STORIA & STORIE – PENSIERANGOLI DI PAOLO CASTAGNO – L’Ospedale dei Pellegrini

ospizio dei pellegrini

Carignano – L’antico Ospizio dei Pellegrini nel 2000

Piangiamo la scomparsa di una delle più importanti testimonianze del passato a Carignano. A inizio 2021 è stato abbattuto l’antico Ospizio dei Pellegrini, pia fondazione della potente famiglia dei Provana del ramo antico di Carignano. Da anni fatiscente e pericolante, con una parte del tetto già crollata, è stato abbattuto a febbraio.. L’area in cui sorgeva l’Ospedale dei Pellegrini è stata ripulita e messa in sicurezza dal proprietario, allo scopo della dismissione del terreno al Comune: che pensa di destinarla a parco pubblico e a parcheggio. Un parcheggio: ben poca cosa per una costruzione che ha una straordinaria storia alle proprie spalle.

Nel 1235, Oberto II dei Provana di Carignano, assieme alla moglie Sibilla, fondò e dotò l’Ospedale dei Pellegrini; il fatto è attestato nel 1355 dai discendenti, che conferirono all’abate di San Michele della Chiusa e ai suoi successori la possibilità di approvare la nomina degli amministratori dell’Ospedale; diritto che immediatamente l’abate Ridolfo esercitò, aderendo alla supplica di Jacquerio e della moglie, nominati spedalieri, e confermando la scelta fatta dal consiglio di famiglia.

L’Ospedale, tradizionalmente identificato nella cascina oggi abbattuta, con annesso giardino e pozzo, aveva il compito di ospitare i pellegrini e i viandanti diretti verso Torino o verso mete di culto. Probabilmente, aveva anche mansioni più propriamente sanitarie, ma in genere tali fondazioni all’inizio si occupavano quasi esclusivamente di ospitalità verso i pellegrini malati o stanchi, come l’analogo Albergo fondato sempre in Carignano dai marchesi di Romagnano anni dopo. Sull’Ospedale esistono numerosi documenti, la maggior parte riferiti alla famiglia Provana. Ne citiamo alcuni, a titolo di documentazione.

Nel 1371, Fra Domenico Raca di Cargnano, spedaliere e amministratore dell’Ospedale dei Pellegrini, confessò e pubblicamente riconobbe in luogo e nome di detto ospedale di tenere in enfiteusi da Filippo, figlio del fu Oberto Provana, da Giovannino e Michele suoi fratelli e figli dello stesso Oberto e da Aleramo, figlio del fu Stefano, fu Nicolino Provana di Cargnano, certo tenimento di casa, airale, giardino, terreno ortale (cioè da adibire ad orti) simultenente situato negli airali di Cargnano  ossia nella regione ove sorgeva la antica chiesa parrocchiale San remigio, probabilmente fondata nel IX secolo. L’ospizio dovette sicuramente recuperare nelle murature frammenti delle fondazioni altomedioevali del primitivo villaggio di Carignano, oggi disperse in discariche dopo lo sciagurato abbattimento. Nel 1463, essendo morto il venerabile Domenico Provana, rettore dell’Ospedale di Carignano, si radunarono tutti i capi famiglia, e nominarono successore il frate Martino dell’ordine di San Antonio, figlio del nobile Gabriele Provana. Il 18 agosto 1516, poiché Gerolamo Provana, rettore dell’Ospedale di Carignano – doveva recarsi in Francia, si radunarono i capifamiglia: erano presenti Giovanetto del fu Baldassarre e Melchiorre del fu Giorgio figlio di Melchiorre, entrambe signori di San Raffaele: fu nominato rettore il nobile Bartolomeo Provana monaco benedettino, fratello del rettore Gerolamo. Ottavio, dei Provana di Collegno, fece testamento il 10 agosto 1645 e ordinò al figlio primogenito, con un codicillo del 26 febbraio 1650, di fondare una commenda dell’ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e unirla all’Ospedale dei Pellegrini di Carignano, domandando preliminarmente, per questa unione, il consenso degli altri rami di casa Provana partecipanti al patronato di detta fondazione. Probabilmente la disposizione non ebbe seguito; essa forse fu applicata alla commenda d’Ivrea, perché una patente di Carlo Emanuele II di Savoia conferma il patronato d’Ivrea, concessa ad Ottavio ed ai primogeniti. Gaspare, dei Provana di Carignano e Villar Almese, morto nel 1750, ottenne la pensione sull’Ospedale dei Pellegrini, la quale passò al fratello Luigi Vincenzo. Francesco Aleramo Saverio dei Provana del Sabbione fu eletto da tutti i capi della famiglia Provana quale rettore e governatore dell’Ospedale dei Pellegrini in Carignano; curò quell’amministrazione sino al 1789, anno della sua morte. Alla sua morte fu eletto rettore il figlio Michele Saverio.

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Ignazio e Filippo Collino, busto di Francesco Saverio Aleramo dei Provana del Sabbione (collezioni Venaria Reale)

All’interno della cascina-ospedale, un’iscrizione a muro ricordava che i Provana furono anticamente e per lunga serie di anni consignori di Carignano, insieme con i nobili Romagnano.

Con la demolizione del 2021 si è persa l’occasione di fare chiarezza su un tassello importantissimo della storia più antica di Carignano. Le macerie della demolizione sono state frettolosamente trasportate in discarica, senza effettuare una cernita di eventuali tegoli romani di recupero (considerato che la strada su cui sorsero l’Ospizio e la vecchia chiesa era di origine tardoantica e sul suo asse furono ritrovati nel passato materiali interessanti) oppure di frammenti di lapidi. Sappiamo che all’interno della cascina una lunga iscrizione dipinta a fresco nel ‘700 ricordava le glorie della famiglia Provana e la fondazione. Negli anni precedenti il crollo del tetto, nessuno ha mai messo piede nel cascinale con intenti storico-documentaristici. Persino il Museo “G.Rodolfo” non possiede foto decenti e recenti dell’edificio. In più sono stati abbattuti numerosi alberi e arbusti che costituivano una notevole riserva di biodiversità ornitologica e non solo. Che dire…. Un disastro!

STORIA & STORIE – Pensierangoli e brevi scritti sulla storia di Carignano di Paolo Castagno

 




 

 

 

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