ancora lontano.



In Italia, il consumo medio giornaliero è pari a 10 grammi (una quantità che è 2 volte maggiore a quella raccomandata dall’OMS), di cui il 75% proviene dai prodotti acquistati nei negozi (pane, prodotti da forno, prodotti caseari e salumi).

Queste quantità sono di gran lunga superiori alle indicazioni stabilite dai nuovi Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana (LARN). Inoltre, alcuni tra questi alimenti, tradizionalmente poveri di sale, vengono trattati e trasformati tecnologicamente, acquisendone in maggiore quantità. Ecco perché è importante leggere le etichette e preferire prodotti che contengano una quantità di sale inferiore a 0,3 grammi per 100 g.
Un consumo eccessivo di sale può favorire l’instaurarsi dell’ipertensione arteriosa, soprattutto nelle persone predisposte e aumentare il rischio dell’insorgere di alcune malattie del cuore, dei vasi sanguigni e dei reni.

Di conseguenza, ridurre gli apporti di sale rappresenta una importante misura preventiva. Sempre secondo l’OMS, dimezzare da 10 a 5 grammi di sale (circa un cucchiaino di caffè) al giorno può ridurre del 23% il pericolo di avere un ictus e del 17% quello di avere una malattia del cuore.

Su scala mondiale, questa percentuale si traduce in oltre 1 milione di vite risparmiate ogni anno. Si comprende bene, allora, come ridurre il consumo di sale sia un’importante misura preventiva. Diminuire la quantità di sale non è difficile, soprattutto se la riduzione avviene gradualmente. Infatti il nostro palato si adatta facilmente, ed è quindi possibile rieducarlo a cibi meno salati, senza per questo rinunciare al gusto.

Basta seguire nella alimentazione di tutti i giorni alcune semplici regole: quando fai la spesa acquista alimenti poco salati; controlla sempre le etichette, anche delle acque minerali; limita l’uso di condimenti contenenti sodio (dado da brodo, senape, ketchup) ed insaporisci le portate con delle erbe aromatiche fresche, delle spezie o usando limone ed aceto. Entro pochi mesi, o addirittura settimane, gli stessi cibi appariranno saporiti al punto giusto, mentre sembreranno troppo salati quelli conditi nel modo precedente. E ancora, latte e yogurt sono una buona fonte di calcio con pochissimo sale, preferire i formaggi freschi a quelli stagionati; durante gli spuntini, frutta e spremute sono una ottima alternativa agli snack salati. Nell’attività sportiva leggera reintegrare con la semplice acqua i liquidi perduti attraverso la sudorazione. E se proprio ritieni il menù insipido, usa solo un pizzico di sale, ma iodato.
Nelle etichette alimentari, i nomi che indicano la presenza di sale aggiunto sono: sodio (o NA), cloruro di sodio, fosfato monopodico, glutammato di sodio, citrato di sodio. La maggior parte del sale introdotto con la dieta è quello già presente nei prodotti che acquistiamo. Diversi alimenti naturalmente poveri di sale, subiscono infatti un trattamento tecnologico di trasformazione che li rende più salati. Leggendo l’etichetta puoi comprendere quanto sale consumi ogni giorno insieme alla tua famiglia.



“Con meno sale la salute sale” è il titolo del progetto regionale avviato nel 2015 dai Servizi Igiene degli Alimenti e Nutrizione del Piemonte, nell’ambito dell’Intesa firmata tra l’Assessorato alla Sanità e l’Associazione Regionale Panificatori del Piemonte per la produzione di pane a ridotto contenuto di sale. L’Asl TO5 con il Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione ha aderito a tale progetto sostenendolo con corsi di informazione/formazione rivolti ai panificatori coloro che hanno aderito si sono impegnati a produrre pane con meno sale e a promuoverne l’acquisto, non aumentando il prezzo di vendita.

Per approfondimenti:

www.sinu.it

www-worldactiononsalt.org

www.menosalepiusalute.it

Condividi questo articolo

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.