I giochi dell’aristocrazia: le origini nobili di sport e intrattenimenti

Gioco Scacchi

Giochi e intrattenimenti vari sono da sempre accomunati da un aspetto ben specifico: quello di essere praticati per occupare dei tempi morti. È proprio questo il motivo che, indirettamente, fa sì che moltissimi sport e giochi abbiano origini nelle classi sociali più benestanti: solo queste infatti avevano il lusso di avere del tempo libero da non sapere come impegnare, una condizione essenziale per dedicarsi ai più disparati passatempi. È dunque per questo che tantissime attività ricreative sono nate o hanno avuto i maggiori sviluppi grazie alle nobiltà dei vari periodi storici, dalle monarchie più esotiche ai Savoia delle nostre latitudini, rimanendo a queste indissolubilmente associate.

Impossibile non partire dal “gioco di re e regine” per eccellenza, così definito nelle cronache dei più diversi periodi storici: gli scacchi. Se la definizione è sempre stata associata ai due pezzi più importanti su una scacchiera, per l’appunto i due re e le due regine, non è sicuramente fuori luogo intenderla nel suo significato più letterale di gioco dedicato a re e regine. Gli scacchi vantano infatti nobili, e antichissime, origini: le più accreditate ricostruzioni ne tracciano la nascita nell’India del VI secolo, dove sono stati sviluppati come gioco didattico attraverso i quali le più importanti figure di potere ricostruivano schieramenti e manovre militari, utilizzando pedine rappresentanti differenti unità. Nel loro sviluppo, passato per persiani e arabi giungendo all’Europa medievale, gli scacchi si sono progressivamente popolarizzati, ma senza mai abbandonare la loro caratteristica di gioco nobile: solo i più acculturati, e dunque benestanti, possedevano il tempo e le risorse per dedicare tanti sforzi a un gioco così complesso e stratificato.

Altro gioco dalle insospettate origini nobili è poi la roulette, protagonista del casinò. Per la verità vi sono testimonianze di giochi basati sulla rotazione casuale di oggetti circolari, come scudi o ruote, fin dai tempi antichi, praticati da soldati greci e romani: un contesto ben poco aristocratico. Ma bisogna aspettare diverso tempo perché la roulette ricompaia nella sua forma definitiva, dopo secoli di giochi che con essa avevano solo alcuni punti in comune. Infatti, l’esplosione di popolarità della roulette è legata agli ambienti dell’aristocrazia e nobiltà francese del XVII secolo, solita intrattenersi nelle sale da gioco dove, tra i tanti tavoli, spiccava proprio quello della roulette. Ancora oggi, il ruolo svolto dalle piattaforme online testimonia questo aspetto: ospitando diverse varianti di roulette vengono mantenuti tutti gli aspetti esclusivi che ne hanno fatto uno dei giochi preferiti nelle sale francesi, come testimoniato anche dalla terminologia ufficiale del gioco.

Gioco TennisUna genesi simile è vantata anche dal tennis, ricondotto allo sphairistike praticato nell’antica Grecia; eppure, già nel Medioevo il suo erede era stabilmente associato alle classi più abbienti. Ancora oggi quello medievale, tutt’ora praticato in alcuni contesti, è noto come real tennis, dove real deriva dal termine royal che ne testimonia l’ampia diffusione alla corte dei sovrani inglesi. Nei secoli successivi un gioco dalle origini simili, il francese jeu de paume noto in italiano come Pallacorda, era a sua volta protagonista degli svaghi dei nobili: a Versailles vi erano sale dedicate appositamente alla pratica del gioco, e in una di queste venne firmato il Giuramento della Pallacorda, atto fondamentale delle vicende della Rivoluzione Francese. Il tennis come oggi codificato deriva dalle regole stabilite nell’800 da un militare inglese, Harry Gem, che nel 1872 fondò un circolo privato a esso dedicato: i suoi soci furono tra i primi plurivincitori delle prime edizioni del torneo di Wimbledon.

Impossibile non concludere citando il polo, sport da sempre associato all’aristocrazia inglese: eppure, ben altri nobili ne avevano già codificato le regole secoli prima. Le prime testimonianze del polo provengono infatti dall’Asia, e nello specifico dalla Persia del 600 a.C.: si trattava in origine di esercitazioni per la cavalleria, arma della quale facevano parte solo i militari talmente benestanti da potersi permettere le spese necessarie al mantenimento di un cavallo. Altra corte che aveva sviluppato una vera e propria passione per il polo era quella di Costantinopoli: gli imperatori bizantini erano grandi amanti del gioco, a loro noto come tzykanion, e addirittura in molti hanno ricondotto il nome stesso del gioco al termine che in greco indica il puledro, ossia pôlos. Insomma, anche nel caso del polo siamo di fronte a un’attività che, per tutta la sua storia, è stata sempre associata alle classi sociali più abbienti.

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