Una mostra a conclusione del workshop di fotografia stenopeica “L’estate in una scatola” – In Alta Langa esperienza e lo stupore di scattare senza sapere quale sarà il risultato

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Lori Demata

Concluso il workshop “L’estate in una scatola” sulla fotografia stenopeica, a Banca del Fare fervono già i preparativi per accogliere i prossimi partecipanti all’ultimo workshop di questa che è un’estate bellissima a Cascina Crocetta di Castelletto Uzzone in Alta Langa. Il prossimo appuntamento sarà con le stelle dal 28 agosto all’8 settembre e la realizzazione di una piattaforma in legno attrezzata per l’osservazione astronomica, tutor Officina82.

Dopo il successo dei corsi Rural Arena che ha lasciato un palcoscenico e sedute in legno in dotazione alla cascina e Terra Cruda che ha permesso la realizzazioni di nuovi elementi, per Fondazione Matrice, responsabile della gestione di Cascina Crocetta per conto del Comune di Castelletto Uzzone, è tempo di un primo bilancio a caldo: “Siamo molto soddisfatti della programmazione e dell’esito dei corsi che hanno l’importante prerogativa di lasciare un’eredità tangibile al luogo e una non meno importante di imparare facendo e di sensibilità all’ambiente nella sua complessità umana, naturale, costruita – afferma Otto Bugnano –   I nostri workshop sono per piccoli numeri ma muovono molte persone curiose dei risultati, del posto e della modalità informale di vita rurale in residenza. Lo ha dimostrato anche la vivacità intorno alla presentazione degli esiti del corso di fotografia stenopeica appena concluso”.

 




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I partecipanti a “L’estate in una scatola” hanno inaugurato nei giorni scorsi la mostra con le fotografie stenopeiche che hanno scattato durante il workshop. Il percorso di autocostruzione che hanno seguito ha riguardato non solo la realizzazione della camera pinhole da una pagnotta o una scatola di biscotti, ma anche la collaborazione alla realizzazione dell’allestimento della mostra nella chiesetta di San Lugi re di Francia, che ha stupito i partecipanti al corso, la tutor, i coordinatori e visitatori.

Cascina Crocetta

“Un’esperienza bellissima che mi ha fatto ritrovare una parte di me stessa che non credevo di avere più, la parte ludica e l’uso dell’errore come una cifra del linguaggio. È stato emozionante vedere i partecipanti stupirsi davanti a oggetti che sono diventate fotocamere rudimentali come una bottiglia di vino, un melone o una vecchia moka, assurde e strabilianti per forma e per dimensioni” dice la tutor Lori Demata, che sottolinea un aspetto importante del processo da cui si impara il senso dell’attesa nell’impazienza di vedere la propria fotografia, l’esatto opposto di ciò che viviamo con le tonnellate di foto che abitualmente scattiamo per riempire la memoria dei nostri cellulari. “Il fatto che ogni secondo contasse – continua  – sia quello dell’esposizione alla luce sia quello in camera oscura, penso sia stato un grande dono che ci siamo fatti. Il tempo è andato a un ritmo diverso e spero che proprio questo sia un valore che ciascun partecipante possa portarsi a casa, un rapporto più intimo con il tempo”.

Le pinhole camera sono contenitori che racchiudono carta fotografica o pellicola in un ambiente completamente nero e hanno un piccolo foro che viene aperto solo di fronte a ciò che si vuole fotografare, non sapendo a priori i confini esatti dell’inquadratura. Dopo una lunga esposizione, si richiude il foro e si va in camera oscura. Il risultato è sorprendente per l’empiricità dell’azione in assenza di mirino, e avendo cognizione del risultato solo una volta esposta la stampa alla luce.

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Isabella, una delle partecipanti, se ne intende di fotografia. Ha radici in un paese di piccole dimensioni come è Castelletto Uzzone e attualmente vive a New York. Ha apprezzato tutto dall’organizzazione al luogo, al gruppo, sentendosi accolta in un unico abbraccio. “La stenopeica permette di democratizzare tutto il processo fotografico, che è la cosa più potente di questo mezzo di espressione” dice Isabella “e la camera oscura è un’esperienza di privazione sensoriale: insegna a toccare, ascoltare, odorare, ma paradossalmente richiede di fare a meno della vista. La fotografia è magia”.

Le migliori immagini derivanti dal workshop avranno la possibilità di far parte della mostra “Bormida Gotica” – un progetto di rete promosso dall’Associazione Parco Culturale Alta Langa, in partenariato con Fondazione Matrice ETS, con il contributo di Compagnia di San Paolo – che inaugurerà sabato 16 settembre e che raccoglie le fotografie realizzate a corredo dello studio della storica Ludovica Martina sugli affreschi tardo gotici di numerose chiese e pievi in Val Bormida.

“La chiesetta narratrice di San  Luigi re di Francia è un posto topico di questa valle perché ha oltreché una storia, una posizione molto suggestiva, amata e frequentata dal territorio e ideale quindi per essere un polo di informazione turistica – afferma Laura Sottovia – Prevediamo di fare delle installazioni video e sonore per illustrare tutti i crocicchi che si incontrano qui e soprattutto per presentare il percorso della Bormida Gotica, non perché S. Luigi abbia alcuna evidenza di appartenenza al periodo, ma per essere in una localizzazione privilegiata e centrale rispetto al percorso stesso”.

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I corsi in residenza di Banca del Fare sono coordinati da Marco Indolfi e sono realizzati con il contributo di Fondazione Matrice ETS, Comune di Castelletto Uzzone, Regione Piemonte, Fondazione CRT, Fondazione CRC, Assicurazioni Generali, Apostolato Digitale, Pastorale Universitaria Piemonte e Valle d’Aosta. I corsi di Banca del Fare sono nel calendario delle attività di Val Bormida Experience.

“LooUp!” sarà il prossimo e ultimo workshop estivo di autocostruzione a Cascina Crocetta di Castelletto Uzzone, dal 28 agosto all’8 settembre per la realizzazione di un osservatorio astronomico sotto la guida di Officina82 realizzatori di starbox. Informazioni e iscrizioni: dibaf@fondazionematrice.org

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