CARIGNANO – Settembre carignanese all’insegna della storia valdese

In occasione della Festa dle Masche di Carignano, seconda edizione della manifestazione ideata e organizzata dalla Pro Loco,  Carignano propone itinerari sulla storia della dissidenza religiosa valdese. A settembre, le associazioni Progetto Cultura e Turismo, Pro Loco e Fric-Filo 2, scendono in campo a Carignano per proporre un percorso culturale legato alla storia valdese nella piccola cittadina piemontese.

Si inizia venerdì 21 settembre, alle ore 17.30,  con l’inaugurazione della mostra “Le vie dei Valdesi: l’esilio”, prestato dal Museo di Torre Pellice. I pannelli della mostra illustrano il lungo percorso compiuto dalla dissidenza religiosa protestante per raggiungere la tolleranza del culto. La mostra sarà aperta nei seguenti giorni e orari: 21/09 h 21-23; 22/09 h 16-18; 23/09 h 10-12; 29/09 h 16-18; 30/09 h 10-12. Sempre il 21 settembre, dalle 21 alle 23, saranno aperti, per visite guidate dai volontari di Progetto Cultura e Turismo, il Duomo e la chiesa Spirito Santo, con itinerari legati alla storia valdese in città: infatti, nel 1666 morì in Città il senatore Giovan Francesco Perachino, “Giudice su tutte le cause nelle Valli Valdesi”, e fu sepolto nella vecchia chiesa parrocchiale.  Il suggestivo percorso notturno – oltre a permettere di ammirare le opere d’arte custodite nelle chiese -, consentirà di conoscere le lotte che contrapposero il Cattolicesimo al Protestantesimo tra XVI e XVII secolo.

Sabato 22, dalle 19.30, il centro storico si animerà con scene teatrali legate al processo contro Giovanni Mathurin da Cartignano e la moglie Giovanna Dratina di Carignano, conclusosi col rogo dei due (2 marzo 1560), sulla piazza del Mercato. La parte teatrale sarà curata dalla Compagnia Teatrale FricFilo2, con i testi di Paolo Castagno, mentre la Pro Loco coordinerà l’intero evento e si occuperà anche dell’allestimento e del percorso gastronomico. Al termine della serata, naturalmente, il rogo dei due Valdesi. A seguire il concerto dei Lou Dalfin in piazza san Giovanni. Obiettivo delle iniziative è, tra l’altro,. quello di valorizzare la millenaria storia di Carignano, ma anche di far discutere  sull’accettazione delle idee, anche quando non collimano con le proprie.

Venerdì 21 settembre, inoltre,  i volontari della Parrocchia hanno organizzato un apericena al Campo Giochi (via Roma 10),  dalle ore 19, a 10 euro.

LE VIE DEI VALDESI
Itinerari sulla Storia dei Valdesi in Carignano  tra XVI e XVIII secolo

IL PROGRAMMA

  • LE VIE DEI VALDESI: L’ESILIO
    Mostra sulla persecuzione ai Valdesi nel ‘600
    a cura di Progetto Cultura e Turismo e Museo Valdese di Torre Pellice
    Chiesa Spirito Santo (Battuti Bianchi), Via Vittorio Veneto
    inaugurazione 21/09 h 17,30
    Aperture: ven. 21/09 h 21-23; sab. 22/09 h 16-18; dom. 23/09 h 10-12; sab. 29/09 h 16-18; dom. 30/09 h 10-12 e su prenotazione (cell. 3381452945)
    Ingresso libero
  • IL DUOMO DI NOTTE
    Itinerari notturni alla scoperta della storia dei Valdesi in Carignano tra XVI e XVIII secolo, con apertura del Duomo e della Chiesa Spirito Santo (Battuti Bianchi)
    21/09 ore 21-23
    a cura di Progetto Cultura e Turismo, con la collaborazione dei Volontari della Parrocchia
    ingresso 2 euro (parte del ricavato sarà devoluto in offerta per le attività caritative della Parrocchia)
    Punto Informativo in Piazza san Giovanni
    (cell. 3381452945)
  • IL ROGO DEI VALDESI DEL 2 MARZO 1560
    Spettacolo teatrale con scene allestite nelle vie e piazze del Centro Storico a cura di Pro Loco, FricFilo2, Progetto Cultura e Turismo; con punti ristoro e concerto finale dei Lou Dalfin
    Sabato 22/09 dalle ore 19.30
    Punto informativo in piazza Liberazione
    Per informazioni: www.prolocolocarignano.it –  cell. 3496485203
  • LE VIE DEI VALDESI: ITINERARI CULTURALI D’EUROPA
    breve conferenza a cura di Davide Rosso, direttore Museo Valdese di Torre Pellice
    a cura di Progetto Cultura e Turismo e Museo Valdese di Torre Pellice
    Chiesa Spirito Santo (Battuti Bianchi), via Vittorio  Veneto sabato 29/09 ore 16
    Ingresso libero





I VALDESI A CARIGNANO (www.carignanoturismo.it) Dopo i roghi accesi nel 1493 e che portarono alla morte, nella Piazza del Mercato di Carignano, quattro donne accusate di essere streghe, i processi si rinserrarono nel 1560 per una nuova accusa. Non più stregoneria ma eresia. La vicinanza delle Valli del Saluzzese e del Pinerolese, in gran parte antico possedimento dei marchesi di Saluzzo e poi del Re di Francia, favorì l’espandersi del movimento Valdese anche nelle terre del Ducato di Savoia. Tornati sotto il legittimo sovrano dopo la lunga parentesi francese (1536-1559), gli Stati Sabaudi furono epurati dalla presenza valdese grazie a una energica politica repressiva imposta al duca Emanuele Filiberto dal Papa, che minacciò il duca di un intervento spagnolo negli stati se non avesse risolto il problema dell’eresia nelle terre piemontesi. Solo parzialmente mitigate dalla duchessa Margherita di Valois, moglie di Emanuele Filiberto e simpatizzate per la causa protestante, le repressioni toccarono ampie zone degli Stati. Per l’estrema vicinanza con il confine del Saluzzese, Carignano fu una delle roccaforti della Religione Riformata Valdese, sino alla dispersione dovuta alla persecuzione.
La presenza di Valdesi è attestata sin dal 1554, quando alcuni carignanesi furono costretti a emigrare in Svizzera. Uno di loro, tale Ippolito Pellegrino, ebbe a discutere anche con Calvino. Nel 1559, un interessante documento inviato dal medico Aloisius della chiesa riformata di Busca ai Principi protestanti riuniti in Dieta a ad Augusta, attesta una massiccia presenza di valdesi in Carignano, con un culto esplicito e non rinchiuso nelle abitazioni. Negli anni successivi, a Carignano giunsero pastori di alto livello intellettuali, quali Scipione Lentolo, importante storico della Vita dei Valdesi in Piemonte. Il 27 fenbbraio fu catturato un povero produttore di cannelle per le botti, tale Giovanni Mathurino di Cartignano, detto Giovanni delle Spinelle (nome derivante dalla sua attività); la moglie, Giovanna Dratina di Carignano, fu invitata a convincere il marito ad abiurare, ma inutilmente. Entrambe salirono sul rogo il 2 marzo 1560, nella piaza del Mercato di Carignano. Un importante processo fu avviato nel 1567 contro alcuni nobili attivi alla corte sabauda e contro alcuni borghesi. I Valdesi carignanesi tergiversarono a lungo, dandosi spesso malati per non intervenire ai processi o fingendo abiure. Al termine del procedimento, i Valdesi di Carignano subirono la confisca dei beni e la pena dell’esilio. Molti migrarono nelle terre riformate della Svizzera, dove è possibile seguire le loro vicende sino agli anni ‘70 del Cinquecento.
La presenza dei Valdesi in Carignano scompare dai documenti ufficiali, ma riappare in testimonianze indirette di vario tipo. Nel 1666 morì in Carignano, di colpo apoplettico, Giovan Francesco Perachino di Pinerolo, Giudice di Tutte le Cause nelle Valli Valdesi, assai apprezzato per la sua opera repressiva, tanto da meritare che l’Inquisitore generale del Piemonte facesse dipingere il blasone del Perachino nelle sale del Santo Uffizio a Torino. Ancora nel Seicento, alcuni frati agostiniani del convento di Carignano si dedicarono alla predicazione antivaldese nelle Valli. Nella ricca Biblioteca dell’Ordine, alcuni importanti documenti testimoniano l’attività di predicazione e persecutoria da parte degli Agostiniani.
La presenza di Valdesi nelle nostre terre è ancora deducibile dalla presenza di un obbligo che competeva alla Confraternita dei Battuti Bianchi di Carignano, dedicata ai SS. Sebastiano e Fabiano e alla Vergine del Carmine. Come risulta dai registri di caricamento del ‘700, i confratelli dovevano occuparsi dei Valdesi convertiti, con elemosine a favore di eretici venuti alla fede.
Che la presenza di Riformati negli stati sabaudi fosse una certezza da contrastare con l’assoluta fede cattolica romana, è attestato dal preziosissimo documento iconografico della cappella del Valinotto, posta nella campagna tra Carignano e Virle Piemonte, dove l’architetto Bernardo Antonio Vittone, nel 1739, elabora un complesso itinerario controriformista: partendo dai sacramenti (battesimo e confessione), il peccatore può giungere alla salvezza ed avvicinarsi a Dio – raffigurato come Trinità nel cupolino del santuario – con l’aiuto dei Santi della Riforma cattolica (S. Carlo Borromeo, S. Francesco di Sales, S. Filippo Neri), degli Apostoli e della Beata Vergine, posti in ordine piramidale ascendente. La cappella è testimonianza che ancora nel XVIII secolo la paura di ondate riformiste protestanti potevano essere un pericolo per le popolazioni del neonato Regno di Sardegna.

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