Telefono Rosa Piemonte: “La prevenzione e il contrasto della violenza maschile su donne e ragazze riguarda tutta la società, soprattutto gli uomini”

telefono rosa

Nella Giornata internazionale contro la violenza alle donne, Telefono Rosa Piemonte punta l’attenzione su come amore e violenza siano due parole che appaiono inconciliabili eppure, “l’esperienza del Telefono Rosa è strettamente legata a questo binomio. La violenza maschile contro le donne è ovunque: ma nella stragrande maggioranza dei casi avviene tra le pareti domestiche, o comunque nell’ambito di relazioni affettive e sentimentali. Tanto è vero che abbiamo utilizzato entrambe queste parole per la nostra locandina legata alla ricorrenza del 25 novembre 2023″.
“Parole – spiegano dall’Associazione di volontarie – che riguardano tutte le forme di aggressione contro le donne, fino all’estremo del femminicidio. Da anni ci siamo rese conto di come una delle tipiche frasi stereotipate “ti amo da morire” dovrebbe in molti casi invece echeggiare come “ti amo fino a farti morire”: conseguenza diretta e criminale di pensieri misogini, arroganza di possesso e pretesa di prevaricazione. Con me o con nessuno: questa sembra essere la logica degli uomini che picchiano, umiliano, violentano e spesso addirittura uccidono la partner o la ex”.

 

 




“Di sicuro – proseguono -, possiamo affermare che le donne sono davvero stanche di sentirsi raccomandare prudenza, precauzione e allerta, dicendo loro: di non andare all’ultimo appuntamento, di scappare al primo segnale, di imparare i segni per far capire che si è in pericolo, di mandare a memoria le frasi convenzionali da pronunciare quando si ordina la pizza o i segnali simbolici per comunicare una richiesta di aiuto. Tutti suggerimenti utili e sensati, ma che nei fatti indicano alle donne di farsi carico dell’autodifesa. Siamo irritate anche noi, perché sollecitare l’attenzione delle donne non può essere la soluzione; così come chiedere loro di abbandonare la propria abitazione, insieme con i figli, per farsi collocare in una struttura di accoglienza. Lasciare le cose, il quartiere, la scuola e le amicizie, proprie e dei figli. L’allontanamento dall’uomo violento deve diventare l’allontanamento dell’uomo violento”.
“Ma soprattutto siamo contrariate nel constatare il persistere di iniziative e interventi prevalentemente rivolti alle donne o alle ragazze colpite dalla violenza maschile, e non concretamente orientati anche all’adeguato trattamento degli autori: e anche deluse dal fatto che i tanti uomini non violenti non agiscano per rappresentare un efficace elemento di contrasto e specialmente di prevenzione della violenza presente nel loro stesso genere. Non basta autoassolversi pensando “io non sono così”: nella quotidianità, a partire dalla acquiescenza a battute sessiste o ai diversi tipi di molestie nei confronti di donne e ragazze ciò non è mera indifferenza, ma equivale a una complicità con un assetto inculturale che deve essere combattuto e superato con il contributo fattivo di tutti”.
“Il mondo è pieno di “bravi ragazzi”: compresi quelli che poi commettono feroci delitti. Genitori, fratelli, figli, parenti o amici non possono banalizzare ciò che si può osservare, giorno dopo giorno, prima che evolva in peggio anche estremo: comportamenti anomali, cambiamento nelle abitudini, ossessioni. Un femminicida ha le sue responsabilità: il suo contesto, specie maschile, ne ha altrettante. La prevenzione e il contrasto della violenza maschile su donne e ragazze riguarda tutta la società, soprattutto gli uomini. I numeri e le modalità della violenza maschile sulle donne, infine, non ammettono più che si possano descrivere efferati femminicidi col focus sul presunto disagio/dolore/fragilità maschile : “travolto dalla gelosia”, “impazzito per il rifiuto di lei”, “accecato dall’ira per il dubbio del tradimento” sono descrizioni fuorvianti e implicitamente giustificatorie, e spostano lo sguardo dell’osservatore dal fatto in sè, che è fenomeno culturale e, quindi, politico, alla relazione di coppia, che invece è privato”, così concludono da Telefono Rosa, e forniscono alcuni dati, che riportiamo.

Nel primo semestre del 2023 il Telefono Rosa Piemonte di Torino ha registrato 348 nuove prese in carico, e 2.214 contatti nella sezione di aiuto on line e social. Il 21% delle accoglienze riguarda ragazze e
giovani donne tra i 16 e i 29 anni; il 20% tra i 30 e i 39 anni; e quasi il 32% tra i 40 e i 49 anni. 165 donne riferiscono di aver subito violenza fisica; 222 violenza verbale o minacce; 45 violenza sessuale; e ben 73 altre forme di violenza sessuale, quali molestie in presenza oppure on line, revenge porn o costrizione a pratiche sessuali umilianti o degradanti. Sono stati 48 i casi segnalati di stalking; 246 le violenze psicologiche; 104 le violenze economiche. Come purtroppo sempre si constata, quasi mai viene
subita una sola forma di violenza, ma più condotte variamente aggressive nell’ambito delle stesse
dinamiche. Tra gli autori di violenza, 253 appartengono alla cerchia di mariti, conviventi, fidanzati o ex; non trascurabili
e violenze anche da parte dei figli.

 

 




L’Associazione Volontarie del Telefono Rosa Piemonte di Torino si trova in via Assietta 13/a.  Tel. 011.530666 – 011.5628314 – email telefonorosa@mandragola.com. Ulteriori informazioni: www.telefonorosatorino.it

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