“Fuggire”, il secondo romanzo del pediatra Antonio Carlucci – L’autore è il protagonista del Venerdì dello Scrittore del 28 ottobre a Moncalieri

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Antonio Carlucci

Il Venerdì dello Scrittore di questa settimana, 28 ottobre, alla Biblioteca Civica Arduino di Moncalieri (via Cavour 31 è con Antonio Carlucci e il suo secondo romanzo “Fuggire”. Appuntamento alle ore 17.30, diretta sulla pagina facebook @bibliomonc.

L’Afghanistan: un Paese difficile, antico crocevia di popolazioni, da sempre terra di conflitti, dalle dominazioni arabo-musulmane alla breve democrazia socialista, all’occupazione sovietica, all’ingerenza americana fino al potere alienante dei Talebani. Nel romanzo Fuggire di Antonio Carlucci il centro della scena è occupato da un luogo sconvolto, fatto di polvere e montagne, sovrastato da un incredibile cielo stellato, abitato da gente povera, ma fiera e coraggiosa. Zahir ha appena vent’anni. Conosce l’azzurro di quel cielo, il suo villaggio, la cieca obbedienza al Corano, alle leggi non scritte della sua gente, agli anziani. Ma quando la guerra devasta il Paese e il potere dei talebani lo cerca per la jihad, quella quiete va in frantumi ed è costretto a lasciare la sicurezza della propria casa, l’amore della famiglia per cercare un luogo più sereno, dove iniziare una nuova vita. Conoscerà allora la fuga, la paura, la violenza, ma anche la solidarietà e l’accoglienza nel nome di un’unica famiglia universale. Solo l’integrazione delle diverse culture del mondo e la tolleranza nei confronti dello straniero continueranno a rendere umana la nostra società. Fuggire non è solo un romanzo. E’ un viaggio, un’avventura, una testimonianza, un pezzo di storia e di vita. Un libro reale, un resoconto, dove si coglie la speranza che in futuro le cose possano cambiare per un Paese che da troppo tempo conosce solo guerre.

L’autore Antonio Carlucci presenta la sua opera in dialogo con Rita Crisanti. Introduce l’incontro l’assessore alla Cultura Laura Pompeo.

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Fuggire è una grande prova letteraria e di umanità insieme – commenta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Carlucci riesce a trasportare il lettore nel vivo delle vicende di una famiglia e del dramma di un paese che da diverse generazioni non riesce a risollevarsi dal suo destino di instabilità e guerre”.

Antonio Carlucci, abruzzese, è medico pediatra. Autore di numerosi testi divulgativi scientifici, ha pubblicato nel 2014 Lasciate che parlino i genitori… e tenete a mente, una galleria di ritratti e situazioni vissute nella sua esperienza professionale. Ha esordito nella narrativa nell’ottobre 2018 con Tutto in una valigia edito da Carabba. Classificato nella cinquina finalista del Premio nazionale di Cultura Benedetto Croce 2019. Menzione speciale Premio nazionale letterario “Raccontami la storia” Rocca San Giovanni 2019. Premio Arte Bellezza Cultura della Società Italiana di Pediatria 2019. Fuggire è il suo secondo romanzo.

Tanti anni fa, quando entrai come docente di lettere alla Città dei Ragazzi, la comunità educativa alle porte di Roma fondata da Monsignor John Patrick Carroll Abbing dopo la Seconda guerra mondiale, i miei primi studenti erano giovani afghani, la cui storia assomigliava molto a quella che Antonio Carlucci, pediatra con ammirevole inclinazione letteraria, ha raccontato in questo libro. Adolescenti carichi di passione partecipativa, reduci da traumi spesso quasi indicibili, provenienti da una terra difficile dove l’arrivo dei talebani ha causato guerra e miseria. Per questi piccoli uomini tesi a sopravvivere, a costo di abbandonare gli affetti più cari, ciò che noi consideriamo scontato, rappresenta un dono prezioso: mangiare, studiare, crescere, trovare lavoro. Così accade a Zahir, protagonista della fuga evocata sin dal titolo, il quale, insieme a due amici, ripercorre con mezzi poveri e disperata tensione vitale l’antica tratta di Marco Polo, ma all’incontrario: Pakistan, Iran, Turchia, i Balcani, Germania, Austria, Italia. Gliene accadranno di tutti i colori: chi gli sparerà contro e chi non esiterà ad accoglierlo come un figlio.

L’autore ha raccolto la testimonianza del suo scolaro alla Penny Wirton di Lanciano, aderendo come meglio non si poteva allo spirito che da sempre caratterizza questa rete di scuole gratuite per l’insegnamento della nostra lingua agli immigrati: niente classi, niente voti e pochissima burocrazia. Il rapporto fra professore e allievo diventa personale, affettuoso, non è mai precettistico. Certi dettagli di Fuggire, relativi alla storia familiare di Zahir e alla sua inesausta ricerca di pace e serenità in un pianeta che sembra avere la febbre alta, lo dimostrano appieno. In questi casi chi ascolta il resoconto dell’esule e pian piano lo ricompone e ricostruisce, compie un’esperienza interiore di portata unica. Io e mia moglie, Anna Luce Lenzi, quando iniziammo ormai quasi dieci anni fa la prima sperimentazione didattica romana della scuola che a tutt’oggi conta una cinquantina di postazioni sparse sull’intero territorio nazionale, immaginavamo dei volontari che avessero la curiosità, la disposizione, le doti umane mostrate da Antonio Carlucci, prima nella figura del docente, poi come scrittore. Le due qualità si integrano. Per ottenere le informazioni presenti nel testo che vi apprestate a leggere, è infatti necessario conquistare la fiducia della persona che abbiamo di fronte. Solo così lui potrà aprirsi confidando le ansie, i timori, le angosce provate durante la fuga, senza nascondere i momenti di speranza e felicità grazie ai quali trovare la forza per andare avanti. L’importanza di un racconto come questo possiamo verificarla nel confronto finale tra il documento stilato dal funzionario istruttore del Ministero dell’Interno, facente parte della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Ancona e ciò che lo precede. E’ lì che il lettore è chiamato a misurare lo scarto fra i protocolli giuridici, pure necessari, e la vita che vibra e pulsa. (Eraldo Affinati – prefazione a Fuggire).

 




 

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