Chi popola le aree umide? Domenica 11 febbraio un laboratorio per i bambini al Museo Naturalistico del Fiume Po

aree umide

Airone bianco (foto di Luca Valente)

Le aree umide rivestono  un’importanza fondamentale per la conservazione della biodiversità. ma sono anche  uno degli ecosistemi più toccati a livello globale dalla crescita della popolazione e dallo sviluppo delle attività produttive, fattori che mettono a rischio la sopravvivenza delle specie animali e vegetali che vi prosperano. Ad esse domenica 11 febbraio il Parco del Monviso dedica un laboratorio di conoscenza al Museo Naturalistico del Fiume Po di Revello (piazza Denina 5): “Aree umide, chi le popola?” è rivolto a bambini e ragazzi dai 5 ai 12 anni.

L’iniziativa è organizzata in occasione della Giornata internazionale delle aree umide che ricorre il 2 febbraio.  La partecipazione è gratuita, l’evento si svolge in due turni di un’ora e 30 minuti ciascuno alle ore 14.45 e alle ore 16.30; sono disponibili 10 posti per ciascun turno. Per partecipare è necessario iscriversi entro le ore 12 di sabato 10 febbraio dal sito www.parcomonviso.eu. Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’Associazione Itur all’indirizzo di posta elettronica monviso@itur.it.

Vera e propria “rarità” a causa delle continue opere di bonifica apportate nel corso dei secoli, le aree umide sono diventate uno degli ambienti più rari nelle nostre pianure. La scomparsa di acquitrini, stagni e canneti, nonché la riduzione della rete irrigua superficiale composta da canali, rogge e fossi rappresenta una delle principali minacce alla conservazione della biodiversità data la grande quantità di specie animali e vegetali specificamente adattate a questo tipo di ecosistema. Sebbene coprano solo il 6% circa della superficie terrestre, le aree umide sono l’habitat naturale del 40% delle specie animali e vegetali viventi. Si tratta inoltre di zone indispensabili anche per gli esseri umani: si stimano in circa un miliardo le persone che vivono in aree che dipendono dalle zone umide per il loro sostentamento.

 

 




Condividi questo articolo

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.