A Torino e Ivrea in scena lo spettacolo L’Arte Bella – 2020 Florence Nightingale e la sfida dell’assistenza infermieristica

arte bella

(foto Chiara Agostinetto)

Dopo essere stato visto da 1600 studenti della Laurea in Infermieristica e operatori sanitari piemontesi, lo spettacolo teatrale “L’Arte Bella – 2020 Florence Nightingale e la sfida dell’assistenza infermieristica”, sostenuto dal Rettorato dell’Università degli Studi di Torino come omaggio a chi negli ultimi due anni di pandemia si è dedicato alla cura dei più fragili, sarà presentato al pubblico di Torino e Ivrea in occasione del bicentenario della nascita di Florence Nightingale, fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna. Lo spettacolo teatrale, ispirato alla pioniera della professione infermieristica e pensato per riflettere sul valore della cura e del benessere dei curanti, vedrà in scena un’attrice e una vera infermiera.

“L’Arte Bella” debutta per il pubblico giovedì 9 dicembre negli spazi di San Pietro in Vincoli (omonima via, al civico 28), nel cuore multietnico e del welfare della città di Torino. Oltre allo spettacolo delle ore 21, a grande richiesta è stata aggiunta la replica delle ore 18,30. Ad Ivrea, invece, è in calendario domenica 12 dicembre alle ore 18 al Teatro Giacosa di piazza Teatro 1, organizzato da Fondazione di Comunità del Canavese.

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(foto Chiara Agostinetto)

Lo spettacolo porta al pubblico una narrazione teatrale, ideata da Valerio Dimonte, professore di Scienze Infermieristiche dell’Università di Torino, e dalla regista Alessandra Rossi Ghiglione, direttrice di SCT – Social Community Theatre Centre, che prende spunto dalla drammatica esperienza del Covid coinvolgendo idealmente una figura di grande ispirazione per la professione infermieristica, Florence Nightingale, in dialogo con un’infermiera dei nostri giorni. La pioniera inglese nell’Ottocento dettò le prime regole in corsia trasformando l’assistenza ai malati in vera e propria professione ed è ancora oggi considerata “pietra miliare” per coloro che decidono di intraprendere questo percorso formativo. «L’assistenza è un’arte e se deve essere realizzata come un’arte, richiede una devozione totale e una dura preparazione…», era solita dire la Nightingale. Un principio che continua ad ispirare le nuove generazioni di infermieri e che il testo teatrale restituisce nella sua narrazione.




 

Sul palco mito e realtà si incontrano in una scelta registica insolita. Florence è un personaggio interpretato da un’attrice professionista, Antonella Enrietto, mentre Teresa Siena interpreta se stessa, perché nella vita è realmente una infermiera e sul palco offre una narrazione esperienziale dell’emergenza sanitaria, vissuta tra le corsie di un reparto ospedaliero torinese.

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(foto Chiara Agostinetto)

“La narrazione teatrale si rivolge a un mito fondatore per interrogarlo e sfidarlo. Il teatro ritrova la sua necessità di luogo di catarsi collettiva, come nell’antica Grecia, e di rito civile. La finzione teatrale ci consente collettivamente di ritrovarci insieme curanti e cittadini ed elaborare le emozioni e i sentimenti vissuti in questo biennio pandemico e rifondare così le condizioni del nostro esser società civile poiché vediamo e condividiamo i valori sui quali vogliamo essere società futura e società della cura”, spiega la regista Alessandra Rossi Ghiglione.

Due storie di vita in scena, due generazioni distanti, due luoghi temporali che dialogano. Passato e presente si rincorrono per narrare della cura e della sua sapienza, per dare voce al ruolo di chi ogni giorno si impegna professionalmente e umanamente per prendersi cura della salute di tutti.

“Lo spettacolo fa emergere i principi fondamentali promossi da Florence: la considerazione della persona umana, la vicinanza ai malati, l’accudimento, ma non come spirito caritatevole bensì come elementi che accompagnano la formazione e strutturano la competenza – spiega il professor Valerio Dimonte – Sono valori ancora attuali che la pandemia non solo ha rivalutato all’interno della professione ma ha reso evidenti all’esterno”.

Prodotto nell’ambito del progetto “Caring 2020 – Florence Nightingale e la sfida dell’assistenza infermieristica”, lo spettacolo “L’Arte Bella”, che è rivolto agli studenti piemontesi di Infermieristica e ai cittadini ed è già stato presentato al Teatro Alfieri di Asti, al Toselli di Cuneo, al Giacosa di Ivrea e al Valdocco di Torino, in collaborazione con i corsi di Laurea in Infermieristica locali, è sostenuto dal Rettorato dell’Università degli Studi di Torino  e realizzato in collaborazione con SCT-Social Community Theatre Centre, CCW-Cultural Welfare Center e i corsi di Laurea in Infermieristica di Asti, Ivrea, Orbassano, Torino, i Comuni di Cuneo, Ivrea e il consorzio Astiss.

“Con il progetto Caring 2020 – dichiara Stefano Geuna, rettore dell’Università di Torino – si pone un focus sui professionisti che lavorano nel mondo della sanità. Dopo l’enorme sforzo che hanno prodotto per far fronte alla pandemia, è ora fondamentale prendersi cura proprio di chi era in prima linea nella lotta contro il Covid 19. Le professioni sanitarie svolgono un ruolo cruciale nella società, non solo nei periodi emergenziali. Occuparsi del loro benessere, oltre che della loro formazione, è un obiettivo concreto, che può generare importanti benefici non solo per i diretti interessati, ma anche dell’intera collettività”.

Dopo quasi due anni dalla pandemia il progetto Caring 2020 – Florence Nightingale si è proposto di portare l’attenzione sul ruolo dell’arte e della cultura sia nella formazione dei futuri professionisti sia nel supporto al benessere dei professionisti, oltre a stimolare un’esperienza trasformativa e civica nei cittadini. SCT-Social Community Theatre e CCW-Cultural Welfare Center hanno voluto sostenere il progetto nel suo insieme perché portatore di un’idea di teatro necessario alla crescita culturale e sociale della comunità. “Forse il periodo vissuto ha dato a tutti la consapevolezza di quanto la dimensione culturale e creativa possa rappresentare un nutrimento per la nostra vita e le nostre comunità. E il mondo della cultura mostra di saper valorizzare il capitale umano, creare valori e importanti esperienze di condivisione», sottolinea Catterina Seia, presidente di CCW.

Circuitando in vari spazi e teatri, lo spettacolo “L’Arte Bella” ha coinvolto oltre 1600 studenti dei corsi di Laurea in Infermieristica del Piemonte. Fin dai primi anni duemila l’Università di Torino si è mostrata sensibile al tema della formazione dei curanti e alla relazione di cura attraverso le arti performative (teatro, danza, etc.).  Il Piemonte è all’avanguardia sui temi del rapporto Cultura e Salute nei luoghi della cura così come sui territori e nei luoghi della cultura. La collaborazione tra dipartimenti sanitari e umanistici nell’Università di Torino ha una storia di lungo corso, con la stretta collaborazione tra il professor Valerio Dimonte e il professor Alessandro Pontremoli e Alessandra Rossi Ghiglione in un percorso di “ricercazione” iniziato nel 2006 sugli impatti delle performing arts (teatro e danza) sulle competenze e sul benessere di studenti e professionisti.

INFORMAZIONI E BIGLIETTI

Per lo spettacolo di giovedì 9 dicembre alle ore 18,30 nello spazio di San Pietro in Vincoli al civico 28 a Torino, ingresso con prenotazione obbligatoria tramite il link https://artebella_secondareplica.eventbrite.it. I posti per la replica delle ore 21 sono esauriti.

L’Arte Bella” sarà, inoltre, in replica domenica 12 dicembre alle ore 18 (con accesso dalle ore 17 per verifica Green Pass) al Teatro Giacosa di Ivrea in piazza Teatro 1, organizzato da Fondazione di Comunità del Canavese.  Biglietti: 15 euro + 2 euro in prevendita su www.ilcontato.it oppure presso Il Contato del Canavese, piazza Nazionale 12 (0125/641161) o La Galleria del Libro, via Palestro 70 (0125/641212).

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(foto Chiara Agostinetto)




 

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